L’ossessivo rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, oltre a mandare in frantumi il Pil, ha reso insostenibili i mutui sottoscritti dalle famiglie italiane per acquistare casa. Il costo medio dei finanziamenti bancari a ottobre si è attestato al 4,72%, calcola Bankitalia prendendo come punto di riferimento il Taeg, cioè il parametro che sintetizza meglio la spesa totale da sostenere, perché include anche le voci accessorie.
Il rialzo rispetto a settembre è modesto, ma quello che preoccupa è un altro aspetto: nel nostro Paese, tra quanti hanno scelto il mutuo a tasso variabile, si contano quasi 200mila famiglie che non sono riuscite a rimborsare almeno una rata. E a breve potrebbe andare anche peggio: se i tassi resteranno ancora pesanti come piombo, quasi la metà potrebbe avere segni problemi e di certo oltre 90mila famiglie non rimborserebbero più il prestito. Di fatto rischierebbero quindi di vedere il proprio alloggio finire nelle mani della banca, in forza dell’ipoteca che sempre accompagna i mutui, per essere messo all’asta.
A mettere a nudo il problema è una indagine di Facile.it, che stima come le rate dei mutui siano diventate più pesanti fino al 65 percento. Considerando un finanziamento di importo medio e pari a 126mila euro, si tratta in soldoni di un aggravio prossimo ai 3.100 euro su base annua. Insomma, comprare casa è ormai per molti proibitivo, malgrado i prezzi di mercato siano in una fase stagnante proprio a causa della Bce.
Al momento le famiglie hanno cercato un riparo rinegoziando le condizioni del mutuo con la propria banca, ma poco più di un quarto si è visto chiudere la porta in faccia. Solo sette mutuatari si cento si sono invece affidati all’istituto della surroga. Malgrado per gli italiani non sia mai stato così difficile ottenere il mutuo, va però detto che proprio la surroga, che per legge deve essere completamente gratuita per il risparmiatore (tutti costi, compresi i costi notarili, sono a carico della banca che subentra), può rappresentare la via maestra per alleggerire almeno in parte le rate.
Le banche, infatti, sono di norma interessate ad accaparrarsi nuova clientela con un prodotto base, come appunto il mutuo o il conto corrente, per poi andare a proporre altri servizi a valore aggiunto, a partire dal quelli di consulenza per il mondo degli investimenti.
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