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Qatar 2022: la FIFA rinnega Respect e passa all’incasso

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Respect. E’ il nome della campagna,d’informazione che la Fifa ha lanciato nel 2008. Promuove l’idea fondamentale del rispetto durante il gioco: rispetto per i giocatori avversari, per gli allenatori e per i dirigenti, rispetto per gli arbitri e per i tifosi. Il rispetto è un valore essenziale. Non quando ci sono in ballo tanti soldi evidentemente.

 

 

Qatar 2022 ha chiesto alla comunità calcistica più di qualsiasi altro Paese prganizzatore, nei 92 anni di storia del torneo. In questo l’edizione attuale, non solo ha sconvolto l’universo calcistico ribaltandolo dal suo tempo standard. La controversa assegnazione del torneo a un paese estraneo per abitudini e cultura, e sostenuto da una visione del mondo medievale, ha rotto il tessuto del gioco e completamente alterato il modo in cui viviamo il festival quadriennale.

Le squadre sono sfrecciate in Qatar appena uscite dai campionati di club. Ma invece di disquisire sui pronostici, sulle eventuali formazioni che scenderanno in campo, la maggior parte di noi si occupa del contesto in cui questi campionati si svolgeranno: il Qatar esprime un complesso panorama socio-economico, dove l’autorità centrale è diventata un’ autocrazia a tutti gli effetti. Così ai più appare difficile gioire per un gol, quando tutt’attorno non c’è RESPECT, proprio quel rispetto che la FIFA ,dal 2008, vorrebbe insegnare al Mondo.

Il Calcio è recidivo. Il fascismo governava l’Italia durante la Coppa del Mondo del 1934 e in Argentina, nel ’78, c’era una giunta militare al potere. Della Russia di Putin, che ha ospitato il torneo del 2018, sappiamo quasi praticamente tuttto. Insomma, anche se Infantino (presidente della FIFA) cerca, arrampicandosi sugli specchi, di giustificare la scelta Qatar, le proteste che si levano contro questa edizione dei mondiali di calcio sembrano giustificate. Freedom House del QUatar scrive questo:

“L’emiro Tamim bin Hamad Al Thani governa il paese come sovrano assoluto; non esistono elezioni democratiche o partiti politici. Mentre i cittadini del Qatar sono tra i più ricchi del mondo, la maggior parte della popolazione è composta da non cittadini senza diritti politici, poche libertà civili e accesso limitato alle opportunità economiche ” .

Così RESPECT e perfino il Fairplay finanziario vanno a farsi benedire. 

Sono stati messi a soqquadro i campionati nazionali, le coppe europee e quelle degli altri continenti. Tutto è stato sacrificato nel segno immorale di un denaro che arriva direttamente dallo sfruttamento minorile, dalla prevaricazione sessuale e di genere, da ategggiamenti repressivi e dittatoriali. 

Il prezzo pagato per i Mondiali in casa propria è sostanzialmente equivalente al PIL annuo del Qatar:  215 miliardi di dollari. È un mucchio di denaro per una nazione che ha poche associazioni storiche con questo sport . Ma allora, quando sei la nazione più ricca della terra per reddito pro capite, cosa sono pochi dollari in più pur di avere l’opportunità di presentarsi al mondo da protagonisti?

Passano così in secondo piano le voci reputazionali, le accuse di corruzione, di maltrattamenti, di violazione dei diritti umani anche solo nella realizzazione delle strutture in cui si svolgeranno i Mondiali. Neanche la birra ci vorrebbero far bere…

 

 

Eppure tutto ciò impallidirà quando il Qatar darà il via allo spettacolo contro l’Ecuador domenica pomeriggio. La gara di apertura dell’Inghilterra contro l’Iran di lunedì darà il via al primo successo della competizione a tutto campo, seguita da quattro partite al giorno fino al 2 dicembre, dopodiché inizia la fase a eliminazione diretta. Non ci sarà un giorno senza calcio fino al 7 dicembre.

Il calcio come oppio. Il calcio come un tappeto bello sotto il quale nascondere la polvere. Il calcio sempre meno credibile, sempre meno vero, sempre meno legato ai colori delle squadre, ma omologato a quello dei biglietti di banconote in grado di “pagare” qualunque cosa.

Sono totlmente con Maurizio Sarri. Questi Campionati del Mondo sono una vergogna. Sarà per questo che l’Italia ha fatto di tutto per riuscire a farsi eliminare? Non voleva partecipare? 

Leopoldo Gasbarro  19 novembre 2022