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Il lunedì nero, mercati in profondo rosso: cosa succede in Borsa

Tonfi record per Hong Kong, Tokyo e titoli tech. Crolla l’Europa. Cresce il rischio recessione dopo i dazi di Trump

Live Aggiornato
Borsa
2 settimane fa

La Casa Bianca smentisce la Casa Bianca

Poco dopo le parole di Hassett, la Casa Bianca ha smentito il consigliere di Trump definendo l’ipotesi di una moratoria una “fake news”

2 settimane fa

L'annuncio della Casa Bianca: "Stop di 90 giorni ai dazi"

Il consigliere economico della Casa BIanca, Kevin Hassett, ha detto a Cnbc che il presidente statunitense “sta valutando una moratoria di 90 giori per i dazi per tutti i paesi, Cina esclusa”.

Immediata la reazione positiva delle borse.

2 settimane fa

Wall Street tenta il rimbalzo

Il Dow Jones perde l’1,28% a 37.824 punti, il Nasdaq cede lo 0,25% a 15.548,51 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,75% a 5035,98 punti.

2 settimane fa

Gli Usa aprono in rosso

Wall Street apre in negativo: Dow Jones, Nasdaw e S&P 500, lasciano sul terreno oltre il 3% dopo i primi minuti. Poi le cose peggiorano:

Il Dow Jones arretra del 2,77% a 37,235.63 punti;

il Nasdaq cala del 3,89% a 14,982.07 punti;

lo S&P 500 cede il 3,13% a 4,913.97 punti.

2 settimane fa

Trump agli americani: "No al panico"

Gli Stati Uniti hanno la possibilità di fare qualcosa che avrebbe dovuto essere fatto DECENNI FA. Non siate deboli! Non siate stupidi! Non andate nel panico! Siate forti, coraggiosi e pazienti e la GRANDEZZA sarà il risultato!”. Lo scrive Donald Trump su Truth.

2 settimane fa

Dazi, la guerra Usa-Cina fa affondare le Borse

Giornata nera per i mercati asiatici, scossi dall’escalation nella guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina. Il Nikkei 225, principale indice della Borsa di Tokyo, ha chiuso in calo del 7,8% a 31.136,58 punti, mentre il più ampio Topix ha lasciato sul terreno il 7,79%, attestandosi a 2.288,66 punti. A Seoul, l’indice Kospi ha perso il 5,57%, e Sydney ha archiviato la seduta con un ribasso del 4,23%, portando l’S&P/ASX 200 a 7.343,30 punti, il minimo dalla fine del 2023.

Il tracollo più drammatico si registra però a Hong Kong, dove l’indice Hang Seng ha perso il 12,37%, toccando i livelli più bassi degli ultimi 16 anni. Crolli diffusi anche a Shenzhen (-8,7%), Shanghai (-6,3%), Singapore (-8%) e Taiwan, che ha segnato un tonfo del 9,7%.

Particolarmente colpito il comparto tecnologico: l’Hang Seng Tech Index è sceso del 14%, con BYD Electronic e Lenovo in calo rispettivamente del 19% e del 20%. Nella Cina continentale, i fornitori Apple Foxconn Industrial Internet e LuxShare Precision Industry hanno toccato il limite massimo di perdita giornaliera del 10%. Beijing Kingsoft Office ha perso il 4,6%, mentre iFlytek ha registrato un calo del 9,15%. In picchiata anche i colossi Tencent (-11%) e Alibaba (-14%).

Goldman Sachs: “Recessione sempre più probabile”

Le tensioni commerciali stanno già avendo un impatto sulle prospettive economiche. Goldman Sachs ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita degli Stati Uniti per il quarto trimestre del 2025, portandole dallo 1% allo 0,5%. Secondo gli economisti della banca d’affari, le probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi sono salite al 45%, rispetto al precedente 35%.

Goldman avverte che l’inasprimento delle condizioni finanziarie, il boicottaggio dei consumatori stranieri e l’incertezza politica “probabilmente deprimeranno la spesa in conto capitale più di quanto avevamo ipotizzato in precedenza”. Le attuali previsioni, precisano gli analisti, si basano sull’ipotesi che “Trump rinvii almeno una parte dei dazi previsti in entrata il 9 aprile. In caso contrario, ci aspettiamo di cambiare la nostra previsione in una recessione”.

Petrolio e gas in caduta libera

Anche le materie prime risentono del clima di incertezza: in Asia, il WTI cede il 2,74% a 60,29 dollari al barile, mentre il Brent perde il 2,65% a 63,84 dollari. Successivamente, le quotazioni del greggio sono scese ulteriormente: il WTI con consegna a maggio è passato di mano a 59,61 dollari (-3,84%), e il Brent a 63,16 dollari (-3,66%), portandosi sui livelli minimi dal 2021.

Crolla anche il prezzo del gas naturale. Ad Amsterdam, i contratti TTF hanno registrato un calo del 7,3%, scendendo a 33,7 euro al megawattora, riportandosi sui valori di settembre scorso.

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Spread in aumento, Borse europee in rosso

Lo scenario globale penalizza anche i mercati europei. In Europa la tensione si riflette in forti cali. Francoforte è crollata del 10%, Parigi perde il 6% e Milano arretra del 6,5%. Tra i più colpiti, i due principali istituti bancari italiani: UniCredit affonda dell’11%, Intesa Sanpaolo del 10,5%.

Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi sale a 130 punti base, ai massimi da novembre scorso. Il rendimento del decennale italiano cresce al 3,79%, mentre il Bund tedesco scende al 2,49%, segno di una forte domanda di titoli rifugio.

Crollano anche le criptovalute: Bitcoin ai minimi da novembre

L’ondata di avversione al rischio scatenata dalle nuove tariffe imposte dall’amministrazione Trump colpisce duramente anche il mercato delle criptovalute. Il Bitcoin cede il 7,5% e scivola a 76.873 dollari, sui minimi da inizio novembre 2024, azzerando tutti i guadagni messi a segno dopo la nomina di Donald Trump alla Casa Bianca.

Secondo i dati di CoinGecko, la capitalizzazione complessiva del comparto è crollata di oltre l’11%, attestandosi a 2,5 trilioni di dollari. Ethereum lascia sul terreno il 16,2% e scende a 1.508 dollari, il livello più basso da ottobre 2023. Tonfo anche per Solana, che perde il 20,5% fermandosi a 99,72 dollari.

Cina: “Vogliamo riportare gli Usa sulla buona strada”

Nel pieno della tempesta, Pechino cerca di rassicurare le imprese statunitensi. “Le contromisure cinesi mirano non solo a proteggere fermamente i diritti e gli interessi legittimi delle imprese, comprese quelle statunitensi (in Cina), ma anche a riportare gli Stati Uniti sulla buona strada del sistema commerciale multilaterale”, ha dichiarato il viceministro del Commercio Ling Ji, rivolgendosi a rappresentanti di aziende Usa.

Il portavoce del ministero degli Esteri, Guo Jiakun, ha ribadito su Facebook che “adesso è il momento che gli Stati Uniti smettano di agire in modo sbagliato e risolvano le divergenze con i partner commerciali attraverso una consultazione paritaria”. Il 4 aprile, la Cina ha risposto con dazi del 34% alle ultime restrizioni statunitensi, introdotte due giorni prima dallo stesso Trump.

«Gli Usa stanno cercando un’egemonia in nome della reciprocità, sacrificando gli interessi legittimi di tutti i Paesi per servire i propri interessi egoistici e dando priorità all’America rispetto alle regole internazionali», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian.

Trump: “Aperto a negoziare, ma i deficit vanno affrontati”

Dal canto suo, il presidente americano Donald Trump si è detto disponibile al dialogo: “Voglio risolvere il problema del deficit che abbiamo in Cina, con l’Unione Europea e altre nazioni, e loro dovranno farlo. E se vogliono parlarne, sono aperto a parlarne”, ha dichiarato a bordo dell’Air Force One.

La CNN ha riferito che l’amministrazione è attivamente impegnata in trattative con Israele, Vietnam e India per accordi commerciali bilaterali. Tuttavia, il consigliere per il commercio Peter Navarro ha smentito ogni trattativa in corso: “L’amministrazione non sta negoziando”, ha affermato.

Il Giappone valuta migliori condizioni per le imprese Usa

Anche il Giappone prende posizione. Il primo ministro Shigeru Ishiba ha annunciato che Tokyo sta analizzando le barriere non tariffarie segnalate da Washington. “Il nostro Paese ha fatto molti sforzi per creare posti di lavoro e fare investimenti negli Stati Uniti”, ha dichiarato Ishiba. “Non abbiamo mai approfittato o fatto nulla di ingiusto”. Il governo nipponico valuterà eventuali modifiche a regolamenti e tasse per migliorare l’accesso delle imprese Usa, ma solo dopo aver verificato che tali cambiamenti non abbiano “effetti negativi sulla società giapponese”.

Enrico Foscarini, 7 aprile 2025

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