Ne “La Repubblica“, il filosofo greco Platone parlava dell’allegoria della Caverna: in questa storia egli paragonava l’umanità a un gruppo di persone che ha passato la propria vita, tutta la proria vita, all’interno di una caverna.
Ogni giorno essi vedevano le ombre muoversi sulle pareti e, non potendo vedere gli oggetti che si trovavano al di fuori e che creavano le ombre, pensavano erroneamente che quelle figure fossero reali.
Così, quando viviamo le nostre esperienze nel mondo attraverso il filtro della mente umana, è come se guardassimo le ombre sulle pareti di una caverna.
Se Platone vivesse oggi non so se utilizzerebbe la caverna come simbologia o se parlerebbe di “infodemia”, se sostituirebbe la caverna, il mito della caverna, con la realtà trasformata e dettata dalle infinite informazioni che riceviamo oggi. Ma la realtà percepita è essa stessa realtà a tutti gli effetti. E’ come quando nell’esperimento con il criceto, lui impara che non può passare da una gabbia l’altra perché una parete di vetro gli impedisce di farlo. Togliere la parete non risolve il problema. Il criceto non passa dall’altra parte.
Così anche adesso, con il ritorno dei titoli di stato, tutti sembrano essere tornati a vivere felici. Nessuno ha approfittato di questi anni a tassi zero per guardare davvero ad altre strade. E adesso?
I rendimenti dei titoli di stato con un anno di durata è salito al 3,179%. Il tesoro ne ha collocati 7 miliardi nel corso dell’ultima asta. Tutti contenti quindi? Lo Stato che fa cassa, i risparmiatori che trovano nuova linfa e credito per alimentare i propri sacrifici, contente le banche per le commissioni di compravendita e d’intermediazione incassate?
Tutto bene quindi? Davvero tutti felici e contenti? Bhe che qualcuno ricordi al Mondo, che lo stato s’indebolirà ed indebiterà di più, le banche perdereanno commissioni più interessanti, ma soprattutto i risparmatori si vincoleranno ad un anno per poi non sapere cosa fare? Siamo sicuri che è proprio tutto così bello?
10 Febbraio 2023 LEOPOLDO GASBARRO