Non bastava il caso Chiara Ferragni a renderci indigesto il pandoro, ci sono anche i gretini che vogliono spegnere la magia del Natale, mentre Nuova Generazione invade la Rinascente di Milano con i suoi vuoti slogan.
Troppi eccessi consumistici, troppi regali, troppi pacchetti, troppi addobbi, financo troppe luci sull’albero, denuncia in un severo comunicato stampa la onlus Plastic Free, tutta preoccupata che l’ambiente patisca tanto gioioso business delle famiglie italiane.
Così l’associazione sciorina le sue regolette per un Natale sostenibile. Naturalmente, dato che siamo alla fiera del nonsense ESG, non poteva che essere un decalogo. Mai infatti che i consigli da seguire siano 8, 9 o magari 11. Sono sempre dieci, come i comandamenti affidati a Mosè.
Ma soprattutto, scorrendo le norme con gli occhi, c’è abbastanza materiale per scrivere un libro di barzellette. Si va, per esempio, dal divieto di utilizzare fogli e nastri di plastica per imballare i doni da sistemare sotto l’albero, all’imperativo di riutilizzare la carta regalo strappata dai bambini, impazienti di vedere che che cosa ha portato Gesù Bambino, per realizzare addobbi delle feste.
C’è poi l’indicazione di scegliere unicamente regali responsabili, evitando l’odiato fast fashion e le fibre sintetiche responsabili delle microplastiche. Non solo, persino l’albero andrebbe illuminato con parsimonia, usando led a basso consumo e spegnendo la luce quando si esce dal locale.
Per poi oltrepassare l’assurdo:
- Non lasciare volare in cielo i palloncini, anche quelli venduti come biodegradabili, perché prima o poi ricadranno sulla Terra; provocando la morte di animali inconsapevoli;
- Niente piatti, bicchieri e posate “usa e getta” sulla tavola;
- Evitare spugne sintetiche per pulire le stoviglie.
Segue la messa al bando dei fuochi d’artificio. Anche in questo caso però Plastic Free non condanna, come sarebbe normale, il commercio dei prodotti illegali di cui cadono vittima gli italiani con gravi danni alla propria incolumità. Ma lancia un generalizzato anatema contro l’industria pirotecnica perchè i fuochi artificiali “oltre a far paura ai nostri animali domestici, sono altamente inquinanti per l’atmosfera e il mare”.
La onlus avverte poi come le abitudini alimentari natalizie del ricco Occidente producano la stessa impronta di carbonio di un’auto che compie il giro del mondo per 6.000 volte. E ricorda come il 10% dei regali risulti non gradito e venga subito gettato tra i rifiuti.
Parole in libertà che faranno felici i talebani del green e gli altri seguaci di Greta Thunberg, così come il WWF che farnetica contro il nucleare e condanna le multinazionali del lusso per scelte che considera poco amiche dell’ambiente.
Frenesie ESG che non calcolano come anche dentro ai regali di Natale ci siano imprese e negozi, cioè posti di lavoro e stipendi, investimenti e consumi, gettito Iva e business bancario. In sintesi c’è il nostro Pil che proprio nel Turismo, anche durante le feste, ha una parte importante. Denaro che ci occorre per sostenere il debito pubblico e per scrivere le prossime manovre di bilancio.
Per approfondire leggi anche: S0S cenone, l’inflazione brucia anche sulla tavola di Natale, qui invece quanto costano i panettoni e i pandori; ecco poi quanto spendono gli italiani per i regali e quali doni preferiscono.
In sintesi: festeggiamo il più possibile, stringiamoci ai nostri cari, divertiamoci, viaggiamo, concediamoci anche qualche capriccio di gola o di shopping con quel che resta delle tredicesime, malgrado il fisco famelico.
Passato il Natale, ricordiamoci di fare la raccolta differenziata, rispettando tutte le norme per smaltire i rifiuti in modo corretto.
Diteci che cosa ne pensate. Tanti auguri di Buon Natale dalla Redazione Economia di nicolaporro.it