Buffett scarica Apple e dà un’altra lezione al “Parco buoi”

L’Oracolo di Omaha anticipa la crisi delle big tech

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Warren Buffett Apple

Warren Buffett, uno degli investitori più esperti e seguiti al mondo al punto di meritarsi l’appellativo di “Oracolo di Omaha”, ha scaricato Apple molto prima che si avessero avvisagli della crisi delle big tech ora in atto e suonasse l’allarme recessione negli Usa.

Buffett, da quanto emerge dalla trimestrale della sua conglomerata Berkshire Hathaway, ha venduto a piene mani le azioni della Mela mesi fa mentre il mercato correva dietro al miracolo Nvidia grazie alle prospettive dell’intelligenza artificiale generativa.

Buffet ha ormai quasi dimezzato la sua quota in Apple. Tanto che ora la partecipazione dell’Oracolo in quel di Cupertino vale “solo” 84,2 miliardi di dollari, il 49% in meno di prima.

Giova ricordare che già nel primo trimestre Berkshire Hathaway aveva tagliato la sua quota in Apple del 13%. Eppure il gruppo guidato da Tim Cook ha chiuso il trimestre marzo-giugno con quasi 86 miliardi di dollari di fatturato (+5%) e un utile in salita a 21,4 miliardi, pur a fronte di un calo nelle vendite sia degli iPhone, il suo prodotto di punta, sia dei cosiddetti “indossabili”.

Più che i numeri, tuttavia, qui vale la strategia e il tempismo di Buffett . Perchè  esemplari di come gioca d’anticipo un grande investitore professionista, forse il migliore al mondo, e come invece è sempre costretto a rincorrere il cosiddetto “Parco buoi”. Cioè i piccoli risparmiatori che infatti restano quasi sempre con cerino in mano.

Come forse e è accaduto in questi giorni agli italiani che sono partiti per le vacanze dopo aver fatto qualche scommessa fai-da-te sul listino di  Piazza Affari. E, mentre leggevano sulla sdraio in spiaggia o camminavano nel bosco nella speranza di arrivare presto al piatto al rifugio per sedersi davanti a un piatto di polenta,  hanno finito per essere il bersaglio prediletto del sell-off generalizzato che ha colpito banche, tecnologia, ed energia.

La lezione di Buffett è una ragione in più per affidarsi ai consigli di un bravo consulente indipendente prima di investire. Rappresenta una ragione in più per sottoscrivere i fondi di investimento affidati a un gestore e gli Etf (cioè i fondi passivi dalle commissioni rasoterra che replicano indici e materie prime).

E’ il modo migliore per assicurarsi la massima diversificazione possibile. Così ridurre il rischio che è connaturato, pur con diversi gradi, in qualsiasi tipo di investimento, da quello immobiliare più tranquillo a quello più speculativo in derivati.

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Ancora meglio poi se l’investimento in Borsa è fatto per gradi, utilizzando i Piani di accumulo. In sigla Pac. In ogni caso, chi investe dovrebbe tenere bene a mente due vecchie massime degli agenti di cambio:

  • “In Borsa non esisto pasti gratis“, cioè esiste un preciso rapporto tra rischio e rendimento.
  • Vendi, guadagna e pentiti”; cioè chi troppo vuole nulla stringe.

Potremmo aggiungere una terza lezione di buon senso che potrebbe apparire una ovvietà ma non lo è : nessuno ha la sfera di cristallo, nemmeno Buffett. Solo che l’Oracolo di Omaha ha venduto  per tempo e guadagna miliardi di dollari ogni anno in Borsa, mentre il  cosiddetto “Parco buoi” perde e si lecca le ferite.

 

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