Ieri Tesla -8.8%, Bitcoin che nella notte perde anche fino al 16%.
Oggi alla riapertura dei mercati Tesla apre a -12%, il Bitcoin prova un recupero ma poi riprende la discesa.
Oggi alla riapertura dei mercati Tesla apre a -12%, il Bitcoin prova un recupero ma poi riprende la discesa.
La volatilità è alle stelle, le oscillazioni sembrano un elettrocardiogramma che racconta un cuore impazzito, i numeri, soprattutto per chi adesso è investito sono da capogiro e lo sono verso il basso. E’ come se ieri si fosse aperto un domino e che tutte le tessere abbiano cominciato a cozzare l’una contro l’altra.
Cosa sta accadendo ai mercati finanziari?
Quanti si stanno “scottando le mani”? Quanti erano convinti che il mercato, che certi titoli, potessero sempre salire? E la discesa fin dove può arrivare?
Quella di ieri è stata una giornata che, per chi è abituato, rientra nella normalità, chi invece non lo è, non è abituato e magari si è lasciato irretire dai facili guadagni delle settimane scorse oggi sta cercando di mantenere nervi saldi e idee lucide, ma non è facile quando le cose precipitano così velocemente.
Per quanto riguarda lo scivolone di molti titoli della tecnologia, la spiegazione è legata, soprattutto, al riaccendersi di temi inflattivi ed al risalire dei tassi d’interesse, soprattutto negli USA ed in Germania. Il rialzo dei tassi – negli USA sono praticamente raddoppiati arrivando fino all 1,35 il decennale – ha solo dato il la ad una condizione di instabilità che riguarda i mercati, soprattutto quelli della tecnologia.
Tutto gira attorno alla crescita delle materie prime.
Il petrolio, ma anche il rame, ed i metalli da quelli più preziosi a quelli che lo sono meno stanno crescendo di prezzo.
Il motivo?
La tecnologia per funzionare chiede queste materie prime, ne ha bisogno. I chip, i semiconduttori, i materiali per le batterie delle auto elettriche. Ora che si guarda ad un Mondo in ripresa in tanti ne stanno facendo incetta. Siamo quasi ad una corsa sfrenata, in alcuni casi al rastrellamento. Nel caso dell’acciaio ad esempio.
Un produttore di componenti aerospaziali in California sta lottando per procurarsi acciaio laminato a freddo, mentre un produttore di parti di automobili e elettrodomestici dell’Indiana non è in grado di garantire forniture aggiuntive di acciaio laminato a caldo dalle cartiere.
Secondo i dati del Census Bureau, gli ordini non eseguiti per l’acciaio nell’ultimo trimestre erano al livello più alto in cinque anni, mentre le scorte erano vicine al minimo di 3 anni e mezzo.
“I nostri membri hanno riferito di non aver mai visto un tale caos nel mercato dell’acciaio”, ha affermato Paul Nathanson, direttore esecutivo della Coalition of American Metal Manufacturers and Users.
Il gruppo, che rappresenta più di 30.000 aziende del settore manifatturiero e delle catene di fornitura a valle, questo mese ha chiesto al presidente Joe Biden di porre fine alle tariffe sui metalli di Trump.
Le acciaierie nazionali che hanno spento le fornaci lo scorso anno tra i timori di una prolungata recessione economica indotta da una pandemia sono state lente nell’aumento della produzione, nonostante una ripresa della domanda di automobili e camion, elettrodomestici e altri prodotti in acciaio.
Ma questo è solo un esempio di quello che sta accadendo, l’esempio concreto di come sia la stessa ripresa (sembra assurdo ma è così) a mettere in difficoltà i mercati della tecnologia, è la stessa richiesta di tecnologia che mette in difficoltà se stessa. Sembra strano ma è così.
E il Bitcoin?
Ad affossarlo ci hanno pensato proprio Elon Musk, che ha dichiarato che avrebbe raggiunto un prezzo troppo alto e la neo segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, che lo ha definito un asset “altamente speculativo”, “inefficiente” per le transazioni e usato per “illeciti”.
L’ex numero uno della Fed si è anche detta preoccupata per “le potenziali perdite che gli investitori possono subire”, ha detto Yellen.
Stiamo a vedere. La sensazione è che sia solo l’inizio di un periodo tutto da interpretare.
Leopoldo Gasbarro
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