Alla fine di settembre scorso i numeri della richezza delle famiglie italiane hanno registrato un calo molto consistentte. Il calo misurabile, secondo i dati del bollettino statstico di Banca D’Italia, sarebbe nell’ordine di 292 miliardi di euro se prendiamo come termine di paragone la ricchezza accumulata alla fine di settembre del 2021, mentre, se facciamo riferimento al dato di fine anno 2021 la perdita misurabile sempre a settembre del 2022 ci parla di ben 407 miliardi di perdita. Insomma una situazione che aggiunge complicazione a complicazione.
Eppure, solo qualche giorno fa, Bankitalia ed Istat avevano pubblicato un report con i dati relativi alla ricchezza delle famiglie italiane, dati che però mettono in rapporto ciò che è accaduto nell’anno 2021 e lo paragonano al 2020, e quindi in ritardo di nove mesi rispetto a quelli che vi abbiamo raccontato nell prime righe di questo articolo. Da questo confronto sembrerebbe che le cose funzionino sufficientemente bene infatti a leggere il report emerge che:
“Alla fine del 2021 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 10.422 miliardi di euro; rispetto all’anno precedente è cresciuta del 3% in termini nominali .
Restando sul report relativo al solo 2021 al dato di crescita del 3% sarebbe necessario scomputare la quota di nuovo risarmio accantonato e che rappresenta circa un terzo della crescita, per un importo che sfiora e supera i 110 miliardi di euro. Si tratta di una somma importante che si aggiunge all’accantonato (nuovo risparmio), di ben 126 miliardi che gli italiani avevano messo da parte nel 2020, l’anno della Pandemia e del lockdown.
Ciò detto ecco che la crescita effettiva dei risparmi sarebbe all’incirca del 2%. Sempre crescita sarebbe anche se confrontata ai merati finanzairi di quel periodo è poca roba. Insomma, per farla breve, il 2% o poco meno di crescita del 2021 è un numero alto o basso rispetto al contesto finanziario con cui si confronta?
In realtà il 2021 è stato un anno da incorniciare. Vediamo due numeri.
Il Ftse Mib ha registrato un incremento del 23%,
Parigi (29,21%) e Amsterdam (28,12%),
Dax tedesco +15,79%,
Madrid a +17,9%
Londra a +14,6%.
Dow Jones +19,3%.
S&P500, +27,79%.
Insomma visti i numeri di quei mercati due domande dovrremmo farcele: chi guida e sceglie per i nostri investimenti, per trasformare il denaro in qualcosa di produttivo, per fare in modo che il denaro lavori per noi? Soprattutto bisognerebbe fare in modo che, pianificandolo nella maniera corretta in base alle esigenze di chi lo possiede, il risparmio sia in qualche modo tutelato nei momenti di ribasso come quelli del 2022, ma che sappia sfruttare al meglio i boost di stagioni come quella del 2021.
Ma i dati, oggi, ci permettono di guardare il film della storia recente fino alla fine di settembre del 2022.
Così, se il totale della sola ricchezza finanziaria è passata dai 4.936 miliardi del 2020 ai 5.256 del 2021, allo stesso modo se prendiamo proprio i dati forniti da Banca D’Italia nella tavola 27 in cui invece, il dato è fortemente negativo essendo passato dai 5.256 miliardi di fine 2021 ai 4.830 miliardi di fine settembre del 2022.
Insomma quale potrrebbe essere la morale per tutto questo?
Gli italiani non sanno investire, non hanno prospettive, non pianificano e non approfittano dei momenti positivi mentre si “beccano” tutti quelli negativi.
Resta il fatto che il mondo della finza dovrebbe fornire maggiori indicazioni, dovrrebbe farlo con tempi più stretti e fornendo il massimo della trasparenza in termini di attualità. La percezione e la realtà ci dicono tutt’altro, ed anche i numeri dicono altro, può risultare distorsivo nel rapporto persone, famiglie e imprese ed istituzioni.
Insomma visti i numeri di quei mercati due domande dovrremmo farcele: chi guida e sceglie per i nostri investimenti, per trasformare il denaro in qualcosa di produttivo, per fare in modo che il denaro lavori per noi? Soprattutto bisognerebbe fare in modo che, pianificandolo nella maniera corretta in base alle esigenze di chi lo possiede, il risparmio sia in qualche modo tutelato nei momenti di ribasso come quelli del 2022, ma che sappia sfruttare al meglio i boost di stagioni come quella del 2021.
28gennaio2023 LEOPOLDO GASBARRO