Secondo i dati comunicati da CRIF, con la ripresa economica frenano le richieste di credito da parte delle imprese (-18,8% nel terzo trimestre 2021) ma cresce l’importo medio:
- La contrazione riguarda sia le imprese individuali (-27,2%) sia le società di capitali (-13,5%).
- Nel Q3 2021 continua ad aumentare (+20,5%) l’importo medio richiesto, che arriva a 103.701 Euro, decisamente al di sopra dei livelli pre-Covid.
Il consolidamento della ripresa economica con il conseguente aumento dei flussi di cassa ha attenuato le esigenze di liquidità delle imprese, con il risultato che il numero delle richieste di credito nel terzo trimestre del 2021 è diminuito del -18,8% rispetto al Q3 2020.
Questo riporta i volumi di richieste sui livelli pre-Covid dopo il picco del 2020. È quanto emerge dall’analisi delle istruttorie di finanziamento registrate su EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF.
Entrando nello specifico, il trend in atto riguarda sia le Società di capitali, che nel terzo trimestre dell’anno hanno fatto segnare un -13,5%, sia le Imprese individuali, per le quali la contrazione è stata addirittura del –27,2% in virtù della progressiva normalizzazione della situazione di realtà che erano risultate particolarmente esposte agli effetti della pandemia.
“Analogamente a quanto rilevato anche nel precedente trimestre, anche nel terzo trimestre dell’anno si conferma il trend di rallentamento delle richieste di credito delle imprese, che hanno meno tensioni sul fronte della liquidità grazie al progressivo consolidamento delle prospettive di crescita economica – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF. – La combinazione tra il miglioramento della congiuntura economica e gli effetti dei provvedimenti straordinari varati per minimizzare l’impatto della pandemia sull’economia reale, in primis le moratorie, hanno avuto un impatto significativo sul contenimento della rischiosità creditizia e questo ha favorito anche politiche di erogazione più distese. Malgrado il ritorno a un ciclo economico favorevole grazie anche all’attuazione del PNRR, il progressivo venire meno dei provvedimenti che hanno consentito di sospendere il pagamento delle rate potrebbe determinare un peggioramento della qualità del credito per cui è auspicabile un superamento graduale di queste misure per evitare ulteriori shock”.
Andamento delle richieste di credito da parte delle imprese italiane
ROBUSTA CRESCITA PER L’IMPORTO MEDIO RICHIESTO
Nell’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF si conferma anche il deciso incremento dell’importo medio richiesto (+20,5%), che nel terzo trimestre dell’anno si è attestato a 103.701 Euro. Si tratta di una decisa impennata rispetto al valore mediamente richiesto non solo nel 2020 ma anche negli anni precedenti.
Complessivamente più di 5 richieste su 10 (il 54,6% del totale, per la precisione) presenta un importo inferiore ai 20.000 Euro in funzione della preponderanza delle istruttorie riconducibili a micro e piccole imprese.
Per quanto riguarda le Imprese individuali, che rappresentano la spina dorsale del tessuto economico e produttivo nazionale, le richieste di credito hanno visto un importo medio pari a 37.324 Euro (+24,1% rispetto al corrispondente periodo 2020).
Per le Società di Capitali, invece, l’importo medio richiesto ammonta a 138.206 Euro, segnando un incremento del +14,6%.
“La contrazione del numero di richieste accompagnato dal contemporaneo aumento dell’importo medio dei finanziamenti può essere letto come il consolidamento della tendenza delle imprese a frazionare meno le fonti approvvigionamento grazie a condizioni di offerta più distese. Nello specifico tendono a fare meno richieste di importo contenuto a più istituti bancari e a rivolgersi principalmente alle proprie banche di riferimento con le quali hanno rapporti consolidati” – aggiunge Capecchi.
ANDAMENTO REGIONALE DELLE RICHIESTE DI CREDITO DALLE IMPRESE
A livello regionale, nel terzo trimestre del 2021 si registrano contrazioni particolarmente significative delle richieste di credito soprattutto nelle Marche (-25%), Basilicata (-24,7%) e Liguria (-22,9%) ma va sottolineato come nessuna regione abbiaa fatto registrare una variazione positiva.
Il Trentino-Alto Adige, invece, è la regione caratterizzata dall’importo medio più elevato (151.335 Euro), seguita da Lombardia (111.003 Euro) e Lazio (106.534 Euro). All’opposto, l’ammontare più basso è stato riscontrato in Valle D’Aosta (43.598 Euro), Sicilia (57.808 Euro) e Sardegna (66.560 Euro).