Monte Paschi. E’ arrivata l’ora del rispetto. Il rispetto per i correntisti prima, per i dipendenti poi e per i contribuenti, che inconsapevoli continuano a pagare per una banca morta da tempo. Ieri una ridda di voci dava un possibile aumento di capitale, l’ennesimo, per oltre 3 miliardi di euro.
Stamattina il comunicato stampa rilanciato da Siena e che riportiamo qui sotto.
Siena, 21 agosto 2021 – Con riferimento a notizie di stampa che riferiscono di un potenziale aumento di capitale di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A (la “Banca”) dell’importo di 3 miliardi di euro, la Banca – su richiesta della Consob – precisa che si tratta di indiscrezioni che non trovano alcun riscontro in iniziative attivate dalla Banca.
La Banca segnala che stanno, invece, proseguendo le attività di due diligence da parte di UniCredit, in coerenza con il comunicato stampa da quest’ultima diffuso in data 29 luglio u.s.
Sembra davvero la storia infinita. Il pozzo senza fondo della finanza italiana. Sapremo soltanto tra qualche giorno se i 3 miliardi di nuovo aumento di capitale per MPS ci saranno o meno, sta di fatto, però, che la situazione del Monte è davvero drammatica.
Se qualcuno si volesse divertire a farlo basterebbe andare sulla pagina ufficiale dell’Istituto al link:
e rileggere la storia recente delle assurdità vissute negli tempi dalla banca senese.
Gli aumenti di capitale e soprattutto la rilettura dei piani industriali degli scorsi anni fanno comprendere come la distanza tra ciò che era previsto e ciò che si è realizzato è talmente ampia che non esistono più stampelle in grado di sorreggere la Banca.
Arriverà Unicredit, la Fabi, il sindacato cerca di salvare il salvabile.
Ma c’è ancora qualcosa da salvare?
Sparirà persino il marchio storico, con la dicitura “Banca dal 1472” che ne testimonia la nascita in anticipo rispetto ad ogni altra banca al mondo.
La faccia di tutti i protagonisti della vicenda. Che ne sarà delle filiali? La maggior parte saranno chiuse. Che ne sarà dei dipendenti? Ci saranno migliaia di esuberi.
Che ne sarà dei clienti del Monte?
Credo che a questa domanda bisognerebbe dar risposta prima che a tutte le altre. MPS ha oltre 4,5 milioni di clienti. Molti di questi sono rimasti nonostante tutto, nonostante il rischio Bail-In, nonostante il rischio fallimento. E’ come per i vaccini. La gente ha bisogno di chiarezze e di fiducia, quanto queste dovessero mancare si generano situazioni inimmaginabili.
Bisogna prendere atto e dire a chiare lettere che la Banca, di fatto, non esiste più. Non sta più in piedi. Gli stress test dell’Eba ne hanno sancito la fine:
“L’italiana MPS ha visto il suo coefficiente CET1 crollare a uno 0,1% negativo nello scenario avverso, il peggiore tra le banche del campione. La banca più antica del mondo, ancora di proprietà statale dopo un salvataggio, è ora in trattative per l’acquisizione da parte di Unicredit secondo quanto dichiarato giovedì scorso”.
Bisogna intervenire e farlo in fretta per salvare i risparmiatori ed i contribuenti ed i dipendenti della banca stessa che si trovano in una situazione terribile:
I dipendenti. Hanno investito soldi nell’Istituto (chi ha comperato azioni ed obbligazione di MPS ha perso tutto), si ritrovano da contribuenti a pagare la loro quota di obolo attraverso le tasse e si ritroveranno a rischiare di perdere il posto di lavoro. Bell’affare hanno fatto. Eppure, come scrive il professor Bertelli, sono stati proprio i dipendenti il vero motore dell’istituto negli ultimi anni.
https://www.nicolaporro.it/economia-finanza/banca/unicredit-mps-alcuni-conti-prima-delle-nozze/
La vicenda.
Quella della banca senese è una storia infinita che ha bruciato valore e continua a bruciarne. Gli ultimi stress test dell’EBA hanno di nuovo evidenziato uno stato di forte difficoltà dei conti della banca toscana. La situazione è gestibile solo grazie alla copertura statale, ma anche questa come scrivevamo quasi una anno fa non è facile da gestire:
https://www.nicolaporro.it/economia-finanza/banca/bmps-si-complica-luscita-del-governo-italiano/
La situazione non sarà più sostenibile a meno che non arrivi un “Cavaliere Bianco”, oggi potenzialmente incarnato da Unicredit. Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane, ma l’intervento dello stato per sanare la posizione del Monte e per agevolare l’operazione di salvataggio con Unicredit aggiungerà costi a costi.
Le perdite di bilancio.
“La banca negli ultimi 10 anni ha accumulato perdite per oltre 23 miliardi di euro chiudendo solo due bilanci in utile: il 2015 e il 2018. E poi una sequela di anni disastrosi: nel 2011 una perdita di 4,69 miliardi di euro, nel 2012 di 3,16 mld, nel 2014 di 5,398 miliardi, sia nel 2016 sia nel 2017 di oltre 3 miliardi fino ad arrivare all’ultimo bilancio quello del 2020 quando la banca ha perso 1,6 miliardi di euro.
Insomma è arrivato il momento di metterci un punto.
Salvare il risparmio è la priorità, chiudere il pozzo un’emergenza nazionale.
Leopoldo Gasbarro