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Anche Conto Arancio cambia (Unilateralmente) tassi e regolamenti

Ecco la lettera arrivata ai clienti di ING

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La guerra all’eccesso di liquidità sui conti correnti continua. Prima Fineco, poi Unicredit adesso ING con il suo Conto Arancio. La Super Lega delle banche che stanno “unilateralmente” modificando i rapporti di conto corrente con i propri clienti si allarga sempre di più. Cambiano i formati delle lettere, i toni, cambia la modalità grafica, ma il senso resta sempre lo stesso:

Visto il contesto di mercato…

Visti i tassi sempre più bassi…

Visto che…

“Il tasso base di Conto Arancio a partire dal 30 giugno 2021, subirà una diminuzione dallo 0,02% allo 0,001%…Ti informiamo inoltre che alla stessa data ING dismetterà il servizio di alimentazione di Conto Arancio. Pertanto a partire dal 1 luglio 2021 non potrai più utilizzare il servizio di alimentazione per accreditare fondi sul tuo Conto Arancio”.

Poche righe per evidenziare che ormai in quanto a tasso non c’è più trippa per gatti, lo 0,001% è veramente inutile e anche scriverlo, oltre che immaginarlo.

Ma non basta perché da ING sottolineano soprattutto come non si possa aggiungere altra liquidità a quella già accantonata sul Conto Arancio.

Naturalmente nella lettera non manca il riferimento all’articolo 118 del Testo Unico Bancario, articolo che norma le procedure di proposta delle modifiche unilaterali del contratto di conto corrente sottoscritto tra le parti.

In pratica la banca propone (proprio per lo stesso articolo del T.U.B. è costretta ad avvertire il titolare del conto corrente) al proprio cliente la modifica del contratto con i nuovi parametri, come nel caso di ING, ed essendo il cambiamento “UNILATERALE”, l’unica controproposta che il cliente può esercitare è quella di cambiare banca, o accettare la modifica.

Non voglio tornare sui motivi che stanno inducendo molte banche, con lettere e con scelte più o meno palesi ad aumentare i costi o a diminuire la possibilità di aggiungere altro denaro sui conti correnti (negli altri articoli sull’argomento che ho scritto in questo sito trovate tutte le spiegazioni).

Le banche hanno le loro giuste motivazioni, tecniche e di bilancio, per non essere più in grado di sostenere spese che appesantiscono i loro conti. I tassi negativi hanno ribaltato una realtà consolidata da secoli nel mondo bancario, dove non si era mai visto che un istituto “soffrisse” a tal punto le politiche monetarie da dover addirittura rinunciare a mantenere attivi dei depositi.

Ma tant’è.

Dall’altra parte, però, è giusto ricordare anche la ragione dei risparmiatori e ricordare qualche passaggio storico ed essenziale che li ha portati all’immobilismo di oggi.

Oggi.

Ritengo che questo contesto storico, per come si sta delineando, possa rappresentare il tempo

dell’ OCCASIONE IMPERDIBILE per ricucire lo strappo, la lacerazione di fiducia tra istituzioni finanziarie e risparmiatori generatasi con l’avvento soprattutto del Bail-In, la normativa europea sui fallimenti bancari che ha avuto un impatto terribile sul sistema bancario italiano e sul clima di fiducia tra banche e risparmio.

Non dimentichiamo che dal 2015 sono fallite:

B.Marche, CariFerrara, CariChieiti, Banca Etruria, VenetoBanca, Popolare di Vicenza.

A quest’elenco vanno aggiunte le grossissime difficoltà di MontePaschi, di fatto statalizzata, di Banca Popolare di Bari e di Carige, e di tante piccoli Istituti di Credito Cooperativo.

Inoltre al link della Banca d’Italia:

https://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/provvedimenti-vigilanza/index.html

troviamo l’elenco di tutte le attività di vigilanza di Banca d’Italia ancora in essere nei confronti di alcuni soggetti del mondo finanziario.

Dopo la Zuppa Economica di due domeniche fa con Nicola Porro ho ricevuto un mare di mail alle quali sono state allegate lettere ricevute dalle banche sul tema di cui stiamo dibattendo anche in quest’articolo. E il tenore delle vostre lettere mi fa pensare proprio al fatto che oggi ci sarebbe
l’ Occasione Imperdibile perché Banche e risparmio tornino a parlarsi. Non attraverso una lettera di stampo “UNILATERALE” ma  confrontandosi sui temi oggetto delle difficoltà del momento. Provando a ricostruire un rapporto cui è necessario partecipino anche le istituzioni governative. Mario Draghi potrebbe avere in questo un ruolo straordinariamente importante, proprio perché conosce la materia come pochi altri.

E’ solo una questione di fiducia.

E la fiducia va ricostruita prima che la crepa si allarghi senza che nulla possa essere più fatto per tornare indietro.

 

 

Leopoldo Gasbarro