L’allungamento dei tempi di risoluzione al 2023, e l’outlook meno negativo di fitch hanno invertito il trend in borsa del titolo MPS.
Dopo ottobre 2021, sulla fusione tra unicredit e MPS riprendono le trattative Roma Bruxelles
Dopo che ad ottobre è sfumata la proposta di fusione tra Unicredit e la banca senese, è rimasta in stand by l’operazione di privatizzazione prevista per la MPS. “Un’occasione persa” per Unicredit, definisce Kepler Cheuvreux, compagnia indipendente europea di servizi finanziari, che insiste a tal proposito sostenendo che la fusione “avrebbe potuto rafforzare la posizione competitiva di Unicredit in Italia, aggiungendo una quota di mercato del 3-4% al suo 11-12% aumentando il valore dell’azione del 13%”. Per ora, rimangono tutti in attesa di conoscere quali siano i piani del Mef al riguardo, essendo tuttora il ministero il maggior azionista della banca con una quota del 64%.
Secondo il quotidiano il Messaggero, il tesoro avrebbe infatti in mente di privatizzare la banca entro fine 2023, salvo interventi della Commissione Europea che potrebbe concedere 18 mesi di tempi supplementari per gestire l’uscita del Tesoro dalla banca.
Questi sembrerebbero anche essere i tempi concessi dall’UE per permettere alla banca di adempiere ai processi necessari per realizzare la sua privatizzazione, tra i quali: la ristrutturazione dell’istituto attraverso la cessione dei crediti deteriorati, la separazione delle cause legali e un’iniezione di capitale pari a circa 3 miliardi.
Con questi propositi, in quest’ultima settimana, la riapertura del dialogo tra MPS e Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) per il riavvio delle trattative con DG COMP (Dictetorate General for competition, direzione generale della concorrenza) ha avuto conseguenze immediate.
Le quotazioni del titolo MPS sono infatti salite dell’8,51% negli ultimi cinque giorni. Risultato notevole se considerato nel contesto attuale, in un mercato con indici mondiali in calo.
Flashback: dicembre 2020, agenzia di rating Fitch su MPS: “NEGATIVO”
Secondo quanto riportato da radiosienaTV, a dicembre 2020, l’agenzia di rating Fitch, a seguito del cambio di prospettiva sulle valutazioni di MPS aveva rivisto il rating watch sui rating di lungo termine della banca da “evolving” a “negativo”.
Il cambio di prospettiva sulle valutazioni di MPS era dovuto al deterioramento del capitale della banca, alla materializzazione di rischi legali maggiori del previsto e per l’impatto dello spin-off di attività e passività a favore di Amco, società che opera nel settore della gestione e del recupero di crediti deteriorati. Questi fattori avevano previsto uno shortfall patrimoniale. Con questa previsione, Fitch aveva assicurato una presa di decisione sul credit watch negativo dal momento in cui ci sarebbe stata maggiore chiarezza sull’aumento di capitale per la banca.
Oggi, la rivalutazione di Fitch e l’inizione di capitale portano ad una svolta per la Banca Monte dei Paschi di Siena
Fine novembre 2021 e, secondo il report di teleborsa, l’agenzia Fitch ha rimosso il titolo MPS dal “rating watch negativo” a seguito della riduzione dei rischi per la capitalizzazione e la riduzione dei rischi legali. Queste riduzioni hanno mitigato l’atteso shortfall di capitale. Fitch rating conferma quindi tutti i rating dell’istituto (inclusi rating standalone) a “B” con outlook “evolving”.
L’agenzia di rating, oggi, è sicura nell’affermare che i rischi per la capitalizzazione di MPS “sono diminuiti poiché la banca è tornata ad una redditività positiva nel 2021, oltre ad aver implementato azioni per rafforzare i suoi coefficienti patrimoniali regolamentari e ad aver ridotto la sua esposizione a rischi legali”.
Sembrerebbe infatti che il deficit di capitale previsto della banca, relativo ai requisiti SREP (processo di revisione e valutazione prudenziale, uno dei più importanti indicatori della solidità di una banca), si sia ridotto rispetto alle precedenti aspettative.
Da sottolineare anche che il Mef contribuirà direttamente nel colmare il deficit con un aumento di capitale nel 2022.
L’outlook “evolving” riflette invece “la significativa incertezza residua per i creditori di MPS”. Se l’aumento di capitale venisse ritardato in modo significativo o l’importo di cui è costituito fosse limitato da considerazioni sugli aiuti di Stato, il profilo creditizio di MPS potrebbe risentire di un’incapacità di ristrutturare con successo e di un danno reputazionale.
Di Emanuela Affatato, 6 dicembre 2021