Intesa Sanpaolo batte le stime degli analisti segnando 2,4 miliardi di utili nel terzo trimestre e conferma per l’anno in corso l’obiettivo di superare quota 8,5 miliardi. Una mossa inaspettata dal mercato ma anche e il modo migliore per far capire che i maxi-tassi della Bce hanno senza dubbio molto aiutato i bilanci del credito, ma che esistono anche altri strumenti per crescere. Il tutto malgrado una zona euro ormai con il Pil stagnante e la Germania in crisi.
Alla iniezione di fiducia di Intesa sui conti e obiettivi è seguito l’intenzione di avviare, dopo quello da 1,7 miliardi terminato a ottobre, un nuovo piano di buyback visto il notevole capitale in eccesso. Va da sè inoltre che i maggiori utili si tradurranno in dividendi più generosi per gli azionisti della prima banca italiana: sono circa 5 i miliardi già accantonati, di cui 3 saranno distribuiti già questo mese a titolo di acconto (interim dividend).
Si tratta di risultati “eccellenti”, che segnano il record sui nove mesi (+17% a 7,1 miliardi l’utile), commenta l’amministratore delegato Carlo Messina posizionando l’asticella dei profitti non più a 8,5 ma a circa 9 miliardi alla fine del 2025.
A spingere i conti sono stati diversi fattori strutturali che proseguiranno nei prossimi anni, tra questi vale la pena ricordare:
- le commissioni del wealth management;
- le ricadute dei massicci investimenti in tecnologia anche per il cloud;
- la razionalizzazione dei costi associata al massiccio ricambio generazionale, che prevede 4mila uscite volontarie entro il 2027 e l’assunzione di 3.500 giovani.
Il gruppo ha chiuso 889 filiali dal quarto trimestre del 2023 alla luce della banca digitale, e oggi Isybank è ormai giunta a 2,1 miliardi di depositi e a oltre 400mila conti correnti aperti da nuovi clienti, di cui la gran parte con meno di 35 anni.
La capitalizzazione di “Intesa, ha proseguito il banchiere, ha raggiunto lo stesso raggruppamento della francese Bnp Paribas e della spagnola Santander, che pur hanno una “dimensione di bilancio ben superiore”. Il titolo in Borsa è rimasto piatto ma l’agenzia Fitch ha subito alzato l’outlook della banca, cioè le sue prospettive, a “positivo” confermandone il rating.
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La solidità Cet 1 ratio sale infatti al 13,9%, a fronte di un flusso di crediti deteriorati che resta ai minimi. Le imposte pagate 4,6 miliardi di euro, in aumento di 700 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2023. Parole che suonano come un chiaro messaggio al governo sul contributo aggiuntivo previsto dalla manovra.
Il tutto, visto che il Monte dei Paschi in cerca di un compratore dopo la discesa obbligata del Tesoro non può essere un target di Intesa per evidenti problemi di Antitrust, in attesa che la scalata di Unicredit alla tedesca Commerzbank trasporti definitivamente il gioco di fusioni e acquisizioni trala banche in una dimensione paneuropea.