Al congresso federale della Lega, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha lanciato un appello diretto alla premier Giorgia Meloni e all’Unione Europea. Tema centrale: i dazi e la competitività del sistema industriale italiano. “Il primo azzeramento dei dazi lo può decidere domani la Commissione Europea”, ha detto, sottolineando la necessità di affrontare con fermezza la concorrenza internazionale. “Poi vai a trattare alla pari con Trump, con la Cina, col Vietnam, col Messico, col Canada”.
Troppe regole, troppa burocrazia
Per Orsini, il nodo principale resta la burocrazia europea. “Noi oggi dobbiamo fare una cosa semplice: fermare la burocrazia europea, non c’è più tempo”. Ha poi denunciato l’eccesso normativo che penalizza le imprese: “Abbiamo costruito 13.000 norme in 5 anni, mentre gli Stati Uniti solo 3.500. La Gdpr è importante, ma costa l’8% dei ricavi”. Il presidente di Confindustria ha evidenziato lo squilibrio competitivo tra l’industria europea e quella di altri Paesi. “Vogliamo la responsabilità sociale, noi la sappiamo fare, ma se lottiamo con chi non ce l’ha, o li cambiamo noi, oppure siamo finiti”, ha detto. Secondo Orsini, serve un cambio di passo radicale: “Serve un piano straordinario per le imprese”.
Stati Uniti e export: “Serve un’Europa unita nei negoziati”
Orsini ha ribadito l’importanza della collaborazione transatlantica. “Il grande lavoro che stiamo facendo con gli Stati Uniti per noi è fondamentale: 65 miliardi di esportazioni, 42 miliardi di saldo positivo. Dobbiamo dialogare”, ha rimarcato aggiungendo che “l’Europa deve negoziare unita” perché “esportiamo il 52% del nostro prodotto in Europa” e “se la Germania va male, è un problema anche per noi”.
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Green Deal e auto: “Abbiamo sbagliato strada”
Orsini ha criticato l’approccio ideologico alle politiche ambientali europee. “Chi fa impresa non toglie dal listino il suo primo prodotto per ideologia. L’auto è il primo prodotto europeo. Con la neutralità tecnologica avremmo assunto 100.000 persone in più, ora rischiamo di perderne 70.000 in Italia”, ha evidenziato. Sulla transizione energetica, Il numero uno di Viale dell’Astronomia ha invitato a fare i conti con la realtà. “Io non sono contro l’auto elettrica, ma abbiamo problemi enormi di costo dell’energia e di connessioni”, ha proseguito precisando che “spingiamo una tecnologia che non abbiamo, che arriva dalla Cina, dove per produrre batterie hanno aperto 100 centrali a carbone. Il cielo non è diviso: stiamo eliminando la nostra impresa”.
Nucleare: “È l’unica via per salvare l’industria italiana”
Infine, un chiaro endorsement al nucleare. “Sul sì al nucleare, certo che è sì, ma va fatto subito, ci vuole coraggio”, ha ribadito. “È un problema di salvaguardia dell’Italia. Non si può essere contro: oggi è l’unica via per salvare l’industria italiana e mettere al centro i lavoratori”, ha rilevato. Infine, un invito alla calma e alla lucidità dopo le recenti turbolenze finanziarie. “Non facciamoci prendere dal panico”, ha affermato sottolineando che “vedere che Wall Street in due giorni brucia 5mila miliardi, Piazza Affari ne brucia 47 miliardi di capitalizzazione… attenzione, lo dico ai piccoli risparmiatori: qualcuno sta facendo grandi interessi. Fermiamoci: stiamo bruciando soldi di imprese reali, anche italiane, che non lavorano negli Stati Uniti. E questo spaventa”.
Enrico Foscarini, 7 aprile 2025