Banche italiane alle grandi manovre nel business del mattone, con un occhio particolare a Milano, la città di City Life e del Bosco verticale. L’ultima a muovere è stata Intesa Sanpaolo, che questo pomeriggio ha annunciato un accordo con Coima per valorizzare un portafoglio di immobili di sua proprietà che hanno un valore complessivo superiore a 500 milioni.
Poche settimane fa Unicredit aveva annunciato un investimento da 2,5 miliardi insieme a Prelios per il maxi-progetto di riqualificazione degli ex snodi ferroviari di Milano: Farini e San Cristoforo.
Prelios è peraltro una concorrente di Coima che tramite le sue controllate gestisce oltre 30 fondi immobiliari con più di 10 miliardi di euro di investimenti e in 50 anni ha sviluppato e gestito immobili per oltre 5 milioni di metri quadrati. Intesa è invece il primo istituto di credito del Paese con impieghi per 430 miliardi.
Intesa conferirà i propri cespiti ad alcuni veicoli d’investimento gestiti da Coima Sgr, ricevendo in cambio quote dei veicoli stessi. L’operazione, che comporta una significativa riduzione del patrimonio immobiliare di Ca de’ Sass, coinvolge in particolare:
- tre immobili, definiti “prime”, situati a Roma in via dei Crociferi, a Milano nelle centralissime via Clerici e in via Verdi;
- ulteriori cespiti in via di liberazione o di dismissione nei prossimi mesi. Sono dislocati in diverse città tra cui, oltre a Milano e Roma, ci sono Torino, Brescia, Bergamo, Bologna, Padova e Firenze.
Una partnership, quella siglata tra Intesa e Coima, da leggere anche in considerazione dei nuovi vincoli ambientali previsti dalla direttiva dell’Unione europea sulle case green. I due gruppi, inoltre, stanno studiando la possibilità di ulteriori collaborazioni sempre nell’immobiliare.
La banca prosegue così nella gestione smart dei propri palazzi, annunciata dall’amministratore delegato Carlo Messina, anche considerando la forte accelerazione verso il nuovo modo di lavorare post Covid e il rinnovo degli uffici.
Per quanto riguarda i cespiti non strumentali è prevista invece una piena valorizzazione degli asset attraverso cessioni e gestioni attive come, ad esempio, locazioni o creazioni di nuovi business.
Per approfondire leggi anche: Messina ridisegna la squadra di comando di Intesa Sanpaolo.
Tra Intesa e Unicredit prosegue poi la sfida sulla capitalizzazione di Borsa. Malgrado il titolo Unicredit sia quasi raddoppiato di valore in un anno (+93%) grazie all’apprezzamento del mercato per i risultati ottenuti dall’amministratore delegato Andrea Orcel, Ca de’ Sass (+44% in un anno) resta davanti con 64,9 miliardi contro 59,6. Ma la gara resta aperta.