Uno degli argomenti ancora oggi socialmente più controversi è quello delle donne. Che già di per se è abbastanza deprimente… non il tema, si intende, ma il fatto che nel 2023 si debba ancora considerare in questo modo. Paradossalmente finché si continuerà a porre l’accento sulla differenza che esiste tra il sesso maschile e quello femminile, avremo toppato. E’ vero che il cambiamento passa dalla sensibilizzazione, ma qui siamo ben oltre. Dobbiamo essere onesti: non c’è bisogno di sensibilizzare, perché sappiamo già tutto. E se non fosse così sarebbe molto grave.
Sappiamo già tutto. Cosa, direte voi?
Oh, beh, l’elenco è lungo, ma abbozziamo qualcosa, tanto per intenderci al di fuori di ogni ragionevole dubbio. Perché qui occorre essere più concreti possibile, lasciamo riposare le ideologie che spesso sono dannose.
Alzi la mano chi non sa che:
– al lavoro le donne sono ancora discriminate
– al lavoro le donne guadagnano meno degli uomini
– le donne (e spesso lo fanno inconsciamente, il che è ancora più grave) credono di dover necessariamente scegliere tra carriera e famiglia
– se una donna si mette minigonne o maglie anche solo leggermente scollate vengono viste come “quella è solo bona, non sarà pure brava”
– le donne sanno che se sceglieranno la carriera verranno considerate “strane”: “Oh, ma come mai non fai figli? Non ti piacerebbe avere un bambino?”
Quindi torniamo a quanto si diceva prima, e cioè: a cosa serve sensibilizzare quando si è già a conoscenza di qualcosa? Per questo c’è la convinzione che l’argomento “donne” venga sempre recepito in modo distorto. Perché facciamo sempre finta che i messaggi non vengano compresi? Finché continueremo a fare gli struzzi (mettendo la testa sotto la sabbia), perderemo solo tempo prezioso.
E’ capitato che, più o meno cercando informazioni per curiosità, svago e successivamente per approfondire e capire, ci si imbattesse in alcune considerazioni alquanto “bizzarre”. Naturalmente ci muoviamo nell’ambito “donne e finanza”. Domanda: perché si pensa che il mondo della finanza non sia un mondo adatto all’universo femminile? Diciamo piuttosto che spesso fa comodo seguire questo pensiero e sedersi nella sezione “vittime”. Anche perché il risultato di prese di posizione sbagliate porta a far sì che le donne siano sempre viste come una specie protetta da salvaguardare. Un concetto a dir poco aberrante.
Panda?
Balenottere?
Le donne sono animali in pericolo o in estinzione come questi? No.
E visto che non serve (né basta) dire ciò che non funziona, ma bisognerebbe anche cercare sempre di proporre, ecco qui:
*Leggere curricula senza avere le generalità delle persone. Proviamo a immaginare di avere davanti agli occhi, scritte su fogli A4, le esperienze di più persone, quindi ciò che hanno fatto realmente e ciò che in un primissimo momento attira l’attenzione e fa decidere chi chiamare o no: chiamasi prima selezione. Così facendo, in questo primissimo step potremmo essere sicuri di ottenere vera meritocrazia, che in Italia proprio non esiste.
Perché chiameremmo realmente coloro che (almeno sulla carta) hanno maggiore propensione per quel lavoro. Diciamo che potrebbe rappresentare una piccola chance in più.
Manuela Donghi, 8 marzo 2023