Non riesco a calmarmi, ho appena visto il rendimento di un PIP e non riesco proprio a calmarmi. L’unica cosa che mi viene da dire è AL LADRO, AL LADRO, fermateli! Questa storia merita di essere raccontata, quindi ora mi calmo e cerco di spiegarti cosa è successo.
È fondamentale che tutti noi si sappia come accorgersi di quando qualcuno ci stia levando i soldi dalla tasca senza chiederci il permesso. Va comunque detto che, almeno in questo caso, si tratta di una storia in agrodolce. Il dolce te lo servo subito, ma poi preparati perchè vedrai cose che probabilmente non ti faranno piacere, specie se anche tu ti trovi in una situazione simile.
Comunque, tornando al dolce, per fortuna il protagonista di questa avventura ha capito cosa fare con la propria pensione e si è subito attivato per correggere gli errori passati. Ha chiuso immediatamente un PIP sottoscritto nel 2008 ed è passato ad un Fondo Pensione Aperto (FPA) più conveniente e con il giusto profilo di rischio.
Il dolce finisce qui, adesso arriva l’agro.
Il prodotto in questione è un Pip Piano Individuale Pensionistico e prevede il versamento di 100 euro al mese investiti nella linea garantita. Detta così non sembrerebbe nemmeno tanto grave, ma guardando un po’ meglio si possono vedere una compilation di orrori che in confronto un film di Dario Argento sembra l’ultimo cartoon della Disney.
Vediamo di elencarli uno per uno.
Primo orrore: per ogni versamento viene detratto un costo del 4,6%.
In pratica tu gli dai 100 euro ma 4,61 se li tengono loro e l’effettivo investimento è solo di 95,39 euro. Manco sei partito che già ti è sparito da sotto il naso il 4,6%.
Levare il 5% ancora prima di iniziare ad investire e’ come iniziare una partita già sotto di due gol. Puoi ancora vincere, ma devi fare il doppio della fatica.
Se per caso stai pensando: “e va bè, per 5 euro che cosa vuoi che sia”, mi tocca subito contraddirti. Quel 5%, alla fine della fiera peserà sulle spalle del nostro protagonista per ben 630 euro. Mica bruscolini.
La tabella qui sotto parla chiaro: il mio amico ha dato all’assicurazione circa 13.706 euro, effettuando 137 versamenti da 100 euro (più 6 euro una tantum). Solo che di quei 13.706 ben il 4,61% è finito nelle tasche dell’assicurazione e quindi all’appello mancano ben 631,57 (4,61×137). A me non sembrano pochi ed infatti il nostro protagonista si è piuttosto intristito quando l’ha saputo.
Con quei soldi si sarebbe potuto pagare una vacanzina per tutta la famiglia, ed invece in vacanza c’è andato qualcun altro. Che sia chiaro, è tutto legale e tutto alla luce del sole.
Ma è ovvio che il nostro amico non abbia compreso la “pesantezza” di quei costi, perché non aveva le conoscenze per capire se quei 4,61 euro fossero tanti o pochi. Se lo avesse capito, certamente, non avrebbe accettato, tanto è vero che appena se n’è accorto è scappato a gambe levate.
Nessuno mette in dubbio che sia giusto che l’intermediario venga retribuito per il servizio, su questo non ci piove, ma è altrettanto vero che questa percentuale non deve superare i limiti della decenza. E credimi, il 4,61% di costi, i limiti della decenza non solo li supera, ma li doppia proprio.
Che poi a guardare la tabella sembra anche fatta bene…
Versati 13.700 euro, dopo 13 anni sono 15.000, semplice e comprensibile, ben fatto.
Beh, ben fatto mica tanto…E il rendimento annuale dov’è? Come possiamo capire quanto ci ha effettivamente reso per paragonarlo ad altre soluzioni possibili?
La cifra di 1.299 Euro, da sola, non dice niente: è molto o è poco? E i costi complessivi sostenuti dove sono? Nessuna traccia, del resto, come sempre, l’arma del delitto si cerca di nasconderla con cura.
Ma su questo ci arriviamo tra poco. Adesso è tempo di passare al Secondo orrore che, incredibilmente, è ben più grave del primo. Infatti l’errore che pesa in modo determinante sulle tasche del nostro protagonista è quello di aver scelto una linea non adatta a lui.
E qui, lasciamelo dire, il consulente che gli ha fatto sottoscrivere un contratto del genere si merita, quantomeno, una bella tirata d’orecchie. Si tratta di una linea Garantita, venduta ad un professionista di 35 anni. Spero che tu non stia pensando: Embè, che c’è di male? almeno era garantito!
Mi spiace dirtelo, ma se hai pensato una cosa del genere ci sono buone possibilità che tu ti possa cacciare (o ti sia gia’ cacciato) nei guai quando si tratterà di scegliere come investire i tuoi soldi. Infatti un professionista di 35 anni ha davanti a sé più di 30 anni di contributi, la linea garantita è assolutamente inadeguata.
È come consigliare ad uno che deve fare un viaggio di 10.000 km di prendere la bicicletta. Quando hai così tanta strada da fare ti serve un mezzo diverso, in grado di andare più veloce. La bicicletta semmai va bene se sei vicino alla pensione e ti rimangono pochi anni di contributi.
Fuor di metafora, quando hai tanti anni davanti non ha senso un prodotto che ti protegga dalla volatilità. E’ la diversificazione temporale che abbatte la volatilità stessa, quindi ti stai proteggendo da un problema che non hai.
La linea garantita può, come ho detto, avere senso per chi ha ancora pochi anni di contributi, anche se personalmente, nel 2022 non la consiglierei a nessuno. Con linea garantita, l’unica cosa garantita è il fatto che si lasciano sul piatto dei soldi, ora numeri alla mano ti dimostro perchè.
Se per caso anche tu hai sottoscritto una linea garantita, ti consiglio di sederti e di bere un bicchier d’acqua prima di continuare, perchè quello che leggerai tra poco non ti piacerà per nulla. La linea garantita ha avuto un ritorno netto del 2% all’anno, che porta a quel “risultato netto di gestione” di 1.299 euro.
Vediamo cosa sarebbe potuto essere il montate se il nostro amico avesse avuto di fronte a sé un consulente capace che gli avesse spiegato come la linea garantita fosse completamente inadeguata alle sue esigenze e al suo orizzonte temporale.
Con una semplice linea bilanciata, 50% azioni e 50% obbligazioni, nello stesso periodo avrebbe avuto un rendimento del 6.7%, che sarebbe risultato in un montante finale di 25.000 euro.
Hai notato la differenza? Questo consiglio scellerato è costato al nostro amico almeno 10.000 euro, potenzialmente ne avrebbe potuti avere 25 mila ma invece se ne ritrova sul conto solo 15. Dico almeno, perche’ la linea corretta sarebbe stata con una percentuale di azionario anche più alta, direi non inferiore al 70%.
E questi non sono soldi del monopoli, sono soldi veri che mancheranno al nostro amico quando sarà vecchio, nel momento quindi in cui ne avrà più bisogno. È finita qui? Purtroppo no.
Per avere un quadro completo dei danni causati al nostro protagonista da un’assicurazione costosa e un consulente poco attento, dobbiamo fare un’altra considerazione sui costi.
Come potete vedere questo prodotto, oltre ai costi di sottoscrizione (630 euro), ha costi ricorrenti del 2,11%, per essere chiari, questo 2,11% si applica ogni anno al capitale maturato, quindi già solamente nel 2020 ha pagato 315 euro!
Per analizzare l’impatto dei costi possiamo calcolare il montante finale in assenza degli stessi, in questo caso invece di 15 mila euro, avremmo avuto 17300 Euro, quindi mancano altri 2.300 euro ai cui aggiungere i costi di sottoscrizione, arriviamo ad una cifra di 3000 Euro!!!! costi che la struttura ha assorbito, contro 1200 euro che arrivano al cliente.
Per farla semplice, quindi, in questi 13 anni il nostro amico ha letteralmente bruciato quasi 15 mila euro, che sarebbero stati suoi senza nessun sforzo, se non quello di scegliere correttamente il fondo pensione su cui investire.
Fortunatamente il nostro protagonista, che ha oggi 48 anni, ha chiuso il PIP in oggetto, per passare ad un fondo pensione aperto che costa 0,8% con un peso dell’azionario del 70% evitando così che il danno si protragga nel tempo. Ma quello che è stato perso in questi 13 anni nessuno lo potrà restituire al nostro amico.
Capisci quanto è importante comprendere queste cose?
Non è un gioco, né tanto meno uno scherzo. Certo, se ti trovi nella stessa situazione potresti prendertela con il consulente o con l’assicurazione, ma credimi non è così che risolverai il problema. L’assicurazione non ha truffato nessuno, era tutto alla luce del sole. Chi ha sbagliato è stato il nostro amico.
Sta a noi prenderci cura del nostro futuro, non possiamo sperare che qualcun altro lo faccia al posto nostro. C’è una sola strada per non vedersi sfilare di tasca tutti questi soldi: capire come funzionano le cose. Credimi, non è così difficile come sembra.
Se ti trovi in questa situazione o se, ancor peggio, non sai nemmeno il tipo ed il costo del tuo fondo pensione, bè mi auguro di cuore che questo articolo ti abbia dato la voglia di capire meglio come porre rimedio alla situazione.
Non aspettare ad informarti, ogni giorno che passa regali dei soldi che potrebbero fare la differenza tra avere una vecchiaia serena ed una vecchiaia complicata.
Giorgio Carlino, 26 gennaio 2022