Banca

Muro di Berlino contro Unicredit-Commerzbank. Pesano le elezioni

Il governo Scholz blocca la vendita del 12% dell’istituto rimasto nelle mani dello Stato. Che cosa può fare ora Orcel

Commerzbank © khoroshkov tramite Canva.com

Berlino alza il muro per arginare la scalata a Commerzbank da parte di Unicredit. Il governo della “coalizione semaforo” guidato Olaf Scholz, in forte imbarazzo politico in vista delle elezioni in agenda il prossimo anno, ha ordinato alla Agenzia finanziaria tedesca di bloccare la vendita del restante 12% della banca ancora in mano allo Stato dopo il salvataggio.

Anche quando a metà dicembre scadrà il periodo di lock-up, quindi, non ci saranno altre azioni Commerz che passeranno di mano sul mercato dei blocchi attraverso un bookbuilding, la soluzione tecnica più classica per far cambiare rapidamente il proprietario di grandi quote di capitale.

La decisione, dietro cui alcuni vedono la mano del ministro delle finanze tedesco nonché falco del rigore Christian Lindner, solleva più di una perplessità tra gli osservatori rispetto alle regole europee. In ogni caso se la via maestra appare sbarrata, per Unicredit resta del tutto percorribile il sentiero di comprare in Borsa.

Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Andrea Orcel, a cui fa ad oggi capo il 9% di Commerz, avrebbe infatti intenzione di chiedere alla Bce l’autorizzazione a salire fino al 30% di Commerz. Una arrampicata, a dispetto del muro di Berlino, che avverrebbe comprando azioni sul mercato alle quotazioni correnti. Certo la conquista di Commerz costerebbe probabilmente di più a Orcel ma già l’attuale pacchetto, peraltro, è stato acquistato per metà dalle mani del governo e per l’altra metà sul listino.

Naturalmente Unicredit si ritroverebbe lo Stato tedesco come secondo azionista con il 12%. Una presenza ingombrante ma anche una garanzia per i sindacati. Il più agguerrito è la sigla Ver.di che lancia pubblici anatemi prevedendo tagli draconiani al personale.

Nel frattempo in Germania si starebbe valutando di far partire un’inchiesta per capire che cosa non ha funzionato nel collocamento che, secondo il governo Scholz, avrebbe dovuto frantumare il pacchetto di Commerz sul mercato e non consegnarlo a un singolo grande investitore, dandogli così le chiavi dell’istituto.

Se Unicredit, che già controlla Hvb, si fondesse con Commerz diventerebbe la prima banca tedesca scavalcando Deutsche Bank. Un bel problema per il governo semaforo, che vede i Verdi in crescita, ma esattamente quello che vorrebbe la Bce, che preme da tempo affinchè nascano dei big del credito di scala davvero europea in grado di competere con americani e cinesi.

Per non parlare della crisi economica in cui versa la Germania, messe alle strette dalle difficoltà occupazionali di Volkswagen davanti al flop dell’elettrico e costretta a vendere anche il gioiellino della logistica tedesca Schenker, che faceva capo a Deutsche Bahn.

leggi anche: Unicredit scala Commerz, ora il risiko parla europeo.

Non per nulla dopo il capo della Bundesbank Joachim Nagel, ieri a sottolineare la legittimità del take-over promossa da Unicredit è stato il vice presidente della Bce Luis De Guindos evidenziando la centralità di procedere con un consolidamento trans-frontaliero. Difficile che Orcel si arrenda.

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