Il 2023 è stato un anno positivo per le Borse mondiali, seppur messe a dura prova dagli ossessivi rialzi ai tassi di interesse da parte della Bce, dal macigno dell’inflazione e dai conflitti in corso in Ucraina e nella striscia dio Gaza. La stessa Piazza Affari viaggia ai massimi storici, restando sopra i 30mila punti, con un progresso da inizio anno vicino al 27 percento.
Ma che cosa accadrà nell’anno che sta per iniziare? Quali saranno i trend principali da monitorare? L’economia mondiali finirà in recessione? A livello geopolitico come impatterà la crisi in corso nel Canale di Suez di cui nessuno parla? C’è il rischio di una escalation in Medio oriente dopo le minacce dell’Iran?
La redazione Economia di nicolaporro.it prova a rispondere con questa mini-guida, nella quale ha raccolto alcuni degli studi più recenti pubblicati da analisti e case di investimento. Prima però una doverosa premessa di metodo: con ogni probabilità anche nel 2024 a dominare sui mercati sarà la volatilità, cioè le Borse avranno dei repentini quanto bruschi cambiamenti di fronte. Reazioni sempre difficili da governare per l’investitore fai-da-te.
Onde prevenire problemi alle proprie tasche, è quindi più che mai opportuno che i risparmiatori utilizzino i fondi di investimento, così da ottenere la massima diversificazione possibile e quindi ridurre i rischi connaturati a qualsiasi tipo di scelta. Ancora meglio poi se il tutto viene fatto con il supporto di un bravo consulente di fiducia, l’unico modo per assicurarsi davvero una ricetta adatta alle proprie esigenze attuali e sopratutto future. Cioè alle propria vita.
Un’alternativa a basso costo, sempre da valutare con un esperto, sono poi gli Eft (Exchange Traded Funds): si tratta di fondi passivi che hanno le commissioni ridotte all’osso ma che replicano esattamente l’indice a cui sono “agganciati”, quindi senza l’intervento di alcun gestore in caso di bisogno per correggere il paniere. Ne esistono di tutti tipi: dagli Etf azionari a quelli obbligazionari fino a quelli legati all’oro o al petrolio, così come per ogni area geografica o specializzazione; compresi i megatrend (come robotica, batterie, infrastrutture o invecchiamento della popolazione).
Iniziamo il nostro viaggio analizzando come potrebbero andare oro e petrolio nei prossimi dodici mesi, secondo le previsioni degli esperti di IG Italia. Il primo è il bene rifugio per eccellenza e un antidoto contro la volatilità, il secondo resta una delle principali fonti energetiche a livello mondiale malgrado gli sforzi verso la sostenibilità.
Il petrolio potrebbe vedere un eccesso di offerta nei prossimi mesi a causa delle scelte dei Paesi non Opec, compensato però dai rischi geopolitici e da un aumento della domanda nei mercati emergenti. IG Italia stima quindi che il barile di greggio dovrebbe oscillare tra i 60 e gli 80 dollari fino a giugno del prossimo anno, per poi salire nella seconda parte del 2024.
Per approfondire leggi anche che cosa fare con le obbligazioni dopo il successo del Btp Valore emesso dal Tesoro. Qui, invece, una fotografia di come si sia complicato il mercato immobiliare italiano e la domanda di mutui a causa della Bce.
Quanto all’oro, malgrado la corsa già messa a segno che l’ha portato al massimo storico di 2mila dollari l’oncia, gli esperti restano positivi. Sia appunto per la sua natura di bene rifugio rispetto ai conflitti in corso, sia per la solida domanda da parte delle banche centrali per incrementare le riserve, sia per le esigenze dell’industria dei gioielli, soprattutto in Oriente. Tutti fattori, insieme ai venti recessivi che sferzano l’economia mondiale, che lasciano supporre l’oro possa in prospettiva incamminarsi verso i 2.500 dollari per oncia.