L’Italia si posiziona il secondo Paese più rappresentato in Europa con le sue 12 challenger banks (Hype, Widiba, Illimity, Tinaba, Banca Progetto, Banca CF+, GBank, Tot, Guber, ViviBanca, CherryBank, Banca Aidexa). Arriva primo il Regno Unito (37). Sono solo 9 le quotate in Borsa (unica italiana Illimity). A comunicarlo è l’area studi di Mediobanca che ha presentato il secondo capitolo di una serie programmata di report sul mondo FinTech (il primo, sul PayTech, è stato pubblicato lo scorso dicembre), dedicato alle 96 challenger banks europee.
Gli operatori italiani hanno brillantemente superato il primo anno pandemico con crescite a doppia cifra, come il margine di intermediazione (+42,2% sul 2019), crescono inoltre gli investimenti e la fiducia nei loro confronti che con una raccolta di €3,5 miliardi nel 2021 (+129,5% sul 2020) di capitale a supporto della crescita e ulteriori €1,8 miliardi nel primo semestre 2022.
Aziende che portano non solo una sempre maggiore innovazione ma anche forza lavoro registrando +18% nel 2020 sul 2019 e +5,7% nel 2021 sul 2020.
Tuttavia gli italiani si dimostrano ancora restii al cambiamento. Il Paese si posiziona nelle retrovie per utilizzo dei servizi bancari online: il 45% degli italiani, contro una media Ue del 58 con punte del 90% nei Paesi del Nord come Norvegia, Danimarca e Finlandia e dell’86% nel Regno Unito. Tale dinamica ha subìto però un’accelerazione durante il periodo pandemico ed è il risultato dell’evoluzione dei gusti della clientela, sempre meno fidelizzata e più indirizzata verso la multicanalità (filiale, web, mobile e telefono).
Cosa sono le Challenger banks e differenza con le banche tradizionali
Le challenger banks, dal loro nome (challenger =sfidanti) sono banche digitali che offrono servizi finanziari e bancari con lo scopo di “sfidare” il sistema bancario tradizionale offrendo ai clienti servizi personalizzati, meno burocrazia e maggiore rapidità di risposta. La loro caratteristica principale è che i loro servizi sono accessibili esclusivamente tramite app e smartphone.
Non dispongono di nessuna filiale fisica. Non come alcune banche reti (vedi Fineco o Banca Mediolanum) che si dichiarano senza filiali e offrono servizi digitalmente ma hanno comunque uffici in cui i clienti possono interagire con persone fisiche.
Grazie alla forte connotazione tecnologica, all’assenza di filiali fisiche e a una dotazione di personale molto contenuta possono applicare ai clienti costi più bassi, con pacchetti base spesso gratuiti che attraggono soprattutto i millennials. Analizzando la composizione delle banche che sfidano il sistema, sempre secondo il report di Mediobanca, emerge un forte peso dei costi di consulenza, dei servizi in outsourcing e della pubblicità: la struttura snella degli organici impone alle challenger bank di rivolgersi all’esterno per ottenere servizi altrove svolti internamente”.
Situazione settore bancario in Europa e Italia
Nell’ultimo decennio il settore bancario europeo ha vissuto un calo strutturale dei ricavi e dei margini, dipeso dall’appiattimento dei tassi e dagli effetti delle nuove regolamentazioni, poi aggravato dalla pandemia e dall’attuale scenario geopolitico. Queste sfide hanno obbligato le banche tradizionali ad applicare tagli e restrutturazioni.
Una riduzione prima di tutto del personale bancario che in 10 anni, tra il 2010 e il 2020, è sceso in Italia del 14,8% (-34,4% in Spagna, -26,4% nel Regno Unito e -13,9% in Germania) una riduzione più drastica proprio degli sportelli che scendono a -30,1% in Italia (-48,3% nel Regno Unito, -48,1% in Spagna, -36,8% in Germania). Calo obbligato anche a causa della diminuizione di accesso agli sportelli bancari per utilizzare il canale online di cui, al 2020, si avvaleva il 67% degli italiani.
Le banche tradizionali soccomberanno alle challenger banks? La chiave è la collaborazione o adattamento ai nuovi trend. È il caso, per esempio di Credito Fondiario, l’istituto sardo nato a fine 1800 che si è trasformato in Banca CF+ con l’ obiettivo di cogliere le opportunità che il fintech offre passando da banca tradizionale a Challenger Bank.
Deborah Ullasci, 15 luglio 2022