Apple porta l’intelligenza artificiale su iPhone, iPad e iMac. Lo fa collegando le sinapsi della sua Siri a quelle di ChatGPT, nella speranza di recuperare così terreno rispetto a una concorrenza di Samsung e Google o Amazon oggi oggettivamente più avanti sugli assistenti vocali.
Si chiama Apple Intelligence e l’annuncio è stato dato ieri dall’amministratore delegato Tim Cook dal palco dell’ultima Worldwide Developers Conference, la conferenza degli sviluppatori della Mela.
Gremita la platea, con seduto in prima fila Sam Altman, il papà di OpenAi, che a sua volta è legata a doppio filo agli investimenti miliardari di Microsoft. L’ex start up quindi, almeno per il momento è stata preferita nella gara con Gemini di Google, ma non è detto che resti sola.
Senza contare che Elon Musk è pronto a “vietare” i dispositivi Apple nelle sue aziende, se OpenAi fosse integrata in iOs. Perché, scrive l’imprenditore visionario, saremmo dinanzi a una “violazione della sicurezza inaccettabile”.
Una bomba. In gioco ci sono infatti innumerevoli dispositivi considerando che Musk controlla tra il resto Tesla, Space X e la stessa X (cioè la vecchia Twitter). Senza contare che Elon ha poi detto che il “niet” riguardare anche i visitatori, che dovranno dichiarare se hanno con sè apparecchi con la Mela.
Ma torniamo a Apple Intelligence, Cupertino perde un altro pezzo della sua autonomia rispetto alla Silicon Vally e del suo essere capace di innovare da sola, rendendo chiaro come sia ormai lontano il genio di Steve Jobs.
Apple prova però a fare a modo suo e “piega” l’intelligenza artificiale in modo diverso. La Apple Intelligence, che sarà scaricabile gratuitamente con uno dei prossimi aggiornamenti dei sistemi operativi della Mela Morsicata, punta infatti a personalizzare l’esperienza d’uso di iPhone, iPad, iMac.
I device della Mela naturalmente resteranno un cellulare, un tablet e un computer ma dovrebbero anche trasformarsi qualcosa di più. Cook, con quel pizzico di marketing che non manca mai a Cupertino, ha infatti parlato della nuova era di Apple Intelligence presentandola come un “salto evolutivo”, con funzioni e contenuti personalizzati e plasmati sul momento che sta vivendo l’utente. Il tutto, secondo Cook, mettendo al primo posto la privacy.
Per esempio Apple Pencil sarà presto in grado di trascrivere gli appunti usando la nostra calligrafia e correggendo gli errori, iOs proporrà emoji stampate in tempo reale sulla base del nostro umore, le mail potranno essere riorganizzate e il sistema proporrà accurate elaborazioni fotografiche o storie da condividere sui social network.
Resta da capire come si tradurrà tutto questo nel concreto dell’utilizzo quotidiano e quando Apple Intelligence arriverà in Italia. Così come è aperta la sfida con Google, che ha invece posto la sua Gemini al servizio di Android.
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“Hey Siri”, sei finalmente cresciuta? I clienti Apple te lo chiedono e lo sperano tanto. Nella speranza che non vada a finire in un flop come con l’app Mappe.