La Commissione europea propone nuovi requisiti di trasparenza per le transazioni in criptovalute: il bitcoin dovrà adeguarsi alle norme antiriciclaggio europee per rendere tracciabili i dati di fornitori e clienti.
La natura relativamente anonima delle valute digitali le rende molto attraenti per i soggetti intenzionati a sfuggire alle regole antiriciclaggio e ai requisiti di trasparenza delle transazioni. Bitcoin e altre criptovalute, infatti, potrebbero essere utilizzate per il riciclaggio di denaro sporco e per altre attività illegali, comportando rischi notevoli anche con riguardo alle truffe. Pongono dunque numerosi interrogativi in termini di protezione dei consumatori/investitori. L’Unione europea ha pertanto deciso che bitcoin e criptovalute non potranno più operare in modo anonimo all’interno della Comunità.
La proposta di legge e l’AMLA
La Commissione europea ha avanzato una proposta di legge che imporrà di sottostare alle regole antiriciclaggio e ai requisiti di trasparenza per i trasferimenti di criptovalute, vietando i portafogli di asset crittografici anonimi e imponendo la tracciabilità dei clienti grazie all’istituzione di una nuova autorità per contrastare il riciclaggio di denaro sporco. Questa nuova agenzia si chiamerà AMLA (Authority for Anti-Money Laundering and Countering the Financing of Terrorism) e sarà finalizzata al rafforzamento delle attività di vigilanza sui fenomeni di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. L’Autorità europea, la cui istituzione è prevista a partire dal 1° gennaio 2023, coordinerà e assisterà le UIF (Unità di Informazione Finanziaria) nazionali nel migliorare l’efficacia dell’attuazione delle prescrizioni, garantendo standard normativi e metodi di valutazione del rischio uniformi. La cooperazione tra le UIF nazionali, e le analisi congiunte tra di esse, serviranno anche a individuare meglio i flussi finanziari illeciti. Istituendo un codice unico di norme, e dunque un unico sistema integrato di vigilanza in tutta l’Unione europea, l’AMLA avrà metodi di sorveglianza comuni e il potere di imporre sanzioni amministrative e penali pecuniarie nei confronti dei soggetti obbligati “selezionati” (enti creditizi e finanziari o gruppi di enti creditizi e finanziari). Potrà inoltre supervisionare direttamente alcune delle istituzioni finanziarie più rischiose, che operano in un gran numero di Stati membri, e monitorare le autorità di vigilanza nazionali responsabili di altre entità finanziarie (nonché coordinare le autorità di vigilanza di entità non finanziarie). L’autorità servirà anche da collegamento dei registri nazionali dei conti bancari, in modo da aumentare il coordinamento dei flussi di denaro tra paesi e accelerare le indagini in caso di crimini transfrontalieri.
Il futuro dell’Europa contro il riciclaggio
Il riciclaggio di denaro in Europa riguarda circa l’1% di tutta l’attività economica europea. Nel comunicato stampa della Commissione europea si legge chiaramente: “I trasferimenti di beni virtuali sono soggetti agli stessi rischi di riciclaggio a cui sono soggetti i trasferimenti via cavo, pertanto sembra logico usare gli stessi strumenti legislativi per affrontare entrambe le cose”. Secondo la nuova proposta di legge, le attuali norme antiriciclaggio sui servizi finanziari dovrebbero essere estese e applicate anche al settore delle criptovalute. Coloro che sono coinvolti nel settore delle criptovalute, quindi, non potranno più offrire portafogli virtuali anonimi agli utenti, saranno obbligati a verificare e registrare l’identità di chi invia e riceve transazioni, e dovranno consentire alle autorità di tracciare tutte le transazioni sospette per impedire la circolazione di denaro sporco. Nonostante vi sia ancora un clima di diffidenza intorno all’argomento, le criptovalute potrebbero, in un sistema finanziario regolamentato, trasformare radicalmente l’attuale sistema economico. Mi sembra auspicabile, quindi, che le autorità misurino i contenuti delle future regolamentazioni in modo da affrontare i rischi senza però soffocare la spinta innovativa e il conseguente processo di sviluppo economico.
Umberto Macchi