Banca

Le scelte che le banche centrali non sanno più prendere

Goldilock economy

Fino all’inizio dello scorso anno la narrazione comune era che fossimo nel migliore dei mondi possibili (almeno per la finanza): il connubio bassa inflazione-bassa crescita economica permetteva di gestire la situazione in maniera abbastanza tranquilla da parte delle banche centrali.

Il Quantitative Easing continuava dall’ormai lontano 2008 seppur in forme diverse e in momenti diversi (l’Europa al solito era arrivata molto dopo gli Usa), grazie al continuo acquisto di titoli da parte della Fed, della Bce, della Boj e delle altre banche centrali i tassi reali erano spinti inesorabilmente verso il basso (fenomeno noto come “repressione finanziaria”).

Attraverso questo meccanismo si puntava a far arrivare denaro all’economia reale e a stimolare la crescita, operazione in effetti riuscita solo in parte; la grande massa monetaria riversata sul mercato ha portato a una crescita esponenziale degli asset finanziari, molto meno dell’economia reale, tanto è vero che proprio ieri il solito Charlie Bilello pubblicava un approfondimento intitolato “The Stock Market Is Not The Economy” (il mercato azionario non è l’economia) illustrando come non ci sia una correlazione netta tra l’andamento dell’economia e quello dei mercati azionari, avendo questi ultimi un percorso poco prevedibile e legato a logiche opportunistiche (anche se è vero che nel lungo termine a un’economia in crescita corrisponde una forza crescente delle sue aziende e – coerentemente – un mercato azionario brillante).

Il meccanismo ha comunque continuato a funzionario e l’ambiente che si era venuto a creare era stato ribattezzato già negli anni novanta Goldilocks Economy (espressione coniata dall’analista David Shulman), ovvero l’economia dei Riccioli d’Oro: ci si rifaceva infatti al racconto di Riccioli d’Oro e i Tre Orsi: per farla breve Riccioli d’Oro, una bella bambina dai capelli biondi ricci, era molto carina ma anche un po’ birichina; un giorno, mentre passeggiava nel bosco, sentì un profumo delizioso venire dalla casetta dei tre orsi nel frattempo usciti per una passeggiata.

Fu così che Riccioli d’Oro entrò nella cucina e assaggiò prima il latte di papà orso ma era troppo caldo, poi quello di mamma orsa ma era troppo freddo e infine quello del piccolo orso che era alla temperatura perfetta: né troppo caldo né troppo freddo.

Allo stesso modo in economia la situazione perfetta è quella in cui la temperatura è abbastanza calda perché aumentino i profitti delle imprese ma abbastanza fredda da evitare un surriscaldamento e, di conseguenza, un rialzo dei tassi da parte delle banche centrali.

La condizione di Goldilocks Economy corrisponde quindi a un contesto di bassa disoccupazione, tassi di interesse bassi, bassa inflazione e crescita moderata. Addirittura, una crescita economica troppo veloce comporterebbe l’intervento delle banche centrali (rialzo dei tassi) per evitare possibili impennate dell’inflazione.

Purtroppo lo scorso anno lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha cambiato le carte in tavola: dapprima è esplosa la disoccupazione (specialmente in America), poi – causa lockdown diffusi in tutto il mondo – è crollata la crescita economica (Pil negativi in doppia cifra).

A questo punto si è reso indispensabile un intervento correttivo delle banche centrali per salvare il sistema economico-finanziario che stava collassando (la Fed passò dall’acquisto di titoli per 80 miliardi di dollari al mese a 100 miliardi al giorno, in Europa fu varato il Pepp, in piano pandemico con acquisti di titoli per 750 miliardi di euro e così nel resto del mondo).

In autunno iniziò a essere chiaro che la scoperta dei vaccini stava arrivando e quindi col nuovo anno e le riaperture i cittadini hanno ripreso a uscire e a spendere e le economie sono ripartite. Il problema è che sono ripartite troppo velocemente, la domanda di beni è stata talmente elevata che – lato offerta – si sono creati quei famosi colli di bottiglia (bottlenecks) che hanno provocato, insieme ad altri fattori, un surriscaldamento dell’economia e un’impennata dell’inflazione.

Inflazione in rialzo consistente, tassi in risalita, disoccupazione in via di assorbimento (anzi in America ma anche altrove c’è carenza di lavoratori disponibili in alcuni settori strategici come i trasporti), Pil in crescita sostenuta (vedi l’Italia ad esempio).

La Goldilocks Economy è un ricordo, stiamo bevendo dalla tazza di papà orso e il latte è troppo caldo; è l’economia del Cappellaio Matto, non sai mai cosa può inventarsi (immodestamente la coniazione del termine è mia, mi piaceva come immagine) e le banche centrali iniziano ad avere dubbi sulle scelte da compiere…

Massimiliano Maccari, 20/11/2021