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Biden firma l’ordine esecutivo: attacco alle criptovalute?

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Biden firma l’ordine esecutivo per regolamentare le criptovalute

Questo mercoledì Joe Biden ha firmato il primo ordine esecutivo sugli asset digitali, come le stablecoins, criptovalute e l’introduzione del dollaro digitale nel sistema monetario americano segnando un riconoscimento formale nel mercato di questi asset. I dati ci dicono che il valore delle criptovalute è salito a oltre $3 trilioni nel novembre 2021 considerando che l’intera capitalizzazione di mercato delle criptovalute era di poco più di $14 miliardi solo cinque anni fa. Inoltre, dai sondaggi condotti in America, si evince che il 16% degli americani hanno investito o utilizzato criptovalute, soprattutto le minoranze che hanno spesso minori possibilità di accedere ai servizi bancari.

Con questo ordine esecutivo, gli USA vogliono delineare il loro approccio per gli asset digitali ma anche per le criptovalute e, come cita il documento, anche “per qualsiasi futura valuta digitale della banca centrale statunitense”.

La Casa Bianca vuole coordinare gli sforzi dell’intera amministrazione statunitense dal Dipartimento del Tesoro, al Dipartimento del Commercio e ad altre agenzie nella ricerca di una comune strategia tenendo conto di sei priorità chiave: protezione dei consumatori e degli investitori; stabilità finanziaria; illeciti finanziari; leadership USA nel sistema finanziario globale e competitività economica; inclusione finanziaria; innovazione responsabile.

Un passo quello compiuto dalla Casa Bianca che è stato percepito positivamente dal mercato creando apparentemente ottimismo nel mercato, a partire dalla pubblicazione (pare accidentale e successivamente rimosso) di martedì dal dipartimento del tesoro,riguardo l’imminente ordine esecutivo riguardo la valutazione sugli asset digitali e all’annuncio ufficiale della firma, che ha portato a registrare nuovi picchi. In un giorno è salito a i 42.597$, in rialzo del 9% circa rispetto ai livelli di 24 ore prima(dati Coin Desk), mentre Ethereum ha testato nuovamente i 2.750$, per tornare già ai valori precedenti il giorno successivo.

Tra gli obiettivi chiave (apparentemente) è rimediare alle inefficienze nell’attuale sistema di pagamenti degli Stati Uniti e aumentare l’inclusione finanziaria, in particolare degli americani poveri, circa il 5% dei quali attualmente non ha conti bancari a causa delle commissioni elevate.

Gli Usa sono il primo Paese al mondo per attività di mining, si stima che circa 60 milioni di americani detengano delle criptovalute e sempre più aziende (e banche) investono nel settore. Ma finora le autorità statunitensi si sono avvicinate alla materia senza una direzione chiara: non sanno bene come classificare le crypto (asset speculativi? titoli? beni rifugio?) e non ci sono garanzie, né protezioni ufficiali, per i possessori.

Biden vuole quindi risolvere l’asset legislativo che ruota intorno alle criptovalute. Ancora frammentario e incompleto, rispetto ad un mondo che corre veloce, soprattutto la Cina.

Motivo per cui nell’ordine esecutivo si esorta e sancisce sul continuare ad esplorare lo sviluppo di una valuta digitale della banca centrale statunitense (CBDC), sulla quale Washington si muove in ritardo: in Cina ci sono già 260 milioni di cittadini (dati IlSole24ore) che hanno yuan elettronici nei loro portafogli digitali e ora punta sulle transazioni globali, con l’alternativa a swift (che rischi di vanificare potenzialmente le sanzioni russe).

L’amministrazione Biden, rivela il Wall Street Journal, oltre le comuni criptovalute vuole quindi puntare anche sulle “stablecoin”: vuole cioé cominciare a gettare il terreno per una regolamentazione più rigorosa che potrebbe plasmare il futuro del denaro digitale. L’ordine esecutivo non fa una dichiarazione in nessuna delle due direzioni provvisoriamente, ma richiede uno studio per capire se una CBDC “migliorerebbe o ostacolerebbe” i sistemi finanziari e il potere del dollaro USA.

 

Siamo in un momento cruciale della storia in cui il mondo osserva come le criptovalute potrebbero venire utilizzate in modi mai visti prima.

Nel bel mezzo dell’invasione russa dell’Ucraina infatti, milioni di dollari in donazioni in criptovalute sono andati al governo ucraino e ai soccorsi, fornendo un’ancora di salvezza per coloro che non sono in grado di accedere alle banche tradizionali. Tuttavia alcuni analisti hanno evidenziato preoccupazioni circa l’uso delle criptovalute come strumento per eludere le sanzioni finanziarie internazionali, come quelle che gli Stati Uniti e gli alleati, imposte alla Russia.

Con la chiusura del circuito Swift e lo scenario dell’alternativa cinese che rischia di compromettere il predominio del dollaro attraverso la circolazione dello yuan digitale, la Cina ambisce a diventare l’alternativa nei sistemi di pagamento internazionali. Le valute digitali non sono diventate quindi solo un tema economico ma anche una questione geopolitica.

Gli USA non vogliono stare a guardare e Joe Biden sfodera una pronta risposta allo yuan cinese.

 

Conclusioni

La questione delle valute digitali delle banche centrali (CBDC) risulta per alcuni controversa nella comunità delle criptovalute. Sebbene avere una valuta digitale emessa dal governo possa essere utile per favorire un maggiore accesso al sistema finanziario, democratizzandolo, molti ritengono che andrebbe contro gli ideali decentralizzati delle criptovalute, contro le ragioni per cui le criptovalute sono state create. 

L’ordine esecutivo annunciato nel mezzo del conflitto tra Russia e Ucraina, ad alcuni potrebbe sembrare parte di uno sforzo più ampio per contenere la minaccia russa. Una coincidenza? In realtà sì, infatti sono presenti rapporti risalenti alla fine di gennaio, i quali sostenevano che l’ordine esecutivo era imminente.

Tuttavia si potrebbe trattare di una contromossa verso lo yuan cinese che minaccia il predominio del dollaro a livello globale. Le valute digitali avranno il potere di spaccare il mondo a metà? Lo scopriremo.

Deborah Ullasci, 11 marzo 2022