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Il mercato si spacca sulla scalata di Mps a Mediobanca

Divisi anche i Proxy advisor, Iss e Glass Lewis danno giudizi opposti. Dbrs-Morningstar promuove il rating di Siena

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La clamorosa scalata di Monte Paschi a Mediobanca, che è il crocevia finanziario da cui si controllano le Generali, continua a dividere non solo i grandi soci ma anche i proxy advisor. Cioè i “signori delle deleghe” che per mestiere suggeriscono agli investitori come votare per esempio proprio in occasione di un’Opa.

La crepa tra i proxy è diventata una spaccatura ieri quando gli esperti di Glass Lewis si sono schierati con Mps, raccomandando ai soci della banca di Rocca Salimbeni di votare a favore dell’aumento di capitale a servizio dell’offerta pubblica lanciata verso Mediobanca. L’assemblea del gruppo senese è in calendario il 17 aprile.

Secondo i conteggi di Glass Lewis insomma la scalata di Mps a Piazzetta Cuccia crea valore, anche grazie alla “comprovata esperienza” del suo amministratore delegato Luigi Lovaglio. Questo – scrive il proxy advisor – sebbene esistano alcuni rischi di esecuzione, viste anche le diverse culture delle due banche.

Solo venerdì scorso, i colleghi di Iss (Institutional Shareholder Services) si erano invece posizionati dall’altra parte della barricata, esprimendosi affinchè gli azionisti di Rocca Salimbeni bocciassero la ricapitalizzazione. Perchè quella di Siena è una offerta ostile, che prova a incastrare due realtà molto differenti tra loro, e perchè la preda (Mediobanca) capitalizza in Borsa di più del predatore (Mps).

Monte Paschi ha subito obiettato a stretto come Iss trascurasse alcuni elementi chiave della propria offerta su Mediobanca e come l’analisi presentata risultasse poco accurata. Chiunque abbia ragione, resta il fatto che gli advisor internazionali sono spaccati in due sull’operazione che promette di cambiare gli equilibri che da decenni reggono la grande finanza italiana.

Si tratta di un terremoto di portata mai vista che, almeno per il momento, la Intesa Sanpaolo guidata da Carlo Messina guarda da spettatore. Come ha spiegato in questo articolo Nicola Porro dietro all’Offerta pubblica di Monte Paschi su Mediobanca però c’è ben altro. 

Ricordiamo i due schieramenti sul campo di battaglia:

  • da un lato c’è Mediobanca, che punta allo status quo sia al proprio vertice con Alberto Nagel sia a Generali, il cui l’amministratore delegato Philippe Donnet ha appena presentato un piano industriale molto solido e profittevole;
  • dall’altro ci sono i grandi soci dissenzienti che pensano occorra una svolta sia a Piazzetta Cuccia sia al Leone di Trieste. Si tratta dell’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone e di Delfin, la holding guidata da Francesco Milleri a cui fa capo il big degli occhiali Essilor Luxottica.

Lo scontro è seguito con grande attenzione dal governo e in particolare dal ministero dell’Economia di Giancarlo Giorgetti, preoccupato che la partnership nel risparmio gestito che Generali ha firmato con la francese Natixis si traduca in un trasloco del “tesoretto” degli italiani nelle mani dei transalpini.

Il Parlamento è sulle barricate e l’esecutivo non ha fatto mistero di essere pronto a ricorre al golden power per proteggere l’asset strategico del risparmio. Donnet ha comunque già lanciato un segnale di distensione, rassicurando che il Leone non solo manterrà il propio impegno sui Btp in portafoglio ma potrebbe anche incrementarlo.

Il Tesoro è inoltre ancora il primo azionista dei Mps attorno al quale sta costruendo il terzo polo del credito. L’idea dell’esecutivo era coinvolgere nel progetto il Banco Bpm di Giuseppe Castagna.

L’Offerta pubblica di Unicredit guidato da Andrea Orcel sul gruppo di Piazza Meda ha tuttavia scombinato tutti i piani. Unicredit si è inoltre posizionato con forza nel capitale di Generali. Si vedrà, il primo passo è l’imminente esito dell’offerta con cui Castagna ha comprato i fondi di Anima.

leggi anche: Stoccata di Giorgetti alle grandi banche: ricordatevi di fare prestiti.

In ogni caso Lovaglio ha raggiunto un altro traguardo nel rilancio di Mps. L’agenzia di rating Dbrs-Morningstar ha ricollocato i bond di Siena tra quelli “investment grade” cioè affidabili, con prospettive (cioè outlook) positive.  E insomma possibile che Siena sia promossa ancora, un buon viatico per la grande sfida su Piazzetta Cuccia.

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