climate change

AAA materie prime, l’Italia riapre le miniere per la transizione green

Parte la caccia alle terre rare, il governo stanzia un miliardo

miniere

Il governo riapre le miniere. L’obiettivo è estrarre in casa le materie prime “critiche” e necessarie alla transizione digitale e green. Si va dal silicio al cobalto, dal litio al titanio ma anche dal neodimio al tantalio, passando dai più diffusi nichel e rame.

La decisione si inserisce nel Critical Raw Materials Act europeo. Il percorso prevede in primo luogo la mappatura e l’esplorazione delle miniere esistenti e potenziali al fine di pesarne i tesori, quindi incrociare i dati con i fabbisogni del Paese e le sue catene di approvvigionamento.

Nel frattempo lo Stato garantisce regole più semplici e rapide per le procedure autorizzative: una volta ottenuto l’ok della Commissione Ue, si parla di 10-18 mesi di tempo per avviare i lavori. Prevista inoltre la nascita di un fondo sovrano da 1 miliardo.

Sostanzialmente dismesso nel corso del secolo scorso a favore di più competitivi siti esteri sparsi tra l’Africa l’America Latina, il settore minerario torna a essere strategico per effettuare il salto verso un mondo fatto di computer quantici, auto a batteria e intelligenza artificiale.

Da qui spiegate anche:

Così il decreto, firmato dal ministro della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e da quelle delle Imprese Adolfo Urso, individua 34 materie prime critiche, delle metà delle quali l’Italia conta di disporre in discreta quantità.

Saranno rapidamente riviste al rialzo anche le royalty incassate da Stato e Regioni “proprietarie” delle miniere. Un metro di misura, ha detto Urso, potrebbe essere quello del petrolio in Basilicata, che porta in mano pubblica tra il 5 e il 7%.

Naturalmente andrà valutato se ci sono le condizioni per estrarre, a partire da quelle di tutela del paesaggio, ha rilevato Pichetto. Ma i sognatori dell’ambiente sono già sul piede di guerra, convinti che la transizione non abbia costi per il Pianeta.

Aiuta a inquadrare la sfida uno studio commissionato da Enrion, Sistema multi-consortile nato nel 2020 per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici, del tabacco e tessili. Secondo la ricerca solo nel settore clean-tech la domanda di litio, rispetto a quella globale è passata dal 30% del 2017 al 56% del 2022 e quella di cobalto dal 17% al 40%, mentre gli investimenti nelle infrastrutture minerarie sono aumentati del 30%.

Per approfondire leggi anche: Accelera la corsa per riportare l’uomo sulla Luna e farne una miniera di materie prime.

Se Bruxelles vuole davvero raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, è insomma opportuno creare un mercato unico per il recupero delle materie prime critiche  e garantire efficienza del riciclo su scala europea.

Così da mettere al sicuro gli approvvigionamenti e quindi la competitività delle imprese del Vecchio continente su scala globale.