Ecco il Fondo che aiuta gli italiani a comprare casa

Lo strumento garantisce il 50% dell’erogato ma può arrivare al 90%. Priorità a giovani, single e redditi bassi.

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giovani casa

Superbonus e incentivi all’efficienza energetica o per la sostituzione dei serramenti a parte, esiste in Italia un Fondo di garanzia che aiuta l’acquisto della prima casa. Il suo meccanismo rende infatti meno difficile ottenere il mutuo dalla banca.

Si tratta quindi di un buono strumento quindi a disposizione degli italiani per coronare, malgrado i maxi-tassi di interesse fissati dalla Banca centrale europea, il desiderio di vivere in una abitazione di proprietà.

Così da poter dire, una volta superato cancello o portone: “Tutto questo è mio, o perlomeno, lo sarà non appena rimborsato il mutuo”. Nelle intenzioni del governo Meloni i primi destinatari del Fondo di garanzia sono i giovani e le famiglie numerose. I motivi per cui si può ottenere il Fondo sono:

  • acquisto della prima casa;
  • acquisto e ristrutturazione dell’immobile per efficientamento energetico.

Deve appunto trattarsi di prima casa, quindi il destinatario non può essere proprietario di altri immobili a uso abitativo.

Ma come interviene il fondo pubblico nel rapporto tra il cittadino e la sua banca? Il Fondo rilascia garanzie pari al 50% della quota capitale sul mutuo ipotecario erogati, fino a un importo massimo di 250mila euro.

Non sono stati fissati limiti di reddito all’accesso al Fondo di garanzia per quanto riguarda il reddito dei mutuatari. Anche se le regole del gioco contemplano specifiche agevolazioni e priorità per alcune categorie di cittadini. Tra i principali paletti è il fatto che l’Isee, cioè l’indicatore della situazione economica, non deve superare quota 40mila euro.

Le tipologie di mutuatari per le quali sono previste agevolazioni speciali sono in particolare:

  • i giovani sotto i 36 anni;
  • le giovani coppie, anche more uxorio, dove almeno uno dei mutuatari sia di età inferiore ai 36 anni;
  • i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori (inclusi single, separati, divorziati, vedove).

In questi  casi la norma prevede che la garanzia del fondo possa salire fino all’80% della quota di capitale finanziato, purchè il contratto di acquisto della prima casa sia finalizzato entro la fine di quest’anno e a patto che l’importo del mutuo sia superiore all’80% del prezzo dell’immobile prescelto.

Non solo, sempre il regolamento del Fondo permette di spingere la garanzia fino al 90% del finanziamento, in pratica di coprirlo quasi tutto, se a richiedere il mutuo è una famiglia numerosa.

Per usufruire della misura, occorre compilare il modulo pubblicato sul sito di Consap, che si occupa della gestione del Fondo e presentarlo a una delle banche aderenti all’iniziativa. L’elenco degli intermediari è disponibile sul sito del gestore del Fondo stesso.

Per approfondire esiste una apposita guida realizzata dall’Abi, l’associazione presieduta da Antonio Patuelli che riunisce le banche italiane e ne difende gli interessi. In questi giorni l’ultima gatta da pelare sono proprio le ripercussioni dell’ultima di modifica del Superbonus.

Il meccanismo concepito dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per cercare di rendere accettabile agli occhi del Patto di stabilità Ue la voragine sul deficit/Pil lasciata dalla misura del governo di Giuseppe Conte, comporta infatti che i crediti acquistati dalle banche a meno del 75% del nominale siano da spalmare non più in 10 anni ma in sei anni. Ma se una banca non ha capienza fiscale, perde il diritto di rientrare.

Un problema di bilancio non da poco, visto che ammontano a 35 miliardi i crediti Superbonus in pancia a Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Monte Paschi.

Per approfondire leggi anche: affitti sempre più costosi, lo scatto maggiore è stato a Firenze. Qui invece: Le nostre case bocciate in classe energetica da Bruxelles.

Altrimenti l’esito è quello di una tassa occulta, rientrodotta in modo surrettizio dopo che le banche hanno dribblato quella sui cosiddetti extraprofitti. Scegliendo di rafforzare il patrimonio, mettendo tutto a riserva, pur di non versare all’Erario nemmeno un centesimo oltre il dovuto.

 

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