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A favore o contro le big energetiche? Ecco come gli azionisti votano in difesa del clima

Quando ciascuno di noi sottoscrive un fondo di investimento affida al gestore, insieme ai propri risparmi e ai propri obiettivi di vita nell’ambito di una corretta pianificazione finanziaria, anche una parte dei valori in cui crede e delle battaglie che vorrebbe combattere. A partire da quelle contro il riscaldamento climatico o, più in generale, per i valori ESG, acronimo inglese che allambiente affianca la sostenibilità sociale e una giusta governance. Oltre al compito di far fruttare il denaro, un valido fondo di investimento ha quindi anche la “responsabilità morale” e l’occasione di spingere le società di cui è azionista a migliorare, agendo in modo diretto anche in occasione delle assemblee dei soci. Un ruolo che va sotto il nome di “active ownership”, letteralmente partecipazione attiva” appunto alla vita societaria. Anche perché più un’azienda è sostenibile, più è solida dal punto di vista finanziario. Vediamo insieme che cosa significa e come si traduce in concreto nell’azione del colosso del risparmio Schroders che, nel corso di quest’anno, ha votato numerose delibere sul clima: dalla riduzione delle emissioni di metano all’esigenza di costruire una transizione giusta e attenta al lavoro.

 

La partecipazione attiva in assemblea

Iniziamo a dire che, accanto all’analisi delle trimestrali e dei piani industriali e al continuo confronto con i vertici aziendali, partecipare alle assemblee dei soci è uno dei pilastri su cui si regge la “partecipazione attiva” dei fondi di Schroders alla vita delle società su cui ha deciso di investire. Questo perché le assise dei soci, il momento più democratico del calendario finanziario di una società, offrono a tutti il palcoscenico migliore per esprimere i propri giudizi e valori sui punti chiave della gestione del gruppo, spiegano Carol Storey, Climate Engagement Lead, e Yumna Yusuf, Engagement Associate del gruppo inglese. Ne deriva spesso un confronto serrato, in cui si moltiplicano le risoluzioni degli azionisti che chiedono alle società di allinearsi agli obiettivi di Parigi e di comunicare sempre più in dettaglio il proprio impegno per l’ambiente. Vediamo allora alcune delle ultime battaglie per il clima condotte da Schroders in occasione delle assemblee dei gruppi dell’energia che ha nei portafogli dei propri fondi.

In occasione della stagione assembleare del 2023, sono state presentate cinque delibere per chiedere a Shell, BP, ExxonMobil, Chevron e Total Energies di fissare degli obiettivi di medio-periodo per la riduzione delle emissioni Scope 3.

Nel caso di ExxonMobil e di Chevron, Schroders ha deciso di votare a favore della delibera ritenendo che le società petrolifere non avessero ancora compiuto progressi sufficienti rispetto alle sue aspettative sul fronte del clima. Viceversa, ha votato contro le delibere presentate alle assemblee di Shell, BP e Total Energies, ritenendosi soddisfatta della strategia globale a lungo termine, della trasparenza e degli obiettivi delle società in tema di clima.

 

 

Zero Net Carbon

 

Attenzione “olistica” all’ambiente

È sempre più forte da parte dei soci sia la richiesta di ridurre le emissioni di metano (gas a effetto serra che si sprigiona durante la produzione di gas naturale, carbone e petrolio) sia di fare chiarezza sui risultati già raggiunti per la battaglia climatica. La decarbonizzazione, notano le esperte di Schroders, è quindi ormai vista in modo olistico, totalizzante sulle diverse fonti energetiche; tanto che i vertici aziendali sono spinti sempre più di frequente a misurarsi con i costi delle cause legali per le controversie ambientali e a calcolare in modo più accurato e completo gli obiettivi sui gas serra.

 

Transizione green, ma attenta al sociale

In generale i soci chiedono ai vertici di predisporre piani industriali in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e quindi di un riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi. Quest’anno si sono inoltre moltiplicate le proposte, sostenute da Schroders, per agevolare una transizione giusta, anche dal punto di vista dell’impatto sociale e del lavoro. “Desideriamo che le aziende definiscano piani per consultare e sostenere i lavoratori interessati, comprese le opportunità di riqualificazione o di aggiornamento professionale per i nuovi posti di lavoro” confermano Storey e Yusuf.

 

Pompa rifornimento benzina

 

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