Il Giorno di MontePaschi è arrivato. Ci si aspettava quacosa di nuovo dal PIano Industriale, ed invece si riparte dall’antico: tutte previsioni sui prossimi anni e i soliti oneri 2,5 miliardi di aumento di capitale, a carico dei contribuenti, 4000 esuberi e 150 filiali chiuse.
Il piano industriale introduce un nuovo “naming” per la banca più antica d’Italia ma non un nuovo approccio allo sviluppo ed alla crescita. Tutto cvome nella logica del passato, nessun cambio di marcia.
PIANO INDUSTRIALE 2022 – 2026 “A CLEAR AND SIMPLE COMMERCIAL BANK”
2,5 miliardi di aumento di capitale pagato dai noi contribuenti, l’accorpamento di alcune direzione per ridurre i costi, il potenziamento di Widiba, rete di consulenti finanziari. E poi le note dolenti:
Si prevede inoltre che la trasformazione del modello di business del Gruppo comporti un piano di uscite volontarie mediante il Fondo di Solidarietà che interesserà circa 4.000 risorse, con un risparmio dei costi pari a Euro 270 milioni su base annua a partire dal 2023, a fronte di costi di ristrutturazione pari a circa Euro 0,8 miliardi. Si prevede inoltre una riallocazione di risorse nell’attività commerciale e nei servizi alla clientela.
Ottimizzazione della rete distributiva: riduzione di 150 filiali (di cui 100 entro il 2024), che porterà il numero totale a circa 1.218. Tale ridimensionamento sarà abilitato da (i) logiche commerciali (come chiusura di sportelli non performanti o sovrapposti, ossia a bassa distanza da altra filiale); (ii) estensione modelli «lean» di filiale grazie all’introduzione di tecnologia self (es. ATM evoluti) e (iii) evoluzione delle preferenze dei clienti verso canali digitali e la conseguente riduzione dell’attività della filiale. Sono previste specifiche iniziative di customer care a presidio della salvaguardia della base clienti.
Alle 10.30 la conferenza stampa. Staremo a vedere i commenti, ma soprattutto avremo già visto le reazioni dei mercati.
23 giungo 2022, Leopoldo Gasbarro
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