Giovani: risorsa del futuro. Come sostenere i nostri ragazzi nell’esprimere il loro potenziale

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Ultimamente mi capita spesso di pensare al futuro dei miei figli, a quanto mi costerà la loro istruzione e soprattutto il loro mantenimento dopo gli studi considerando che le retribuzioni e le possibilità lavorative continuano a diminuire.

L’altro giorno ho incontrato Francesco, un mio cliente storico. Dopo aver fatto il punto della situazione sui suoi investimenti, essendo un cliente un po’ all’antica, prende dalla sua cartelletta il libretto degli assegni dicendo “Non mi va di chiamare la banca per chiedere un appuntamento per un bonifico, ti stacco questo assegno. In questo modo salto un passaggio e fai direttamente tu”. Dopo aver compilato il tutto inizia a sfogliare le matrici (i talloncini che rimangono attaccati al libretto dove viene scritto il promemoria delle operazioni) e mi dice “Vedi dove vanno a finire i miei soldi?”. Si inclina verso di me per permettermi di leggere: la media degli importi è di circa 5.000,00 € ad operazione e sulla causale di ciascuna, alternativamente,  c’è il nome dei suoi due figli.

Mi dice, con una certa amarezza, “Vedi, sono la ragione della mia vita, sono dei ragazzi in gamba, hanno studiato, ora hanno quasi trent’anni ma non hanno ancora un lavoro stabile ed uno stipendio che garantisca loro uno stile di vita paragonabile a quello che io e la madre eravamo in grado di garantirgli”.

Lo ascolto e gli sorrido con complicità in modo da potergli trasmettere tutta la mia comprensione, ammirazione e condivisione mentre dentro di me si rafforza la consapevolezza che oggi l’indipendenza economica si raggiunge sempre più tardi nel tempo.

Rifletto e sono compiaciuta con me stessa del fatto che ai miei clienti trasmetto l’importanza del fattore tempo negli investimenti, come spiego nel mio articolo https://www.nicolaporro.it/economia-finanza/educazione-finanziaria/tempo-variabile-strategica-negli-investimenti/: prima si inizia ad investire ed a pre-occuparsi della gestione del proprio risparmio e maggiore sarà il relativo rendimento. Dunque, in che modo potremmo aiutare concretamente i nostri figli? Iniziando a trasformare il risparmio che vorremmo destinare ai nostri ragazzi in un capitale che si rivaluta di anno in anno man mano che loro crescono. Così è possibile valorizzare anche i piccoli risparmi in modo che possano diventare grandi capitali nel medio-lungo periodo.

Una strategia di investimento che soddisfa tali esigenze è rappresentata dal Piano  di Accumulo del Capitale (PAC) che consiste in un investimento costante e graduale in condizioni di mercato diverse, in modo da mediare le oscillazioni riducendo così il rischio legato al momento in cui si effettua l’investimento. Per tale ragione ha senso impostare un PAC su un portafoglio azionario che nel lungo termine è in grado di dare maggiori soddisfazioni in termini di rendimento anche se nulla toglie la possibilità di spostarsi gradualmente sull’obbligazionario all’avvicinarsi del momento del disinvestimento.

I mercati finanziari ormai sono cambiati: i Titoli di Stato non rendono più nulla, per trovare un rendimento positivo, seppur minimo, sul btp italiano dobbiamo avere una scadenza superiore a 2 anni e se vogliamo rivolgerci ad un investimento più sicuro come il bund tedesco dobbiamo allungare la scadenza a 20 anni. Invece i mercati azionari nel tempo salgono e rimanerne fuori ci fa perdere importanti occasioni di guadagno.

E’ ormai tempo  di sostenere economicamente  la nostra risorsa straordinaria: i giovani. Ed una delle alternative per accompagnarli sia nel periodo della loro formazione che nei primi anni di lavoro è proprio quella di iniziare il prima possibile impostando un semplice PAC che ci permettere di riservare loro periodicamente piccole cifre per grandi progetti.

 

Emanuela Cappellazzo

 

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