Diminuiranno i prestiti per le imprese, saranno azzerate le operazioni di pagamento e la guerra tra banche centrali e big del web penalizzerà le banche sul territorio. Il colpo di grazia? L’introduzione delle valute digitali. Il Mondo delle banche non sarà più lo stesso. (Prima parte).
Le banche sono uno dei motori dell’economia moderna, ma il modo in cui lavorano è fortemente minacciato da tutto il nuovo che avanza. Le banche commerciali, quelle che noi usiamo tutti i giorni, sono rimaste molto, troppo, “fedeli” al proprio modello ed ora rischiano di essere spazzate via dall’accelerazione digitale. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire bene quello che sta accadendo.
Come funziona da sempre una banca?
Torniamo agli albori del sistema bancario, quando le banche immagazzinavano oro per gli investitori. Resosi conto che era improbabile che tutti rivendicassero il loro oro allo stesso tempo, iniziarono a prestare alcuni di questi depositi ad altre persone. Ciò fruttò denaro alla banca attraverso gli interessi e contribuì ad alimentare l’economia consentendo ai depositi inattivi di alimentare nuovi affari e scambi.
Col passare del tempo, le banche hanno iniziato a emettere banconote o pagherò, piuttosto che distribuire fisicamente oro e questi pagherò iniziarono a essere scambiati nell’economia. Ciò significava che la quantità di denaro in circolazione era molto maggiore del valore dell’oro detenuto dalle banche. Quindi i prestiti bancari avevano in effetti creato nuova moneta. Oggi la moneta è sempre di più in formato digitale.
Il principio fondamentale però non cambia. Ogni volta che la banca fa un nuovo prestito, crea nuovo denaro. In effetti, il 90% del denaro nel mondo è costituito da depositi digitali che sono stati creati dalle banche in questo modo. Questo è estremamente importante per l’economia.
Ma questo delicato equilibrio è minacciato da una rivoluzione ed è dettata dal modo in cui si finanziano le imprese e dal modo in cui le persone usano il denaro.
ASSET TANGIBILI ED INTANGIBILI
Un numero crescente di imprese non si affida più alle banche per ottenere prestiti. Questo perché le imprese erano dotati e proprietari di asset tangibili – come macchinari, capannoni ed altri generi di prodotti per i quali le banche erano felici di prestare i loro capitali che potevano recuperare, in caso di inadempienze da parte dei mutuatari, proprio rifacendosi sui beni.
Ma i beni immateriali come i software – asset intangibili – non possono essere facilmente registrati come garanzia per un prestito bancario. Il mondo è cambiato in un modo che rende più difficile per le banche finanziare il tipo di parti più innovative dell’economia. E la maggior parte delle aziende oggi vanno valorizzate soprattutto per la parte intangibile del loro valore.
Se vuoi ottenere finanziamenti come startup della Silicon Valley, in generale dovrai rivolgerti a persone che sono investitori azionari in modo che si prendano una fetta della tua attività in cambio di un po’ di soldi.
E non sono solo le startup innovative che si rivolgono altrove per i finanziamenti. Dagli anni ’50 la quota dei prestiti bancari come percentuale del PIL è rimasta relativamente stabile. Allo stesso tempo, i prestiti e i titoli non bancari sono aumentati notevolmente.
Tutti i beni fisici posseduti da tutte le società nell’S&P500, (l’indice che misura le 500 più grandi aziende americane) tutte le auto, gli edifici per uffici, le fabbriche e le merci genererebbero una somma netta che non raggiunge nemmeno il 20% del valore di $ 28 trilioni dell’indice. Quindi il resto del valore proviene da beni che non possono vedere toccare o contare: algoritmi, marchi ed elenchi, brevetti, cervelli.
Già nel 1985, ad esempio, prima che la Silicon Valley arrivasse a dominare i ranghi delle più grandi società americane, i beni tangibili tendevano ad essere più vicini alla metà del valore del mercato. Il cambiamento vero è partito dopo la crisi finanziaria del 2008 e sta accelerando a causa del Covid-19. Il valore delle società intangibili come Google aumenta vertiginosamente mentre le azioni di aziende che hanno fabbriche, alberghi, grattacieli o aerei languiscono.
Un esempio? Un’azienda come Adobe Inc., i cui programmi hanno modificato l’industria della stampa. Le sue formule e i suoi algoritmi sono così preziosi che anche con una capitalizzazione di mercato di 237 miliardi di dollari, il valore delle sue risorse concrete e tangibili risulta praticamente praticamente pari a zero . Adobe impiega più di 22.000 persone, sotto ogni punto di vista.
Le azioni Adobe sono aumentate del 50% quest’anno, parte di un’impennata delle azioni tecnologiche che ha aggiunto $ 2 trilioni alla loro capitalizzazione di mercato.
Le aziende dello S&P500 detenevano più di 21 trilioni di dollari in beni immateriali alla fine del 2018, più del doppio del 2005 ( centro di ricerca Ponemon Institute e Aon Plc,). Questo è l’84% del valore di mercato dell’S & P 500, il massimo in assoluto.
Insomma, più cresce la quota di beni intangibili, più si avvicina la fine di una delle attività primarie delle banche commerciali.
Ma questa è solo la prima parte del puzzle…
A domani per la seconda…