La distribuzione assicurativa è destinata a vivere una nuova evoluzione e rivoluzione nei prossimi anni e la transizione digitale sarà la chiave. La complessità e la bassa cultura finanziaria portano le assicurazioni lontane dalle persone, ecco allora che grazie alla tecnologia ed a speciali partnership strategiche le polizze diventano a portata di mano per tutti.
È di pochi giorni l’annuncio di YOLO e Carrefour Italia riguardo la loro partnership. Ora i clienti di Carrefour Italia potranno sottoscrivere in modo semplice e veloce le assicurazioni digitali distribuite da YOLO, primo gruppo italiano di servizi e d’intermediazione assicurativa digitale. L’idea si fonda sul rendere le polizze più trasparenti, accessibili e personalizzate. Come sostiene Gianluca de Cobelli, Founder & CEO di Yolo Group “Stiamo passando da una logica di assicurazione come prodotto a quella di assicurazione come servizio dedicato a soddisfare i bisogni.”
Tramite la profonda capillarità sul territorio e vicinanza al cliente, la grande distribuzione organizzata si pone l’obiettivo di migliorare la percezione del rischio da parte di ampie fasce di utenza rimaste fino ad oggi escluse dall’offerta assicurativa. Inoltre, l’uso dell’intelligenza artificiale permette a Carrefour di valorizzare i dati dei clienti per creare customer experience nuove e rilevanti in grado di comprendere anche soluzioni assicurative.
Grazie a questa partnership le persone potranno sottoscrivere in maniera semplice e veloce assicurazioni digitali che proteggano l’auto, la casa, le attività sportive ed i viaggi. Per questa occasione si potrà inoltre ricevere in regalo una gift card, vale a dire una carta prepagata spendibile presso i punti vendita aderenti o per effettuare acquisti online sul suo sito.
Per Yolo quella con Carrefour è l’ennesima collaborazione, a dimostrazione che l’insurtech rappresenta il futuro del settore assicurativo e che i canali distributivi stanno cambiando. Dimostrato anche dalla partecipazione nel capitale di gruppi importanti come Generali e il gruppo Intesa San Paolo.
Ma anche collaborazioni che coprono i vari settori, da Net insurance per la cybersicurezza e protezione, al gestore di gas e luce Pulsee, Helbiz operante nella micro-mibilità (monopattini e biciclette per esempio) per proteggere durante il noleggio del mezzo, fino a Das per la tutela legale con un’assistenza che copre dalle spese legali, peritali, investigative e processuali nei procedimenti civili, amministrativi e penali, sia nelle fasi di risoluzione bonaria delle controversie, sia in sede giudiziaria.
Perchè proprio Carrefour?
Carrefour Italia, con una cifra d’affari pari a 4,66 miliardi di euro nel 2020, opera su tutto il territorio nazionale con oltre 1.450 punti vendita con 16.000 persone. Questo si inserisce nel suo già annunciato progetto di transizione digitale il quale prevede che il digitale contribuisca per ulteriori 600 milioni di euro al risultato operativo ricorrente (ROI) nel 2026 rispetto al 2021.
A tal fine, Carrefour aumenterà di circa il 50% i suoi investimenti nel digitale, con un piano dedicato di 3 miliardi di euro tra il 2022 e il 2026. Di conseguenza, il Gruppo porta il suo obiettivo di investimento annuale a circa 1,7 miliardi di euro
Carrefour ha già iniziato a costruire una forte presenza nei servizi finanziari e assicurativi in particolare attraverso le sue cinque banche (Francia, Brasile, Spagna, Belgio e Argentina). Queste attività consistono in più di 10 milioni di carte di credito, oltre 6 miliardi di euro di credito al consumo e carte revolving e 3,5 milioni di contratti di assicurazione venduti ogni anno, attività già parzialmente digitalizzate, con il 30% dei titolari di carta ingaggiati attraverso i canali digitali e il 38% della produzione di credito originata dal digitale.
Carrefour però non è la prima grande catena di distribuzione a vendere assicurazioni, un anno fa infatti anche Conad Servizi Assicurativi, intermediario nato per volontà del Consorzio Nazionale Conad e MetLife, leader nell’offerta di prodotti assicurativi hanno siglato una partnership che consente ai possessori della “Carta Insieme” del colosso della GDO di acquistare, a condizioni agevolate, con il 15% di sconto, la polizza infortuni Pronto Protetto Via Special.
I servizi inclusi contribuiscono a rendere il pacchetto ancora più versatile: dal soccorso in montagna in caso di infortunio durante il trekking o lo sci, alla fisioterapia a domicilio. La copertura, inoltre, prosegue gratuitamente per 12 mesi, in caso di eventi come la perdita di lavoro o inabilità temporanea totale che possono mettere in difficoltà economiche l’assicurato e la sua famiglia.
Quanto vale l’insurtech in Italia?
Secondo le rilevazioni di Italian Insurtech Association, il 2021 si è concluso con investimenti nelle società del settore con 280 milioni di euro contro i 50 milioni del 2020. La metà del totale è arrivato solo nell’ultimo trimestre, mostrando chiaramente come il trend sia destinato a crescere anche nel 2022 prevedendo investimenti per oltre 500 milioni. Dalle ricerche inoltre emerge che al 30 novembre erano state sottoscritte circa 3.800.000 polizze digitali (ad esclusione delle RCAuto).
Rispetto al 2020 si registra un incremento del 23% grazie soprattutto alla crescita di popolarità delle polizze on demand ovvero quelle polizze che permettono alle Compagnie di rispondere al bisogno assicurativo di un potenziale cliente esattamente nel momento in cui sorge il bisogno e solo per il tempo necessario.
Anche gli investimenti in startup Insurtech dovrebbero superare di 5 volte quelli dell’anno appena trascorso, sfiorando i 100 milioni di euro nel 2022. Secondo l’IIA, l’assicurazione del futuro varrà 10 milioni di euro di premi solo in Italia entro il 2030, ma per far fronte ai nuovi bisogni sarà necessario innovare prodotti e soluzioni.
Guardando però i paesi vicini emerge chiaramente il gap assicurativo che penalizza l’Italia. La stima degli investimenti in insurtech in Francia per il 2021 è stato di 1,3 miliardi di euro, mentre per Gran Bretagna e Germania siamo oltre il miliardo e mezzo.
Dai dati provenienti dalla ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano emerge che a fine 2021 in Italia si contavano 130 realtà Insurtech con 120 milioni di euro di finanziamenti complessivamente raccolti da tutte queste realtà.
Sempre secondo l’IIA, entro il 2032, l’82% dei consumatori si rivolgerà a prodotti assicurativi digitali, rispetto agli attuali 35%. Questa crescita sarà dovuta anche grazie alla distribuzione delle polizze da parte di operatori non finanziari (embedded insurance) come banche, utilities, grande distribuzione ed ecommerce. Un segnale inequivocabile che all’interno del mercato sta maturando un legame sempre più forte tra consumatori e servizi digitali.
Grazie alla digitalizzazione, la gestione di sinistri e altri processi è sempre più semplice ed a portata di tutti, ad esempio, per mezzo di un’unica applicazione, gli assicuratori possono gestire ed unificare il tutto nello stesso luogo. Il che implica un risparmio di tempo sia alla campagnia che allo stesso assicurato.
Secondo quanto rilevato dall’Investment Index messo a punto dall’IIa insieme all’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano, il decollo dell’insurtech è dovuto, oltre alla crescita degli investimenti, anche alla volontà di cooperazione tra startup del settoree compagnie tradizionali. Infatti, i grandi gruppi spesso investono nelle giovani aziende con idee promettenti per velocizzare i processi di innovazione rispetto a quanto sarebbero in grado di fare sviluppando autonomamente le iniziative. Da un lato le compagnie tradizionali hanno un forte vantaggio in termini di economia di scala, quindi diffusi e conosciuti nel territorio, dall’altro lato tuttavia registrano una forte lentezza nei processi di innovazione, problema che non si verifica nelle start up.
Conclusioni
Il futuro dell’assicurazione quindi è totalmente digitale? Direi ibrido.
Il consulente rappresenterà sempre un canale di distribuzione importante, ma dovrà innovarsi per diventare un consulente digitale. Sarà proprio questa infatti la nuova sfida per il mercato assicurativo: la necessità di una nuova figura di assicuratore che abbia la capacità di fondere competenze come data science, intelligenza artificiale, ingegneria matematica. Nei prossimi 10 anni tutte le compagnie dovranno assumere e formare personale sulla base delle nuove professionalità emergenti
Si stanno quindi studiando le condizioni per un profondo cambiamento anche dovuto al nuovo quadro competitivo del settore, basti pensare all’aumento dei fornitori di assicurazioni che non fanno parte del mondo assicurativo, che son passati a 120 a giugno 2021 contro nemmeno la metà nel 2020.
Ma la competizione non aumenta solo tra compagnie assicurative e fornitori non finanziari. I bassi investimenti in insurtech e quindi un’offerta ancora molto bassa, ci rendono un mercato sempre più appetibile per le assicurazioni estere che hanno già iniziato ad insediarsi e si prevede aumenteranno nel 2022, con l’entrata di firme importanti come Tesla insurance, Lemonade e Babylon.
Deborah Ullasci, 21 gennaio 2022