Una componente importante delle uscite in un bilancio familiare è rappresentata da ciò che comunemente definiamo spese fisse o, in gergo più tecnico, costi ricorrenti che, erroneamente, vengono identificati principalmente (o soltanto) come utenze, ovvero l’acquisto dei servizi necessari a far funzionare una casa.
In realtà, in una famiglia media, composta da 4 componenti, le spese fisse (o costanti se preferite) vanno ben oltre le classiche bollette; al fine di poter avere contezza di quanto queste uscite incidano sul bilancio familiare è opportuno avere un quadro completo ed ordinato di ogni singolo costo (di solito mensile) che si ripete con cadenza costante nel tempo.
Considerando una coppia con figli a carico, infatti, a tutti citati costi base si potrebbero aggiungere spese (sempre ripetitive e costanti) relative alle attività dei figli o fruizione di servizi; pertanto, sommando i costi ricorrenti di tutti i componenti ci si renderebbe conto di quanto ciò possa pesare sul bilancio.
Razionalizzazione ed organizzazione di base
Onde evitare i famosi sprechi, di cui abbiamo argomentato in uno dei precedenti articoli della serie, ma soprattutto per essere sempre puntuali nei pagamenti, è opportuno organizzare e razionalizzare tutte le tipologie di beni, servizi ed attività che comportano uscite costanti con cadenza prestabilita (di solito mensile).
Prendendo ad esempio la nostra famiglia tipo, composta da genitori e due figli (femmina e maschio), la prima attività da svolgere è redigere un elenco di tutte le tipologie di spese ricorrenti che potremmo identificare come di seguito (ipotizzando sempre una famiglia media italiana).
- Utenze base: elettricità, gas, acqua, internet, telefonia, Condominio (eventuale)
- Auto e/o Moto: assicurazione, bollo, manutenzione programmata
- Abbonamenti a servizi: tv (canone Rai), tv via satellite, tv on demand via internet, intrattenimento online (piani a pagamento per videogames online).
- Acquisti a rate (se presenti): mutuo e/o finanziamento auto.
Già dopo aver stilato questo elenco ci si rende conto di quante tipologie di spese bisogna affrontare e quanto esse possano incidere sul bilancio di una famiglia; abbiano ben 15 differenti tipologie tra utenze, abbonamenti, acquisti rateali e mobilità di cui, magari, “automaticamente”, e per abitudine non ci rendiamo neanche conto ma messo nero su bianco quasi ci “spaventano” tutte queste uscite.
Se a ciò aggiungiamo figli all’università la situazione diventa quasi insostenibile, anche per una coppia in cui entrambi lavorano ed hanno uno stipendio medio pro capite di 1.600 euro/mese.
È fondamentale, quindi, come specificato nel primo articolo della serie, organizzare i flussi di cassa.
Automazione dei pagamenti
È alquanto superfluo sottolineare che oggi tutto ciò che afferisce a costi ricorrenti viene gestito tramite banca, ovvero utilizzando a tale scopo il conto corrente o la carta di credito o debito (se abilitata); intendiamo quindi la domiciliazione di tali spese costanti che ci aiuta non solo a tenere traccia di ogni pagamento ma anche a gestirlo in caso di disguidi/contenziosi.
Il consiglio principale, nonostante sia abitudine o pratica di difficile attuazione, sarebbe quello di depositare sul conto (o i conti dedicati) un importo tale da coprire i pagamenti per tutto l’anno (naturalmente avendone la possibilità), eccezion fatta per mutuo e finanziamento auto, per ovvie ragioni; ciò alleggerisce la nostra mente da questi doveri che spesso sono fonte di eccessivo stress psicologico.
La soluzione ideale sarebbe quella di avere un conto dedicato soltanto a tale scopo per un maggior controllo sugli importi, rendersi conto di quanto si spende al mese (e se è opportuno cambiare alcuni fornitori di servizi) ed agevolare anche la ricerca di eventuali pagamenti contestati e tutto quanto relativo alla gestione delle spese fisse.
Conto corrente o carta di credito?
Sono molte le società che consentono di scegliere i metodi di pagamento per la domiciliazione dei costi ricorrenti ed il dilemma di molti è se preferire il conto corrente o la carta di credito (o debito) per l’automazione dei pagamenti.
Personalmente suggerisco senza esitazione il conto corrente perché, contrariamente alla carta di credito, offre la possibilità di gestire facilmente i pagamenti, respingerli in caso di contestazione con evidenti prove a favore, revocare l’addebito permanente o attivarlo (ex RID ora SEPA) oltre a poter usufruire di servizi statistici molto utili, ovviamente tutto online dal nostro smartphone, tablet o computer.
La carta di credito prevede normative differenti e non offre la libertà di gestione di cui possiamo beneficiare scegliendo il conto corrente e, inoltre, in caso di contestazioni è difficile sganciare le domiciliazioni dalla carta e non sono rari i casi di addebiti che continuano oltre il termine dei contratti e relativi infiniti contenziosi.
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Naturalmente esistono alcune tipologie di acquisti rateali che prevedono solo l’addebito su carta di credito (ad esempio smartphone); in tal caso il consiglio è quello di non contrarre alcun debito (perché si tratta a tutti gli effetti di un finanziamento) con domiciliazione su carta di credito (che è già un affidamento) la cui gestione ripropone gli “svantaggi” poc’anzi menzionati.
In tal caso meglio un finanziamento vero e proprio attraverso il sito ufficiale del brand del prodotto da acquistare con regolare addebito sul conto corrente; naturalmente se proprio non si può fare a meno di evitare l’addebito su carta.
A tal proposito, prestare attenzione ad inizio e fine del periodo di pagamento ed accertarsi, una volta concluso, che non continuino ad arrivare ulteriori addebiti per i quali (purtroppo accade spesso) la società emittente la carta “se ne lava le mani”, la società creditrice fa “orecchie d mercante” e la banca “sottolinea le norme che regolano l’uso delle carte di credito”, praticamente un labirinto dal quale non si esce più.
Antonino Papa, 18 marzo 2025