La gioia, il dolore, la paura della morte: il punto di vista della consulenza comportamentale

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Consulente comportamentale

La finanza comportamentale tradizionale cerca di spiegare come funzionano quelle emozioni e quei pensieri che ci portano tendenzialmente fuori strada quando facciamo le scelte per collocare i nostri risparmi. L’obiettivo è quello di fare investimenti più efficienti evitando di incappare nei vincoli costituiti da queste trappole della mente. Si tratta di un obiettivo finanziario. Purtroppo la maggioranza delle persone considera la finanza un argomento noioso.

Proviamo a capovolgere il punto di vista. Evitiamo di spiegare come funziona (male) la mente quando cerchiamo di fare gli investimenti corretti. Proviamo invece a mostrare come funziona la vita e, tra l’altro, come la logica della vita abbia conseguenza “anche” per le scelte di investimento.

Questa è la contrapposizione tra due punti di vista:

1) Se il nostro obiettivo è quello degli investimenti efficienti, allora agiamo applicando la finanza comportamentale.

2) Se invece il nostro obiettivo è la logica della vita, allora viene in aiuto la consulenza comportamentale.

Il consulente comportamentale sa come gli uomini si muovono e agiscono. Possiamo dire che abbiamo a che fare con una sorta di angelo custode che svela la logica nascosta della vita. I risparmi e gli investimenti verranno dopo. Questo è il groviglio di nodi che Leopoldo Gasbarro ed io abbiamo cercato di dipanare nel nostro ultimo libro che, appunto, si intitola “Ricchi per la vita”, e non “Come diventare ricchi”. Vi sembra vago? Un po’ retorico? Forse allusivo?

Facciamo allora degli esempi concreti. Partiamo da tre emozioni fondamentali: la gioia, il dolore e la paura.

Quando arrivate a un traguardo, quando raggiungete un obiettivo, quando, più in generale, qualcosa entra nel vostro cerchio degli affetti, l’arricchimento fa piacere, provoca gioia. Se andate indietro con i ricordi troverete molti episodi della vita in cui questo è capitato. Purtroppo vi sarà anche capitato di aver perso questa meta dopo aver creduto di averla raggiunta per sempre, di averla fatta vostra. Quell’obiettivo vi è sfuggito per circostanze avverse. Ciò che aveva generato tanta gioia si è dissolto.

Se riflettete su questi episodi vi accorgerete quanto è più cocente la perdita rispetto al precedente guadagno. Perché la nostra natura è fatta così? L’evoluzione ci ha costruiti in modi tali da indurci a cercare con tutte le nostre forze di evitare le perdite. Questa prudenza era cruciale almeno fino a quando non avessimo creato una nuova generazione, dei successori che fossero in grado di garantire la sopravvivenza della nostra specie.

Oggi la crescita di Homo Sapiens dipende da società bene organizzate, da istituzioni, dalle scienze, dalle tecnologie, dalla medicina, e da tante altre cose. Una volta non era così. Dipendeva solo dalle nostre scelte individuali e da quelle del nostro clan: di qui il timore delle perdite, oggi diventato eccessivo. Questa eredità è rimasta incorporata nel nostro cervello.

Nel caso degli investimenti è diventata un fardello, un ingombro, un ostacolo, talvolta una fissazione. Da lei dipende la gelosia, il terribile animale dagli occhi vedi, come diceva Shakespeare. Ma anche nel campo degli investimenti gioca brutti scherzi, come il blocco di quasi duemila miliardi congelati in forme di investimento che non rendono nulla o sono negative (se calcolate a valori reali).

Una fondamentale eredità del passato della nostra specie è la paura della morte. Questa paura ci impedisce o ci fa ritardare le operazioni per attuare il passaggio generazionale, come mostriamo nel capitolo 16 del nostro libro “Ricchi per la vita”. Per centinaia di migliaia di anni non c’era nulla da lasciare alle nuove generazioni se non adattarsi ad ambienti ostili, imparando a fare i cacciatori e i raccoglitori di cibo. Oggi non è più così.

Un altro esempio concreto delle competenze necessarie per una consulenza comportamentale adeguata è costituito dalla profonda differenza tra la percezione del pericolo e il rischio oggettivo. Questa differenza ci perseguita per tutta la nostra esistenza e distoglie la nostra attenzione dai pericoli rilevanti per sviarla su ciò che non è pericoloso o che è facilmente eliminabile tramite le assicurazioni.

Nel campo degli investimenti questo strabismo penalizza le Borse, in particolare indici come quello della Borsa tecnologica Nasdaq. I risvolti e i dettagli dell’azione di questi meccanismi sono presentati nel nostro “Ricchi per la vita”. Se non sprechiamo le emozioni e impariamo le giuste riflessioni controlleremo la logica della vita. I “buoni investimenti” verranno dopo, in modi quasi automatici.

 

Paolo Legrenzi

 

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