Il capitale di rischio, cioè le azioni, resta lo strumento principale per investire in Borsa con un orizzonte di medio-lungo termine e far fruttare i propri risparmi anziché lasciarli abbandonati sul conto corrente mentre l’inflazione ne consuma il potere d’acquisto. Ancora meglio se con l’aiuto di un bravo consulente e tramite i fondi di investimento, così da massimizzare la diversificazione sia geografica sia temporale del proprio portafoglio. La guerra di Israele scatenata dai terroristi di Hamas ha però molto incrementato il “rischio” connaturato ai listini azionari, o meglio ha spinto la loro volatilità, cioè la possibilità che subiscano forti scossoni in entrambe le direzioni, come accade ormai anche in Piazza Affari. Da qui il grande ritorno di interesse degli italiani per le obbligazioni, confermato anche dal pieno di adesioni alla seconda emissione del Btp Valore terminata con una raccolta di 17 miliardi.
Gli stessi bond devono però fare i conti con i continui rialzi ai tassi della Bce. Vediamo allora insieme a Schroders, colosso britannico del risparmio gestito presente in tutto il mondo, una mini guida sulle cose da sapere prima di investire sul reddito fisso. In particolare, sono tre le domande fondamentali da porsi. Eccole.
Vale la pena comprare obbligazioni quando la remunerazione della liquidità è in crescita anche sui conti correnti?
I rendimenti dei conti di deposito sono spesso allettanti, ma il punto cardine è capire per quanto tempo i tassi di Fed e Bce resteranno così alti. Insomma, la liquidità offre tassi elevati nel breve periodo, ma è improbabile questi rendimenti restino tali per i prossimi 5-10 anni. Acquistare obbligazioni, invece, consente di ottenere tassi analoghi per un periodo molto più lungo, pur a fronte di un rischio leggermente superiore, spiega Julien Houdain che per Schroders supervisiona quotidianamente proprio il mercato obbligazionario. In pratica, comprare bond adesso può essere particolarmente redditizio, soprattutto se si prevede un taglio dei tassi o una recessione, di cui già si vedono peraltro i segni in Germania. Interessanti comunque anche le scadenze a 3-4 anni, dove è possibile strappare rendimenti vicini al 7%.
Concentriamoci ora sul mercato italiano. A rendere più succulenti i Btp e le altre emissioni del Tesoro concorre la tassazione favorevole (a cui si aggiungerà lo scorporo dal calcolo Isee), ma – avverte l’esperto di Schroders – in questo modo si perde il beneficio della diversificazione. Cioè il fattore fondamentale per abbassare il rischio potenziale del proprio portafoglio e aumentarne i rendimenti. Tutto questo quando invece, per esempio, si potrebbero valutare opzioni come i covered bond emessi dalle banche europee, spesso generosi e dal rating elevato.
Quanto tempo ci vorrà prima che i tassi più elevati penalizzino chi si indebita?
Ci sono due scenari distinti. Negli Stati Uniti la maggior parte delle aziende si finanzia attraverso i bond. Questo ha permesso loro di assicurarsi tassi molto bassi nel 2021 con scadenze lunghe e quindi non devono preoccuparsi di rifinanziarsi a costi più alti. Ecco perché finora hanno pagato poco l’impatto del rialzo dei tassi da parte della Fed e lo stesso è accaduto alle famiglie d’Oltreoceano che per comprare casa prediligono mutui a tasso fisso trentennali.
Nel resto del mondo, invece, le scadenze medie dei mutui sono più ravvicinate e quindi hanno comportato un aggravio alle famiglie che si sono indebitate. Nella zona euro questo problema è particolarmente pronunciato per le imprese, quasi sempre appese al credito bancario, che quindi risentono molto di più del rialzo dei tassi di interesse decisi da Christine Lagarde.
Terza domanda. I rendimenti a lungo termine possono salire ancora?
Difficile escluderlo. Il fattore chiave dell’attuale forza degli Stati Uniti è il “cuscinetto” assicurato dai risparmi accumulati durante il Covid. Tale vantaggio pare però destinato a ridursi, tanto che si stima il debito possa arrivare al 120% del Pil nel prossimo decennio, contro il 100% attuale. L’amministrazione Biden è quindi ora la sola che Oltreoceano sta davvero soffrendo i tassi alti, a causa dell’elevato debito da rifinanziare nel breve periodo. Ecco perché, secondo Schroders, può essere opportuno sovrappesare i Treasuries a scadenze più ravvicinate.