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Tutto quello che non hai mai osato chiedere sul Fintech

Una soluzione per la ripresa economica

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Recentemente mentre attendevo in fila ho intrapreso una conversazione con una ragazza. 23 anni, italo svizzera, studentessa di lingue all’università di Venezia con la passione per i viaggi.

Tra le varie domande di rito mi ha domandato cosa facessi nella vita e cosa mi appassionasse. Pensate la mia espressione quando, menzionando il fintech, mi ha detto di non conoscere questa parola.

L’episodio mi ha fatto riflettere: un settore così diffuso e ormai necessario per la vita di milioni di persone è spesso sconosciuto, nonostante abbia un impatto decisivo nell’economia e stia assumendo un ruolo sempre più fondamentale nelle nostre vite di tutti i giorni.

Ecco perché tornare a fare chiarezza sul termine e soprattutto spiegare in che modo influisce nelle nostre abitudini è indispensabile. Tante persone ogni giorno adoperano servizi fintech e spesso sono inconsapevoli del fatto che essi siano tali.

Con il termine fintech, parola derivante dall’unione delle due sillabe iniziali di Finanza (Fin) e Tecnologia (Tech), si intende l’applicazione dell’innovazione tecnologica in campo finanziario. Definito in modo così generico e astratto, tale termine può risultare tuttavia di difficile comprensione. Vediamolo quindi nel dettaglio cos’è, come funziona, a cosa serve e su quali ambiti impatta nella nostra vita e nei mercati finanziari.

 

 

Cos’è il Fintech

Il Fintech o più comunemente “finanza tecnologica” è quel settore o ecosistema, in continua evoluzione, di innovazioni tecnologiche applicate al settore finanziario e bancario, che si concretizzano in nuove aziende, processi (più snelli) e prodotti (più personalizzati), che usando la tecnologia innovano servizi finanziari già esistenti o ne creano di nuovi per renderli più efficienti, veloci ed economici per l’utilizzatore finale. La tecnologia rende possibile, inoltre, aprire nuovi mercati abbattendo i costi di gestione di diversi servizi e rendendoli accessibili a fasce più ampie di utenti.

Tra i principali obiettivi del fintech infatti ci sono l’inclusione economica e sociale, la democratizzazione dell’accesso ai servizi finanziari e l’allineamento dei servizi e attività di tipo bancario e finanziario alle dinamiche del mondo iper connesso, social e interattivo di oggi.

 

In estrema sintesi quindi perchè è importante capire cosa sia il fintech?

Perchè lo usiamo potenzialmente ogni giorno in vari contesti e fasi della giornata. Per comprenderne meglio l’utilità facciamo degli esempi concreti: avrete senza dubbio sentito parlare e probabilmente utilizzato Paypal, la famosa fintech il cui nome da solo basta a spiegare la portata rivoluzionaria della tecnologia applicata alla finanza che rende possibile pagare i nostri acquisti online disponendo solo di un indirizzo email collegato ad un conto corrente o ad una carta di credito.

Quando usiamo le app che consentono di gestire e ricaricare le carte prepagate (Hype e PostePay sono quelle più utilizzate) quello è fintech, tutte le volte che accediamo ai nostri conti tramite lo smartphone è fintech, quando trasferiamo attraverso app o piattaforme denaro ai nostri figli all’università è fintech, quando paghiamo online, quando durante una fiera volete acquistare un prodotto artigianale e il venditore vi permette di pagare con il vostro bancomat grazie al terminale fintech SumUp, pagare mostrando semplicemente un QR code o quando valutiamo se acquistare o meno criptovalute, anche questo fa parte del fintech.

Questi sono solo alcuni esempi degli utilizzi tra i più comuni e diffusi ma in realtà la rivoluzione portata dalle fintech per i consumatori  nella loro vita finanziaria è molto più rivoluzionaria. Pensiamo ad esempio al mondo assicurativo, ipotizziamo un incidente in automobile: possiamo inviare la foto del danno che abbiamo subito a un software che lo elabora e che può addirittura identificare e riconoscere il nostro viso, quantifica il danno, indirizza verso la carrozzeria più vicina e comoda e lo liquida senza l’intervento di nessuno.

Pratica è anche la possibilità di depositare un assegno con il proprio smartphone, prelevare contanti grazie allo smartphone senza presentare la carta fisica, inviare un bonifico solo con l’impronta digitale, dividere le spese tra amici e colleghi tramite un’app oppure l’analisi delle espressioni facciali per riconoscere il sentiment del consumatore prima di aderire o meno ad un prodotto finanziario, piccoli robot che ti accolgono in filiale e riconoscono per risolvere una problematica od indirizzarti all’operatore più adatto all’esigenza.

 

Il fintech trova applicazione concreta nella vita di tutti i giorni e per qualsiasi età. Secondo una ricerca condotta da Nielsen e l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, il digitale continua a diffondersi nel mondo finanziario e assicurativo: prima dell’emergenza sanitaria che ha scosso il Paese impattando famiglie e consumatori, il 33% degli utenti italiani tra i 18 e i 74 anni ha utilizzato almeno un servizio Fintech o Insurtech, con una soddisfazione media elevata.

L’apprezzamento al Fintech quindi è esploso ulteriormente durante la pandemia che tra paura di contagio e lockdown ha cambiato il rapporto delle persone con la gestione del denaro.

La domanda cambia, l’ offerta si (r)innova

 

Capire a cosa serve attraverso la classificazione per settori

La varietà dei servizi finanziari che vengono digitalizzati è estremamente vasta, per chiarire meglio quale utilizzo, l’ampiezza e la portata del fenomeno fintech si è reso utile dividere le aree di applicazione in 10 macro settori:

  1. Pagamenti digitali (Payment): strumenti di pagamento che permettono pagare semplicemente con il cellulare o trasferire denaro anche in modalità istantanea, semplice ed economicamente vantaggiosa con pochi click.
  2. Consulenza finanziaria/gestione investimenti (Wealth & Asset Management): soluzioni per la gestione di investimenti sia per privati (Robo-advisor) che professionisti (Robo4Advisor) l’uomo non verrà sostituito dalla tecnologia, ma piuttosto aiutato nella gestione degli investimenti e portare ad un significativo risparmio nei costi di commissione e di tempo.
  3. Assicurazione (Insurtech): l’intero processo di digitalizzazione che sta investendo il settore assicurativo, dalla sottoscrizione delle polizze fino alla gestione dei sinistri, grazie all’utilizzo di tecnologie come Big data, intelligenza artificiale e internet delle cose (IoT)
  4. Gestione denaro personale o familiare (Money Management): supportando nella gestione delle finanze sia personali, organizzando al meglio la visualizzazione di entrate e uscite, la pianificazione di spese e risparmi, fornendo suggerimenti e consigli personalizzati per la gestione finanziaria e del proprio budget, sia alle aziende con soluzioni di fatturazione online e sistemi per la gestione documentale.
  5. Regolamentazione normativa (Regtech): tutte le Startup la cui offerta è volta a semplificare e automatizzare i processi di adeguamento ai requisiti normativi, consentono rapidi adeguamenti agli standard normativi, a comprendere come le regolamentazioni possano essere usate per rendere più efficienti le organizzazioni stesse. In un mondo come quello della finanza, fatto di regole e oggi più che mai di tecnologia, il Regtech rappresenta una segmento fondamentale.
  6. Sicurezza (Cybersecurity): aziende che lavorano nell’ambito dell’antifrode bancaria e della sicurezza delle applicazioni web e mobile.
  7. Prestiti e crediti (Lending): realtà innovative che forniscono soluzioni legate ai prestiti, sia in forma alternativa al mondo bancario, con prestiti a/tra privati ed alle imprese, con formule tra due utenti e anticipo fatture, sia con strumenti abilitatori per le banche, come soluzioni di analisi del merito creditizio.
  8. Raccolta capitali (Crowdfunding) riunisce forme di finanziamento, anche tra privati, raccogliendo capitali per progetti di aziende e privati attraverso i canali digitali.
  9. Abilitatori tecnologici: aziende con un’offerta puramente tecnologica, non strettamente legata ai servizi finanziari. Esempi sono Chatbot, NLP, Big Data, digitalizzazione dei processi etc. fornendo assistenza finanziaria virtuale fruibile in qualsiasi momento della giornata da qualsiasi dispositivo;.
  10. Trading aziende che offrono tecnologie e soluzioni innovative a supporto delle attività di trading di professionisti e investitori privati in quanto consentono agli investitori di comprare e vendere strumenti direttamente dallo smartphone.

 

Come funziona?

Per poter sviluppare, distribuire e fornire questi servizi di finanza digitale le fintech si avvalgono di alcune tecnologie informatiche che fungono da abilitatori. Nel campo del settore finanziario le tecnologie principali sono:

BigData: i dati (intesi come informazioni digitali) sono il bene più prezioso nel mercato finanziario essendo i consumatori di oggi molto più imprevedibili e, soprattutto, più esigenti di un tempo. Raccogliendo, integrando e arricchendo i dati forniti dai consumatori, gli operatori riescono ad acquisire informazioni preziosissime sui propri clienti e poter offrire così una personalizzazione del servizio, intercettando le naturali oscillazioni della domanda e creando prodotti in linea con i loro nuovi bisogni ed esigenze.

Grazie ad una migliore profilazione, si migliora l’erogazione del servizio clienti, riduzione degli errori nelle previsioni di rischio e premio variabile in base al proprio stile di guida in campo assicurativo con un notevole vantaggio in termini di costi del premio per il cliente finale ed aiuto nella gestione e prevenzione delle frodi.

Intelligenza Artificiale: è un insieme di tecnologie, dal Machine Learning (apprendimento automatico) al Natural Language Processing (elaborazione del linguaggio naturale), che permettono alle macchine di percepire, comprendere, ragionare, agire e imparare dai nostri dati e dalle nostre azioni così da poter risolvere problemi.

La loro peculiarità non è quella di riprodurre semplicemente i dati che gli forniamo ma imparano autonomamente creando nuove informazioni in base alle nostre azioni. Nella pratica queste tecnologie sono utili per la prevenzione dei rischi dalle frodi e per i controlli antiriciclaggio.

Inoltre creando modelli predittivi si rivelano utili nell’offerta di servizi personalizzati, per la cybersecurity, migliorare l’assistenza dei chatbot, analisi del merito creditizio, nel mondo assicurativo, negli investimenti in fase di selezione dei titoli e allocazione, eliminazione degli errori nelle procedure bancarie.

Internet of Things: l’universo dei sensori e dispositivi IoT non sono solo alla base dell’acquisizione di enormi volumi di dati da valorizzare e monetizzare, ma permette di abilitare nuovi servizi e perfezionare quelli esistenti. Si pensi ad esempio ai pagamenti istantanei via smartphone o al ruolo della tecnologia indossabile (wearable) come smartwatch, per definire e creare nuovi prodotti e servizi in ambito assicurativo (riconoscendo i nostri comportamenti virtuosi si può usufruire di sconti sui premi per esempio). Le aziende utilizzano i dati dei loro clienti per analizzarli al fine di prevedere le esigenze e migliorando il servizio offerto al cliente più mirato e personalizzato.

Blockchain:  no, non serve solo per le criptovalute, gli utilizzi si sono rivelati infiniti grazie alle sue caratteristiche principali di trasparenza, decentralizzazione e immutabilità è uno strumento e tecnologia ideale per innovare i servizi finanziari. Perchè? rende i pagamenti, gli scambi interbancari, i pagamenti istantanei e micropagamenti più semplici e la transazione tra operatori e utenti più sicura.

A livello pratico può accelerare i flussi di pagamento tra due o più parti, snellire tutti i processi ed eliminare gli intermediari permettendo così, per esempio, di abbattere le commissioni sulle transazioni, assicurando al tempo stesso la massima trasparenza e sicurezza, cosa che riduce i rischi di frode. Il processo viene accelerato, snellito e, potenzialmente, anche automatizzato grazie all’implementazione degli smart contract.

 

Conclusioni

Risulta a questo punto chiaro come il vero vincitore di questa grande rivoluzione sia il consumatore finale intorno a cui tutto viene costruito per la sua totale soddisfazione attraverso la semplificazione, efficienza, velocità ed economicità dei nuovi prodotti e servizi ma soprattutto, grazie all’ingresso di nuovi operatori obbliga le aziende già sul mercato ad innovarsi stimolando fortemente la competitività ed alzando così il livello qualitativo del prodotto offerto.

In Italia il mercato del fintech è in continua evoluzione ma ancora molto indietro in confronto al resto dell’Europa. I prossimi passi necessari per un ulteriore slancio del settore sono la riduzione della frammentazione nella regolamentazione, quanto meno tra gli stati membri dell’Unione Europea e la crescita degli investimenti dell’Italia negli ambiti fintech, in modo da ridurre il gap con gli altri paesi e sfruttare il dirompente potenziale di questo settore.

 

Come mai siamo indietro proprio in Italia? Cosa ci distingue dagli altri paesi?

Prima di tutto l’Italia è il paese più dedito all’accumulazione del risparmio e non ancora abituato all’utilizzo delle più sofisticate tecnologie per poterne sfruttare il pieno potenziale ma soprattutto è sempre più marcato il gap tra cultura tecnologica e finanziaria.

Le conoscenze tecnologiche infatti stanno accelerando in maniera sostenuta ma la cultura finanziaria va sempre a rilento classificandoci tra gli ultimi in Europa. Proprio questa asimmetria presenta un serio problema nell’adozione di soluzioni digitalizzate: lasciare solo il risparmiatore con strumenti tecnologici sempre più sofisticati e semplici da utilizzare ma senza avere una conoscenza finanziaria sufficiente a prendere le decisioni migliori per la gestione in autonomia delle proprie finanze può provocare potenzialmente un effetto negativo e distruttivo. 

 

Ma qual è la portata del mercato ed il livello di adozione in Italia delle Fintech?

Quali sono in Italia le fintech che possono rendere la nostra vita più facile e che ci possano fare guadagnare tempo, denaro e salute?

Di questo ve ne parlerò la prossima settimana.

 

Deborah Ullasci