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Cominotto (Banca Generali): “La ripresa continuerà. Bisogna puntare sulle azioni e diversificare”

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Cominotto (Banca Generali):

Gli italiani continuano ad accumulare liquidirà sul conto corrente, segno evidente della circospezione con cui l’ex Bot-people guarda le Borse e a un mondo degli investimenti che continuerà a lungo a essere caratterizzato da tassi a zero, malgrado il peggio della crisi del Covid sembri ormai alle spalle. Questa immobilità, però, rischia di privare i risparmiatori di buone occasioni per d’acquisto per cavalcare la ripresa. Vediamo come affrontare questa congiuntura in Borsa con Corrado Cominotto, responsabile delle Gestioni Patrimoniali Attive di Banca Generali.  “Il timore degli italiani verso il mondo degli investimenti e la grande mole di liquidità sui conti correnti è determinata da vari fattori. Vale la pena partire dai ricordi legati alle varie crisi, tra cui quelle del 2008 e del 2011, che hanno lasciato dietro di sé la paura per il risparmiatore italiano di poter inciampare nuovamente in casi simili anche nel futuro. Ci sono stati inoltre alcuni scandali, trai i più noti quelli di Cirio e Parmalat. In ultimo è talvolta presente un modesta educazione finanziaria che porta a paragonare i mercati a qualcosa di simile a una roulette in cui si “vince” o si “perde” a seconda dei momenti storici”, ricorda Cominotto. “L’esperienza empirica ha però dimostrato che, affidandosi a seri professionisti, si evitano buona parte dei rischi legati a singoli titoli. Inoltre, evitando crisi di panico, si riescono a smussare i picchi di minimo che si possono verificare in un dato periodo. La sensazione è che in futuro, anche grazie ad una migliore educazione finanziaria, molte più persone si avvicineranno al mondo della finanza investendo in temi e settori a loro particolarmente cari come, ad esempio, la sostenibilità e la ricerca”.

Bce e Fed da un lato lasceranno i tassi di interesse vicini allo zero ancora a lungo dall’altro ritireranno gli aiuti con grande circospezione, secondo Banca Generali quali sono le linee guida per investite con profitto in un tale contesto?

“La pandemia ha certamente accentuato l’atteggiamento di politica monetaria accomodante delle banche centrali. Christine Lagarde, presidente della Bce, ha ribadito anche in occasione dell’ultimo meeting che la progressiva diminuzione degli acquisti di titoli sul mercato da parte della banca centrale europea sarà graduale e che le fiammate inflazionistiche di quest’ultimo periodo sono da considerare ancora come temporanee e derivanti dalla ripresa post Covid. La stessa visione sta caratterizzando anche le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve. In questo contesto riteniamo che abbia poco senso investire in obbligazioni governative a rendimento negativo. Bisogna essere anche molto selettivi sui titoli corporate che agli spread attuali, vicino ai minimi storici, presentano un rischio/rendimento non sempre attraente. Riteniamo pertanto che sia più corretto diversificare i portafogli con una componente azionaria che varia in termini percentuali a seconda delle esigenze del singolo cliente. I fondamentali dell’economia ci mostrano come le stime di crescita del Prodotto interno lordo a livello globale siano attorno al 6% per il 2021, mentre la crescita degli utili è attesa a doppia cifra sia per il 2022. In aggiunta, il premio per il rischio nel detenere un azione rispetto ad un obbligazione è attualmente molto attraente per un investitore”.

Come può oggi un bravo consulente spiegare al cliente che, restando immobile, probabilmente perderà l’occasione di cavalcare la ripresa post Covid?  

“Il consulente deve spiegare al proprio cliente che attualmente la classica associazione rischio-rendimento secondo la quale le azioni sono sempre state viste come un asset più rischioso delle obbligazioni potrebbe non essere più così attuale anche nel corso dei prossimi anni. I rendimenti prossimi allo zero presenti sulle principali curve obbligazionarie costringono infatti i gestori ad assumere sempre maggior rischio per ottenere dei rendimenti postivi. Il rischio maggiore per le obbligazioni è rappresentato, oltre che da un eventuale aumento degli spread, anche dalla possibilità che nei prossimi anni i tassi possano salire provocando delle perdite in conto capitale per i clienti”.

Wall Street è però ai massimi storici e anche le Borse europee hanno corso molto, che cosa si aspetta accadrà sui listini e sul fronte delle trimestrali da qui a fine anno e nel corso del 2022?

“I mercati sono in crescita praticamente ininterrotta da marzo del 2020 quando, a causa della pandemia e dei lockdown, i principali listini avevano perso in poco tempo circa il 40%. Da quel giorno, sia l’S&P500 che l’Eurostoxx50 hanno fatto registrare rialzi di diverse decine di punti percentuali. La ripresa, spinta anche dalla campagna di vaccinazione, è stata rapida e significativa ma è stata accompagnata anche dal rialzo degli utili. Il mercato azionario è stato spinto dalle politiche monetarie e fiscali accomodanti attuati dalle banche centrali e dai governi, elementi che non verranno certamente meno nei prossimi mesi. La crescita degli utili attesa per quest’anno in Europa e negli Stati Uniti è rispettivamente del +60% circa e del +40%, a testimonianza di come i mercati siano accompagnati da dei solidi fondamentali.  Oltre alle stime degli utili, è rilevante osservare come la crescita attesa per il 2021 del Prodotto interno lordo di Usa ed Eurozona sia rispettivamente del +6% e del +5%. A livello micro e macroeconomico siamo quindi in una situazione favorevole per i mercati finanziari”.

Che cosa risponde a chi teme di sbagliare completamente il timing dell’investimento, considerate le crepe che iniziano ad aprirsi sul fronte macroeconomico e che, secondo alcuni analisti, la ripresa internazionale ridurrà la propria intensità 

“E’ inevitabile che uno dei primi pensieri per un investitore sia il timing di ingresso nell’investimento. Ovviamente i mercati sono saliti molto da parecchi mesi a questa parte, ma il contesto macroeconomico resta favorevole. È bene che qualunque investitore tenga sempre conto di un orizzonte temporale di medio-lungo termine. Se consideriamo, ad esempio, chi ha investito sul mercato azionario europeo poco prima dello scoppio della pandemia, scopriremo che il suo investimento a distanza di quasi un anno e mezzo è positivo del 10% circa. Questo a testimonianza di come l’orizzonte temporale a nostro avviso deve corrispondere almeno ad un ciclo economico. Per limitare i rischi di breve periodo alcuni operatori propongono investimenti diluiti nel tempo (piani di accumulo) con l’obbiettivo di smussare eventuali fenomeni di volatilità presenti sui mercati. In questo contesto è inoltre fondamentale avvalersi di specialisti nella gestione che sappiano individuare sui mercati temi e stili di investimento adatti e che possano garantire maggiore efficienza nella selezione dei titoli”.

Ragioniamo ora a medio termine, a 5 anni; secondo Banca Generali quali sono i macrotend più interessanti per investire nel medio-lungo termine? E le aree geografiche su cui scommettere?

“In Banca Generali crediamo molto nel valore della sostenibilità, anche all’interno dei portafogli della nostra clientela. Il futuro del nostro pianeta e l’equità sociale sono certamente i due temi più importanti che ci accompagneranno nei prossimi anni. Per questo in Banca Generali siamo molto attenti alla veridicità dei processi di investimento dei fondi che selezioniamo in materia di investimenti sostenibili e disponiamo di una politica di investimento responsabile molto stringente che assicura ai nostri clienti di contribuire in modo effettivo e sostanziale alla salvaguardia del nostro ecosistema. All’interno della nostra gamma di prodotti potete trovare diversi fondi specializzati su differenti sotto temi legati alla sostenibilità nel rispetto dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) stabiliti dall’Onu. Riguardo le aree geografiche non si può fare a meno di osservare di quanto l’Europa, ed in particolare l’Italia, abbiano valutazioni inferiori agli Stati Uniti. Se consideriamo il rapporto prezzo / utili atteso per i prossimi dodici mesi troviamo rispettivamente l’Italia a 12 volte, l’area Euro a 17 e gli Usa a 22”.

Crede che le criptovalute, Bitcoin in testa. Dovrebbero fare parte di un giardinetto ben costruito? In quale percentuale?

“Questa è certamente una delle questioni più complesse degli ultimi anni. Un operatore deve dare l’opportunità ad un proprio cliente di investire in qualsiasi asset class, anche se molto rischiosa? La risposta è molto soggettiva, ma l’assioma più importante è che se si decide di consentire di operare su questi prodotti bisogna avere una fortissima attenzione alla preventiva informazione dei rischi ai propri clienti”.

 

La Torre Generali a Citylife, nel cuore di Milano

 

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