Non serve avere poteri magici per pescare da un mazzo di carte alcune delle città più belle d’Italia e capire quali siano le più costose. Anche perché sfera e bacchetta magica a niente servono… men che meno in affari economici, dove basta fare qualche conto per analizzare più a fondo una situazione che già pare ci stia sfuggendo di mano: quella dei rincari, in una parola, la temuta e ancora non del tutto affrontata inflazione.
Qualsiasi cosa è “lievitata”, del resto la definizione letterale di inflazione è proprio: “l’aumento generalizzato e prolungato dei prezzi che porta alla diminuzione del potere d’acquisto della moneta e quindi del valore reale di tutte le grandezze monetarie”, tanto per essere precisi precisi.
E da questo punto di vista cibi e bevande rappresentano una delle categorie di prodotti più colpiti dal rialzo-pazzo dei prezzi: nel nostro Paese, solo nel mese di settembre, abbiamo avuto un aumento dell’11,7%, equivalente a un + 660 euro. E in molte città è andata anche peggio. Sono cifre da capogiro, eh? Proviamo a metterle subito in relazione a uno stipendio medio dei nostri, per esempio… e il patatrac è presto fatto!
Appunto.
Di questo parliamo. E raccontiamo ciò che è emerso da uno studio condotto dall’Unione Nazionale Consumatori, basato sui più recenti dati Istat, analizzando proprio gli aumenti di ogni città, per quanto riguarda… una delle nostre eccellenze, ossia la cucina!
Come potremmo dire… a “danno” si aggiunge “danno”? Prima il caro-bollette, poi il caro-carrello-della-spesa, ora il caro-cibo. Nel duplice senso di sinonimo “caro-costoso” ma anche di “caro cibo ti ho voluto tanto bene e c’eravamo tanto amati”.
Si ironizza, ma come sempre c’è molto molto poco da ridere. Perché se è vero che noi italiani dal cibo non divorzieremo mai, è altrettanto reale che una delle poche certezze che abbiamo, rischia di vacillare, insieme al resto.
La situazione pare talmente sfuggita di mano, che rischiamo seriamente di non poter più nemmeno sfogare le nostre emozioni, gioia, tristezza, soddisfazione, amarezza etc etc etc nei piaceri di Bacco, Dio del vino e della vendemmia, nonché del piacere dei sensi e del divertimento, il cui culto è arrivato nella nostra Penisola nel II secolo a.C.
Dovremo ora accontentarci di qualche briciola? Non ci resterà che ammirare cibo in cartolina?
In questa puntata di IN GIRO mi sono affidata proprio ad alcune cartoline, scelta obbligata, ahimè… ma mi sono serrvite per andare a fare un tour per l’Italia, cercando di capire dove il nostro amato cibo costa di più.
In ogni caso, sentite qui! Sperando possa essere di buon auspicio, ho iniziato il video di questa settimana in cucina, preparando un classico piatto di spaghetti… io che certo cuoca non sono, ma si sa mai che porti bene. Della serie: la fortuna dei principianti… “Audentes fortuna iuvant”… e che porti bene a tutti!
Buon viaggio… in 5 minuti e 51 secondi!
Manuela Donghi, 27 ottobre 2022