Simon Hunt, passaporto britanno e australiano, è il nuovo amministratore delegato di Campari. A nominarlo è stato il consiglio di amministrazione ddopo mesi di ricerca conseguenti alla crisi apertisi prima con l’inchiesta fiscale in corso sulla Lagfin, la holding attraverso la quale la famiglia Garavoglia controlla il gruppo, poi con l’improvviso addio dell’ad Matteo Fantacchiotti.
Uno strappo nella governance consumatosi solo pochi mesi dopo il suo insediamento al posto del capo azienda storico Bob Kunze Concewitz mentre il titolo continuava a perdere terreno in Borsa fino a sprofondare fino ai minimi del periodo Covid. A pesare anche il maltempo che ha rovinato le vendite dell’estate, incidendo così sui margini finanziari.
Lo stesso Concewitz, a cui Campari deve la crescita come polo mondiale degli alcolici, ha partecipato al percorso che ha portato ad affidare a Hunt il comando del grande bar del gruppo. Ora la complessa sfida del rilancio: per riuscire nell’impresa Hunt, classe 1971, potrà fare leva su oltre trenta anni di lavoro nei premium spirit.
In particolare Hunt, che ha iniziato la propria carriera in Diageo fino a occupare posizioni di crescente responsabilità, ha lavorato 14 anni in William Grant&Sons, proprietaria del portafoglio di Scotch whisky single malt più venduto al mondo, oltre che di marchi rilevanti nelle categorie del gin e della tequila.
Nel 2022 Hunt è stato poi nominato Chief Executive Officer di Catalyst Spirits, un incubatore di marchi spirit, dove ha guidato le iniziative strategiche dell’azienda e l’innovazione di marchi attraverso piattaforme digitali.
Hunt è insomma quello che si dice un veterano del settore e si è costruito una certa esperienza sia e nella costruzione di marchi globali sia nell’agone dei mercati globali. A partire da quello statunitense che a breve sarà investito dai dazi prospettati da Donald Trump. A cui somma la guerra degli alcolici in corso con la Cina; conflitto che vede Pechino mettere in atto una serie di ritorsioni davanti alla stangata decisa da Bruxeless per le sue auto elettriche.
Subentrerà agli attuali co-CEO ad interim Paolo Marchesini, Chief Financial and Operating Officer, e Fabio Di Fede, Chief Legal and M&A Officer, che in buona sostanza hanno gestito il periodo ponte post Fantacchiotti. Il passaggio di consegne formale avverrà dopo l’assemblea appositamente convocata il 15 gennaio prossimo.
“Sono lieto di dare il benvenuto a Simon come nuovo Chief Executive Officer di Campari Group. La sua ampia e comprovata esperienza nel settore, insieme alla sua leadership nella costruzione e nello sviluppo dei marchi premium a livello globale saranno fondamentali per guidare Campari Group nella sua prossima fase di crescita. Sono convinto che le competenze, la personalità, l’energia, la leadership e la determinazione di Simon porteranno Campari Group a nuovi traguardi mentre continuiamo a implementare la nostra strategia di crescita e a evolvere nel nostro nuovo modello operativo delle House of Brands”, ha detto il presidente Luca Garavoglia.
Il titolo sta rialzando la testa in Borsa (+2,7% a 6,27 euro la chiusura di venerdì scorso). Ma da inizio anno la performance resta in rosso del 37% e le quotazioni lontanissime dal picco di 10,3 euro raggiunti a inizio 2024. Vedremo cosa farà Hunt per ottimizzare i brand nel bar di Campari.