Il venerdì nero della Borsa e delle banche ai raggi X

La “strega” Macron spaventa i mercati e lo spread si impenna. Ma gli istituti di credito detengono meno del 22% del debito pubblico

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btp italia banche

La crisi politica in Francia, innescata dal deludente esito delle elezioni europee per Emmanuel Macron, ha piegato Piazza Affari che venerdì scorso ha ceduto il 2,8% insieme alle banche, colpite a martellate dallo spread.

Il differenziale tra il Btp decennale e il corrispondente Bund tedesco ha infatti superato quota 155 punti base. Un veleno per il ministero dell’Economia, che si ritroverà a dover pagare più interessi per finanziare il debito pubblico, ma anche per le banche che hanno accatastato nei loro bilanci Bot e Btp.

Perchè, con una estrema semplificazione,  se stanno per arrivare in circolazione obbligazioni con un rendimento più generoso, quelle emesse in precedenza appariranno agli investitori meno appetibili.

Venerdì scorso Unicredit ha così perso il 5,5% in Borsa, risultando il titolo peggiore dell’indice Ftse Mib. E’ tuttavia andata decisamente male anche a Bper e Monte Paschi (-3,5%), Banco Bpm (-2,8%) e Intesa Sanpaolo (-2,5%) e in generale all’intero settore finanziario.

Cosa accadrà lunedì alla riapertura dei mercati? Come andranno Piazza Affari e i Btp? Probabile che la fase di instabilità prosegua. Vale però la pena tenere a mente che se da un lato negli ultimi quattro anni la massa di Bot e Btp detenuta dalle banche italiane è rimasta pressoché immutata, la loro esposizione complessiva sul debito tricolore si è ridotta.

Precisamente poco prima dell’inizio del Covid, a gennaio 2019, il debito pubblico nelle mani delle banche era di 628 miliardi pari al 25,7% del totale e ora è pari a 632 miliardi, pari però solo al 22 percento. Quasi quattro punti base in meno.

A prendere le misure è uno studio della Fabi, il principale sindacato dei bancari, notando come la vetta più alta, in termini assoluti, sia stata toccata a giugno 2022 quando nel portafoglio delle banche c’erano più di 712 miliardi di Bot e Btp.

Fonte: Fabi

 

Tra i fattori che hanno favorito  la discesa c’è anche la scelta del Tesoro di mettere al sicuro il debito pubblico italiano nelle tasche delle famiglie con le ripetute emissioni del Btp Valore: tutte concluse con un pieno di raccolta grazie ai generosi dividendi assicurati ai sottoscrittori e al premio fedeltà riservato ai “cassettisti” che li manterranno fino alla scadenza.

In sintesi, il fatto che il Tesoro sia meno dipendente dagli alterni umori degli investitori istituzionali esteri e dagli algoritmi che ormai comandano acquisti e vendite sui loro terminali di Borsa, dovrebbe offrire un parziale riparo ai nostri soldi investiti in Borsa.

I nervi del mercato restano però a fior di pelle e quindi la probabilità che si verifichino altri scossoni appare molto elevata. A pesare, come detto, è il clima di instabilità che si è creata in Europa dopo le urne europee.

Soprattutto in Francia che tra meno di tre settimane è costretta a richiamare i cittadini al voto per scegliere da chi essere governati dopo Macron. Senza contare che anche la maggioranza del cancelliere tedesco Olaf Scholz ne è uscita con le ossa mezze rotte.

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E i mercati finanziari, spiegano gli analisti, prevengono il pericolo della “strega” francese e di quella tedesca vendendo i titoli governativi dei Paesi maggiormente indebitati. Come appunto l’Italia, anche se il governo Meloni è nel suo complesso uscito rafforzato dal test elettorale di Bruxelles.

La priorità per il nostro Paese resta quindi quella di ridurre il fardello del debito pubblico. Soprattutto dopo la decisione della Bce di bloccare il percorso di discesa dai tassi di interesse appena imboccato, e la scelta della Fed americana di non iniziarlo nemmeno.

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