Criptovalute

Boom NFT: nuova frontiera, ma per l’investimento o l’intrattenimento?

Criptovalute

Gli ambiti applicativi per la blockchain e le criptovalute tra il 2020 e 2021 sono aumentati. In particolare sono esplosi due distinti ambiti di questa tecnologia; la DeFi (finanza decentralizzata) e gli NFT (Token non fungibili).

Quando poi DeFi e NFT si interagiscono tra di loro creano opportunità inimmaginabili prima d’ora. Pensiamo ad esempio al trading games basato su NFT come Ipermatch sviluppato da Noku, di cui ho parlato proprio la scorsa settimana. L’app unisce l’amatissimo gioco del fantacalcio con le figurine convertite in NFT all’interno della blockchain in cui ad ogni figurina viene associato un punteggio calcolato tramite l’intelligenza artificiale delle performance del mondo reale, permettendo di ottenere un rendimento finanziario.

Saliti alla ribalta grazie al mondo delle opere d’arte e del calcio la vera rivoluzione deve ancora completamente rivelarsi ed i campi di applicazione saranno sempre più ampi, offrendo una maggiore personalizzazione e disintermediazione. Assisteremo ad un’evoluzione del concetto di proprietà di un determinato bene e questa tecnologia potrà apportare benefici ovunque ci siano persone interessate alla proprietà digitale di qualcosa, per passione o per profitto.

Gli NFT saranno i fautori di un nuovo sviluppo dell’economia digitale basata su blockchain (e smart contract) grazie alla quale sarà possibile collegare univocamente beni digitali da beni fisici?

Per poter dare una risposta partiamo dal chiarire che cosa siano gli NFT.

 

Che cosa sono gli NFT

Gli NFT, acronimo di Non Fungible Tokens, sono gettoni digitali unici che rappresentano una proprietà digitale su blockchain rendendo chiaro a chiunque, ed in modo inequivocabile, il loro autore ed il loro proprietario. L’NFT costituisce, quindi, una prova di autenticità e, al contempo, di proprietà dell’opera. La sicurezza di questi certificati deriva dal fatto che gli stessi sono ospitati su una blockchain, sistema di controllo simile ad una sorta di grande libro mastro capace di tenere traccia di operazioni e transazioni di vario tipo.

Un token quindi è un algoritmo realizzato tramite uno smart contract su una blockchain. L’enorme flessibilità garantita dai contratti intelligenti consentono di utilizzare un token per rappresentare qualsiasi tipo di oggetto, digitale o fisico, tangibile o intangibile.

Ed è proprio quest’ultima la differenza fondamentale che distingue e spiega perché gli NFT hanno questo successo: la fungibilità del token.

Esistono infatti due tipi di token: i Fungible Token ovvero gettoni legati alle criptovalute, sono intesi come un bene fungibile ovvero replicabile e sostituibile, privo di una specifica individualità, come per esempio una banconota od un bitcoin. Se prestassi 10 euro ad un amico non importerebbe che mi restituisca due banconote da 5 euro oppure una banconota da 10 euro con un diverso numero seriale.

I Non-Fungible Token invece sono caratterizzati proprio dalla non fungibilità del bene, ovvero beni unici ed insostituibili, sia del mondo fisico che del mondo digitale, come un’opera d’arte. Gli NFT vengono utilizzati, inoltre, per creare scarsità digitale verificabile rendendoli così potenzialmente monetizzabili. Non sono però solo le qualità, a decidere cosa sia un NFT, ma le proprietà che qualcuno decide di associarci.

Improbabile, per esempio, che primo il tweet della maggior parte delle persone (così come l’ultimo), possa vagamente interessare. D’altro canto però, il primo tweet di sempre, twittato proprio dal fondatore di Twitter, vale un paio di milioni di dollari, nella sua versione unica e certificata attraverso gli NFT è stato acquistato da Sina Estavi, capo della società Bridge Oracle, per la modica cifra di due milioni e 915 mila dollari. Soldi destinati a beneficenza in Africa.

 

Sintetizzando quindi l’NFT garantisce che un determinato soggetto abbia registrato le informazioni da esso rappresentate in una specifica data e ora, che i diritti riconosciuti in esso siano trasferiti a chiunque lo possieda nel proprio wallet e che le informazioni in esso contenute non siano manomissibili. Non garantiscono però che il loro creatore sia effettivamente l’autore dell’opera o asset rappresentato e che il loro creatore non ne abbia realizzati altri e dichiarato il falso in merito alla sua univocità.

Quindi voi potreste dire: “Ma allora posso anche fare uno screenshot dell’opera e possederla”. Sì, potreste. Potreste anche fare una foto alla Gioconda ma non vi prendereste il merito e il vanto di averla creata, anzi, più persone la fotografano e condividono la sua immagine e più la rilevanza culturale e il suo valore cresce, e più la sua visibilità aumenta più cresce il suo valore economico. L’opera può tranquillamente continuare a circolare sulla rete, ma il titolare dell’NFT è l’unico a poter vantare i diritti di cui allo smart contract.

Quando noi andiamo al Louvre ci fidiamo semplicemente che il museo possegga l’opera originale. La Blockchain quindi è un po’ come il Louvre in quanto riconosciuto come sistema aperto e distribuito che permette di verificare l’affidabilità e la storia dei passaggi di proprietà del contenuto digitale.

Tralasciando per il momento le numerose problematiche legislative italiane è evidente che questa tecnologia può facilitare notevolmente la tutela della proprietà di un bene e ad aprire nuove forme di business e quindi di guadagno.

 

La nuova frontiera di investimento?

Quello degli NFT è un mercato non solo in forte espansione ma di una portata già molto rilevante.

Secondo i dati del Dapp Industry Report il primo trimestre del 2021 ha totalizzato un incasso di 2,3 miliardi di dollari, il secondo è salito a 2,4, con wallet attivi in aumento del 152% rispetto a i primi tre mesi dell’anno che traccia le vendite effettuate su blockchain (tranne quelle effettuate “fuori catena” e delle case d’asta).

Secondo l’ultimo NFT Yearly Report stima che dal 2018 al 2020 la capitalizzazione del mercato NFT sia aumentato di otto volte, passando da 40,9 milioni a oltre 338 milioni di dollari secondo il Wall Street Journal, Guardarno le analisi del sito specializzato Invezz il mercato degli NFT è cresciuto del +645% tra gennaio e marzo 2021 e pare che tale cifra sia destinata a superare 1,3 miliardi di dollari nel 2021.

Il marketplace di NFT OpenSea attualmente mostra numeri esorbitanti. Tra il 22 e il 24 agosto, il numero di vendite è passato da 34 a 51. Il prezzo medio è passato da 65,43 ETH (circa 217.500 dollari) a 120,53 ETH (400.700 dollari) , mentre il volume è passato da 2.224 ETH (7,4 milioni ) a 6.146,8 ETH (20,4 milioni).

Si valuta che gli NFT  abbiano un grande potenziale per essere utilizzati anche nel mondo della finanza decentralizzata (DeFi) mostrando una rapida evoluzione e possono essere utilizzati, oltre che per opere d’arte anche per altri beni di valore come garanzia per prestiti o come contratti finanziari per assicurazioni, stock option o obbligazioni che possono essere scambiate come prodotti sui mercati. Gli NFT sono interessanti per gli investitori perché, come con qualsiasi altra attività che ha valore, possono essere acquistate e vendute sul mercato NFT se il valore aumenta con la creazione di un profitto.

Anche alcuni fondi istituzionali stanno sfruttando l’opportunità, con società di investimento in criptovaluta che acquistano oggetti da collezione digitali per creare valore per i loro clienti. L’analisi di NonFungible.com mostra come il numero di portafogli attivi è quasi raddoppiato da 112.731 a 222.179, in confronto all’anno precedente. Gli NFT possono anche svolgere un ruolo significativo nel futuro sviluppo della DeFi. Come progetto fintech, DeFi potrebbe essere dirompente per gli intermediari finanziari esistenti.

Un altro aspetto potenzialmente rivoluzionario degli Nft consiste nel fatto che potrebbero ribaltare il modo in cui i contenuti digitali vengono distribuiti e monetizzati. Buona parte dei contenuti digitali viene monetizzata tramite piattaforme, come Facebook, Netflix o OnlyFans (piattaforme basate su abbonamento) che agiscono da intermediari tra i creatori di contenuti e i consumatori. Sebbene i creatori possiedano ancora il copyright dei loro prodotti, una parte della proprietà viene comunque ceduta alla piattaforma. Mentre gli Nft potranno permettere ai proprietari di contenuti di mantenere la proprietà del loro lavoro, senza limitarne la propagazione in rete in una sorta di disintermediazione alla quale abbiamo già assistito nel mondo fisico con l’avvento dell’e-commerce.

Si rende quindi necessaria l’attenzione del legislatore a tal riguardo con norme precise, anche perché gli NFT non hanno rivoluzionato solo l’arte. A febbraio oltre 20mila acquirenti hanno speso in un solo giorno più di 45 milioni di dollari in clip sportive dell’NBA. Un domani a essere tokenizzati potrebbero essere asset reali e non digitali. Anche nel mercato immobiliare ci sono già esempi di vendite come una sorta di multiproprietà. Il mondo del cinema ha prodotto il primo film su zoom con attore protagonista Anthony Hopkins e venduto come NFT. Anche il mondo della moda è in fermento e le aziende di vari settori, comprese le big tecnologiche, hanno capito che gli NFT possono essere una risorsa. Come dimostrato negli ultimi giorni dagli annunci di Visa e Facebook.

 

Gli NFT da Nexi a Facebook

Il 19 agosto Visa entra ufficialmente nel mondo degli NFT annunciando l’acquisto uno dei celebri CryptoPunks. Per la precisione, ha acquistato il CryptoPunk 7610 per circa 150.000 dollari, a 49,50 ETH uno dei 10.000 CryptoPunks esistenti, coniato il 23 giugno 2017 e venduto circa tre settimane più tardi al prezzo di appena 0,60 ETH (114$ al tempo).

Visa, del resto, è da sempre uno dei player più attivi nell’ecosistema delle criptovalute e affini ed aver creato una divisione ad hoc per seguire le evoluzioni sul fronte delle valute digitali, Wirex, ed  un progetto di adozione della stable coin Usd Coin legata al dollaro.

Visa è consapevole che quello degli NFT è un mercato in continua espansione. I CryptoPunks sono tra le collezioni più celebri di NFT. Visa ha inteso acquistarne uno proprio per celebrarne il valore nel settore. Il loro valore, negli anni, è poi esploso. A giugno, Sotheby’s ne ha venduto uno per 11.8 milioni. Il #7610 non ha caratteristiche che lo/la rendono particolarmente di valore. Unica nota vagamente rara è il rossetto che condivide con solo altri 696 punk digitali.

Oggi complessivamente valgono oltre 2 miliardi di dollari. Per far capire la proporzione del valore economico e concettuale della scelta di Visa si pensi che un’ora dopo l’annuncio i collezionisti globali avevano già acquistato 90 CryptoPunks, cifra salita a 203 unità nel giro di poche ore.

Cuy Sheffield, Head of Crypto dell’azienda ha dichiarato:

“Gli NFT offrono alle piccole imprese l’opportunità di sfruttare le blockchain pubbliche per la produzione di beni digitali, che possono essere consegnati istantaneamente al crypto-wallet dell’acquirente. Immaginiamo un futuro in cui il proprio indirizzo crypto diventerà importante tanto quanto il recapito postale.”

Curiosamente, pochi giorni dopo l’annuncio dell’entrata nel mondo dei NFT di Visa, anche Facebook dichiara di star considerando lo sviluppo di funzionalità legate agli NFT ma a differenza di Visa, non sono chiari i tempi. Stando alle parole di David Marcus, il capo delle operazioni blockchain Facebook e l’architetto del progetto di stablecoin Diem, il quale ha affermato che l’azienda è in una “buona posizione” per essere coinvolta nello spazio NFT.

La società sta “certamente valutando varie possibilità per entrare nel campo degli NFT, ha detto Marcus a Bloomberg aggiungendo che un progetto c’è, ma in un stadio iniziale, tale che al momento è prematuro condividerne ulteriori informazioni aggiungendo: “Quando hai un buon portafoglio cripto come lo sarà Novi, devi anche pensare a come aiutare i consumatori a supportare gli NFT. Ci stiamo sicuramente pensando”.

Per il momento quello che si sa del progetto di Facebook è che il lancio del wallet NOVI, di cui ha parlato Leopoldo e che David Marcus definisce più volte pronto, non uscirà fino al lancio del progetto Diem ridimensionato e approvato. Novi, il digital wallet di Facebook servirà infatti a custodire Diem, la stablecoin ancorata al dollaro, rispondendo alla filosofia illustrata da Mark Zuckerberg il giorno in cui presentò al mondo l’allora Libra: l’intenzione è quella di rendere lo scambio di denaro facile come la condivisione di una foto. 

 

Conclusioni

Come spesso accade in ambito finanziario e tecnologico, quando si è in una fase di forte hype in cui investitori, appassionati, collezionisti e speculatori si affrettano ad acquistare, anche a prezzi esorbitanti, si segue la moda del momento. Oggi è il momento degli NFT.

Considerarla però pura speculazione, come spesso è stata definita, è una semplificazione miope.

Per poter apprezzare e valutare i reali benefici ed il valore aggiunto di questa nuova rivoluzione tecnologica sarà necessario attendere che il sentiment del mercato si stabilizzi, lasciando spazio ai progetti con utilità e benefici di lungo periodo.

Con il tempo verrà ridotto il gap conoscitivo che divide il mondo informatico da quello del diritto, dell’economia e della politica, portando vita a standard condivisi, lì dove ora vige il caos e la libera interpretazione.

 

Deborah Ullasci

 

 

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it
la grande bugia verde