Forse non bastano semplici fusioni, acquisizioni, accorpamenti e cessioni di rami d’azienda per risollevare il settore bancario italiano particolarmente sofferente. Il futuro dello stesso nel suo complesso più generalista sta vivendo una trasformazione. Almeno ci sta provando.
Se potessimo idealmente convocare tutti i principali protagonisti intorno al tavolo della trattativa, l’Abi banchieri e rappresentanti di categoria dovrebbero trovare soluzioni nuove ad oramai vecchi problemi. Risolvibili?
Dipende da troppi interessi contrapposti, da troppe volontà nel perseguire l’obiettivo nonché da un pensare al nuovo. Saranno tutti quanti i diretti interessati capaci di riscrivere un futuro che pare già letto al passato?
Il covid ha purtroppo o per fortuna messo a nudo una situazione che necessita di una presa di coscienza impegnativa. Intuire, escogitare e sviluppare soluzioni e strategie che possano giocoforza trovare la quadra da parte di tutte le istituzioni interessate sarà tanto più difficile quanto il pensare sarà concettualmente strutturato al passato.
E se si traguardasse al futuro ideando soluzioni che sviluppino le basi per una realtà ora inimmaginabile?
Sviluppo della tecnologia, fintech sempre più prepotentemente alla ribalta, debancarizzazione di ulteriori servizi potrebbero supporre e favorire lo sviluppo di figure professionali completamente nuove. Impossibile? Forse più nel pensare che non nel poter fare.
Aggiornare il vecchio al nuovo potrebbe essere più impegnativo che riprogettarne uno ex novo dalle fondamenta. Pensare che si possa cambiare dal venerdì sera al lunedì mattina come un semplice switch è pura fantasia. La componente abilità e competenze all’interno di questo nuovo scenario risulteranno determinanti per portare a termine qualsiasi nuovo progetto.
Associare una nuova realtà che possa integrarsi a quella già presente potrebbe essere una valida alternativa? L’ostacolo maggiore?
Il concetto di “banca aperta” che si sta sviluppando con segnali inequivocabili.
Bancomat condivisi, app che permettono di gestire rapporti bancari su diversi istituti, filiale che un domani potrebbero essere “open” e “plurimarche”. A tutto ciò dovrebbero essere abbinate una o più nuove figure professionali capaci di sfruttare al meglio questi nuovi modi di interpretare vivere e lavorare la nuova realtà bancaria.
Ipotizzabile, irrealizzabile o illusorio…. tutto può essere. Inevitabilmente qualcosa dovrà cambiare.
Ogni novità presunta, reale o semplicemente ipotizzata che sia porta con sé dubbi e problematiche il più delle volte declinate negativamente. Le occasioni e le opportunità comunque non mancheranno per chi avrà capacità e voglia di essere parte attiva di questo cambiamento epocale.
Giovanni Cedaro