Ho scritto qualche giorno fa del caro bollette che sta inginocchiando le imprese del nostro paese ma quello che va aggiunto oggi, alla luce delle molteplici realtà che stanno tirando giù la saracinesca – e solo tra ieri e oggi sui quotidiani ho avuto modo di leggerne di decine – parliamo di bar, di gelaterie, di ristoranti, cioè, i primi ad essere colpiti da questo assurdo “rincaro delle bollette di energia elettrica” sono quei codici ateco rientranti tra le necessità NON proprio primarie delle famiglie italiane, che sempre più stressate dall’inflazione e dal basso reddito stanno iniziando ad eliminare dal loro quotidiano il cosiddetto “superfluo”.
Pertanto, oggi, nel terzo millennio ci troviamo davanti non solo ad una economia “stressata” che produrrà, purtroppo, nuova disoccupazione ma anche davanti ad un cambiamento sociale che si orienta sempre più verso una sorta di ALLONTAMENTO da quegli SVAGHI necessari a “liberare la mente dell’individuo” dai problemi quotidiani.
Un vero e proprio stravolgimento dello stile di vita dell’italiano medio che, iniziato con il covid, è costretto a proseguire a causa del basso reddito.
Una frustrazione senza limiti che lede la dignità dell’individuo, eppure l’art. 36 della Costituzione dice altro.
Ecco a tale proposito un’approfondita analisi andrebbe fatta incastrando la vita sociale degli italiani con l’aspetto economico del nostro paese e di come sta cambiando la sociologia dei processi economici e le dinamiche del lavoro.
È notorio che la famiglia italiana da qualche anno è radicalmente cambiata rispetto a quella considerata nelle norme del 1942, e con esse è cambiato il diritto delle persone e della famiglia che ritroviamo nel Codice Civile rivoluzionato con la riforma del 1975 e le successive leggi come le unioni civili, le convivenze di fatto etc.., eventi che hanno trasformato la vita sociale attuale degli italiani.
I dati statistici ci rimandano la fotografia di un Paese, dove il numero dei matrimoni tende decisamente a diminuire, tanto per fare un rapporto con l’Europa, la percentuale dei matrimoni in Italia è tra i più bassi, come la tendenza a non fare più figli in un unico nucleo familiare che incide nell’aspetto demografico del nostro paese compromettendone l’età anagrafica sempre più anziana e l’estensione del periodo di mantenimento dei figli, anche maggiorenni.
Problemi cui la politica e il diritto sono tenuti a dare risposta per adeguarsi, ai cambiamenti delle dinamiche familiari che subentrano e che rendono inadeguate le retribuzioni attuali di qualsiasi comparto pubblico e privato.
Alla luce delle dinamiche sociali sopradette è inevitabile se non vi si pone immediato rimedio che a breve non saranno più soltanto i piccoli esercizi commerciali a dire STOP ma anche le medie e grandi imprese e allora saranno davvero processi implosivi per la nostra economia.
La politica di oggi sempre più scollata e lontana dalla vita dei cittadini, si sta morbosamente occupando di sondaggi, dinamiche elettorali alle quali gli italiani non sono più interessati anzi oserei dire che ne sono “nauseati” consapevoli che il loro “sacrosanto esercizio al voto” è praticamente azzerato visto che la scelta del proprio rappresentante territoriale è velleità a carico dei leader e dei segretari di partito a causa di una legge elettorale che nessuno ancora si decide a cambiare.
I cittadini italiani pretendono che la politica, il Governo di qualsiasi colore esso sia, si occupi di salari più alti; di aiuti alle imprese attraverso leggi che abbassino il costo del lavoro, per aumentare le assunzioni; dia la possibilità agli imprenditori attraverso sgravi fiscali di crearsi energia come meglio credono dando sfogo alla loro creatività, come hanno dimostrato di averne durante la pandemia per rimanere a galla….
In sintesi meno paletti, meno gabbie burocratiche, più sgravi fiscali, più libertà di impresa, interventi che si sposino con il nuovo scenario sociale italiano o saranno guai seri.
Lorena Polidori, 29 agosto 2022