Nell’articolo precedente abbiamo visto come la differenza tra la gestione attiva e la gestione passiva sia molto più sfumata di quanto si voglia far credere; cosa che l’investitore dovrebbe tenere ben presente per non farsi coinvolgere in inutili battaglie ideologiche che non aggiungono alcun valore.
In questo articolo provo ad introdurre altri concetti molto importanti per una buona pianificazione finanziaria ma spesso trascurati; al termine della lettura, ne sono convinto, diventerai un investitore ancora più consapevole perché scoprirai che negli investimenti conta non solo la destinazione ma soprattutto il viaggio (ed i compagni di viaggio).
Facciamo un semplice esempio: un ipotetico investimento ha reso il +4% il primo anno, il -14% il secondo anno ed il +22% il terzo anno. Il rendimento medio di questo investimento è quindi il 4% (la somma dei tre rendimenti diviso 3). Se teniamo conto del solo dato “rendimento medio 4%” un ipotetico investimento di 1000€ all’inizio del primo anno, per tre anni e con un rendimento medio del 4%, diventerebbe 1125€. Proviamo ora a fare il calcolo in maniera più precisa, questa volta con i tuoi 1000€ investiti e rispettando la sequenza dei rendimenti +4%, -14%, +22% il risultato ora è 1091€.
Cosa è successo? Hai appena fatto la conoscenza dei Gremlins della volatilità che si sono presi ben 34€ dal tuo investimento. “Gremlins della volatilità” è un termine coniato da Ed Easterling delle Crestmond Research. Rende bene l’idea perché questi mostriciattoli sono percepiti come fastidiosi ma non particolarmente pericolosi; possono nasconderti le chiavi dell’auto o rubarti qualcosa dal frigo. Il problema è che questo tipo di scherzetti li fanno anche ai portafogli investimenti ogni volta che senti in tv che “i mercati sono saliti mediamente dell’7% all’anno” ma poi devi constatare che i tuoi investimenti, in realtà, sono saliti del 4% all’anno. I Gremlins entreranno in azione, puoi starne certo, ogni volta che farai un investimento solo perché ti è stato detto che “fino ad ora ha reso in media l’8% all’anno”.
In altre parole, questi fastidiosi compagni di viaggio dei tuoi investimenti ti ingannano facendoti credere che il rendimento medio ed il tasso annuo di crescita composto siano la stessa cosa.
Non introdurrò formule e matematica (troverai tantissimo materiale su internet) perché ora è (molto) più importante insistere su questo concetto: sarà la sequenza dei rendimenti (anni di rendimenti positivi che si alterneranno ad anni di rendimenti negativi) ad avere effetto sui tuoi investimenti; i tuoi investimenti “sperimenteranno” quello, non il rendimento medio che l’investimento ha avuto in passato.
Ora sei pronto a fare la conoscenza di un altro animale mitologico: L’Unicorno della pianificazione finanziaria.
Cosa c’è di più rassicurante di un unicorno? Rappresenta un sogno di grazia e bellezza.
L’Unicorno della pianificazione finanziaria, si manifesta ogni qual volta la traiettoria della crescita futura dei tuoi investimenti ti viene presentata con un rassicurante grafico come quello in alto.
Ovvero, quando una suggestiva quanto superficiale proposta di investimento o un rassicurante report di pianificazione finanziaria vengono costruiti “proiettando” nel futuro la “crescita media” che un portafoglio di investimenti (o intere asset classes) ha avuto in passato, in quel preciso momento ti viene presentato un Unicorno della pianificazione finanziaria.
Ma, se ci pensi bene, un’ipotesi di crescita dei tuoi investimenti fatta “proiettando” nel futuro i rendimenti medi passati, ha il 50% di fare peggio di quanto ti è stato prospettato. Non è più tanto rassicurante detta così!
Nella seconda parte introdurremo nel ragionamento i versamenti che un investitore fa durante la fase di accumulazione (presumibilmente fino al pensionamento) ed i prelievi una volta andati in pensione e allora, purtroppo, vedremo quanto i Gremlins della volatilità diventeranno cattivi sul serio e quanto sarà stato pericoloso credere agli Unicorni negli investimenti.
Ma non preoccuparti vedremo anche quali contromisure prendere per provare almeno a tenerli a bada.
Luca Cirillo