Criptovalute

Perché il metaverso di Facebook vestirà Nike

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Vi ricordate quando nel 2003 i social erano ancora un mondo lontano e nasceva Second life? La piattaforma (non un videogioco, badate bene) in cui tramite avatar una persona poteva creare e costruire la propria realtà (virtuale)? Una vera e propria vita fatta di amici, casa, lavoro, negozi e shopping e vivere così l’esperienza di una seconda vita, creata e scelta da noi.

Una piattaforma che ebbe anche in Italia un considerevole successo diventando il fenomeno del momento, tanto che anche Antonio di Pietro creò una sezione del suo partito “Italia dei Valori” in cui Irene Grandi tenne addirittura un concerto. Second life era (anzi, lo è tutt’ora per gli appassionati) una prima versione di metaverso.

Ma il mondo e noi non eravamo ancora pronti per quella seconda vita virtuale. E adesso? I tempi sono (quasi) maturi e il livello di tecnologia è in grado di pareggiare la realtà, o forse è la realtà che si sta adattando alla vita virtuale?

Cos’è il metaverso

Il Metaverso può essere descritto come una riproduzione di ciò che facciamo e viviamo ogni giorno nella nostra vita reale. Una combinazione di realtà digitale alternativa, realtà virtuale, realtà aumentata in cui gli esseri umani saranno in grado di lavorare, giocare e vivere digitalmente.

Parliamo di un mondo virtuale collaborativo in cui è possibile accedere tramite dispositivi come smart glasses, visori di realtà virtuale, guanti e tute tattili, in cui ognuno dispone di un avatar per avere una vita parallela rispetto a quella reale. È un mondo che si nutre di realtà virtuale. Ma per fiorire davvero ha bisogno di realtà aumentata e reale.

Per essere più chiari può essere immaginato un po’ come se Internet fosse una grande città virtuale da esplorare tramite degli avatar (noi) in cui le persone possono pagare usando valute digitali e in cui degli smart contract stabiliscono i rapporti fra servizi (film, musica, videogiochi, apprendimento) e gli utenti.

È un’ipotesi fattibile?

I visori di realtà virtuale ci sono, le piattaforme di sviluppo stanno arrivando (vedi meta di Facebook o magari una versione di Windows) e le monete virtuali sono già parte integrante della nostra quotidianità.

Un esempio efficace di cosa potrebbe diventare il metaverso è Fortnite, popolarissimo videogioco diventato ormai una sorta di mondo alternativo in cui è possibile fare molto di più. Ed è proprio su Fortnite che Travis Scott, un famoso cantante, ha tenuto il suo primo concerto-evento di questo genere: l’artista americano si è esibito attirando 12 milioni di persone nel gioco dimostrando come anche il mondo virtuale possa smuovere le masse. Masse paganti, con soldi veri.

Pensiamo alla nostra vita quotidiana e convertiamola in formato virtuale: riunioni, incontri, pranzi, sport, fitness, film e acquisti potranno venire convertiti per essere disponibili nel nuovo ambiente 3D in via di sviluppo. Serviranno probabilmente ancora anni (e miliardi di visori e occhiali smart) per poter vedere il metaverso in piena attività.  

Un mercato quello dei visori che ha registrato un aumento delle vendite del 52,4% nei primi 3 mesi del 2021 rispetto al corrispondente periodo del 2020 secondo i dati resi pubblici da IDC. Secondo le stime di Statista invece, il numero di visori VR venduti dalle varie aziende produttrici è passato dai 3,8 milioni del 2017 ai 6 milioni del 2019. Le statistiche sulle vendite di realtà virtuale mostrano che il numero di dispositivi VR/AR venduti in tutto il mondo potrebbe aumentare fino a raggiungere i 68,6 milioni di unità nel 2023.

La Nike conquista il metaverso

Nike si sta preparando ad invadere anche il mercato degli NFT e del metaverso con una linea di abbigliamento virtuale, ha mosso i primi passi il mese scorso, quando ha depositato diversi nuovi marchi, tra cui “Nike” e il suo iconico slogan “Just Do It” ma il passo decisivo è stato l’acquisto di RTKFT (pronunciato “artifact”), azienda che utilizza NFT, autenticazione blockchain e realtà aumentata per creare prodotti ed esperienze virtuali unici per i suoi utenti. 

Fondata nel 2020 la startup è stata valutata 33,3 milioni di dollari, nonostante i dettagli finanziari dell’accordo non siano stati resi noti. RTFKT nella sua breve vita indipendente aveva raccolto oltre 9,5 milioni di dollari per costruire il Supreme of digital fashion, piattaforma di articoli collezionabili di nuova generazione che fondono cultura e gioco.

RTFKT, da pochi giorni proprietà di Nike, è infatti un nome riconosciuto ed apprezzato nel mondo dei collezionisti virtuali. A febbraio aveva lanciato una collaborazione con un famoso artista NFT FEWOCiOUS, per vendere tre design di scarpe da ginnastica virtuali, rispettivamente a 3.000, 5.000 e 10.000 dollari, emesse e certificate usando la blockchain. Scarpe che sono esaurite in meno di sei minuti per un totale di 621 paia vendute guadagnando oltre 3,1 milioni di dollari. La startup ha anche lavorato con il creatore di CryptoPunks LarvaLabs per lanciare una serie di 10.000 sneakers NFT, una per ogni Punk, che sarà disponibile solo per il proprietario dell’avatar digitale disposti a spendere cifre altissime per averli, vi mostravo in questo articolo i loro prezzi

Il legame tra RTFKT Studios e Nike apre anche le porte a nuove interessanti iniziative. Con la crescente popolarità dei phygital, collezionabili fisici che danno diritto al riscatto di collezionabili virtuali, Nike potrebbe, ad esempio, produrre delle sneaker, reali, in edizione limitata integrate all’interno della blockchain e dunque indossabili anche nel metaverso.

Nike mostra con questa strategia che intende fare sul serio puntando sempre di più su digitale e NFT. Anche il produttore di scarpe da ginnastica, principale rivale, Adidas questo mese ha collaborato con importanti attori del mercato NFT, si è accordata inoltre con The sandbox per ricreare il suo universo nel mondo virtuale.

Adidas poche ore fa ha annunciato il lancio della prima collezione Adidas Originals NFT che permette di avere oltre il bene digitale anche un bene fisico: una felpa con i loghi di Bored Ape Yacht Club, Punks Comics e GMoney (con cui ha collaborato per la creazione dei token) per il modico prezzo di 700 euro che ha chiamato “Into the metaversee che permetterà di avere accesso a prodotti ed esperienze esclusivi per i suoi clienti.

Gli investimenti ci sono ma in virtù della maggior facilità nella vendita dei beni virtuali, l’acquisizione di RTFKT potrebbe rivelarsi una svolta per l’effetto traino di altri grandi gruppi nel mondo digitale.

Attualmente possedere un NFT è essenzialmente come collezionare arte digitale che può essere scambiata e venduta. Ti permette di possedere un oggetto digitale che potrebbe potenzialmente accumulare valore nel mondo reale nel tempo. Inserendolo nel contesto delle scarpe da ginnastica, in questo caso, è praticamente come possedere un paio di Fragment Design x Travis Scott x Air Jordan 1 High OG SP : delle scarpe che un tempo venivano vendute a $200 ed ora valutate oltre $3.500. Tuttavia, non tutti i NFT (o sneakers) sono uguali. Il mondo degli NFT è così nuovo che è complicato prevedere cosa aumenterà esattamente di valore con il passare del tempo.

Secondo una stima di Mogan Stanley, entro il 2030 il mercato degli NFT potrebbe avere una valutazione intorno ai 300 miliardi di dollari con gli oggetti da collezione digitale di lusso che raggiungerebbero una quota di 25 miliardi.

Questa è la visione per il futuro prossimo da parte di tante grandi aziende che stanno investendo in startup specializzate nella creazione di beni digitali, incluso un settore tanto particolare come quello del lusso, scesi in campo anche loro con le prime vendite in ambito virtuale. A ottobre, una collezione Nft di Dolce & Gabbana ha raccolto circa 5,7 milioni di dollari all’asta.

 

Conclusioni

Che piaccia o meno i NFT faranno sempre più parte delle nostre vite (reali e virtuali). A ribadirlo è anche il Collins, prestigioso dizionario americano, secondo cui NFT è la parola che meglio rappresenta il 2021. Più di ‘double vaxxed‘ e ‘climate anxiety‘ (doppia vaccinazione e ansia climatica)

Diventeranno una parte integrante del metaverso, quello che fino a poco tempo fa veniva percepito come il futuro ma che è diventato più reale e presente che mai.

C’è una questione però da valutare prima che questa moda diventi la nostra nuova seconda vita: affinchè ci sia un metaverso, all’interno di cui svolgere i vari servizi, tutte le società dovranno riconoscere un’entità neutrale che gestisca il metaverso. Siamo sicuri che esista? Chi avrà il potere di scegliere chi o quale sarà l’entità che governerà sulla nostra vita? (virtuale, si intende).

Deborah Ullasci, 17 dicembre 2021