Norvegia docet. Il suo Fondo Sovrano è campione di strategia d’investimenti, campione di visione di lungo periodo e diversificazione, esempio di come anche i piccoli risparmiatori dovrebbero gestire i loro risparmio.
La Norvegia è capofila anche nell’uso delle valute digitali gestite dalla banca centrale.
E’ dal 2016, infatti, che Norges Bank sta lavorando alla propria valuta digitale, in netto anticipo rispetto ad altri omologhi.
L’obiettivo è quello di cancellare completamente il denaro contante in circolazione e di utilizzare soltanto i mezzi di pagamentoi digitali. Anche molte altre banche norvegesi, non solo la banca centrale stanno lavorando in quella direzione. Su tutte, il caso Nordea che un anno fa si era rifiutata di accettare contanti ad eccezione della filiale presente all’interno della stazione centrale di Oslo.
Ma se l’obiettivo resta quello dell’azzeramento del contante, considerata la massa monetaria in circolazione, sarà difficile, per la banca centrale norvegese riuscire a tenere, almeno per i prossimi anni, il fenomeno sotto controllo.
Infatti, ci sono in circolazione 50 miliardi di corone e di queste, oltre il 60%, come accennato, non sono nelle immediate disponibilità o sotto il controllo di Norges Bank.
Comunque Norges Bank va avanti. La fase sperimentale durerà fino a giugno 2023 e si concluderà con le raccomandazioni della banca centrale sulla necessità dell’implementazione di un prototipo.
Norges Bank rappresenta soltanto la punta di un iceberg di un mondo, quello delle valute, che nel giro di poco tempo, forse addirittura mesi più che anni, non sarà più lo stesso.
I Paesi arabi stanno lavorando ad una criptovaluta che sostituisca il dollaro come valuta di riferimento per il petrolio. Proprio oggi, Argentina e Brasile hanno dichiarato di voler adottare una valuta comune. Tutto questo senza dimenticare che le banche centrali di ogni Paese sono pronte a fare quello che sta già facendo Norges Bank. Più che di trasformazione, si parla di rivoluzione o di evoluzione addirittura e non sarà indolore.
Leopoldo Gasbarro, 23 gennaio 2023