L’attenzione di istituzioni e imprese è concentrata sulla riduzione delle emissioni, ma il cambiamento climatico non è l’unica minaccia ecologica che sta mettendo a rischio la vita sulla Terra. L’altra grande sfida che l’umanità non può perdere è la salvaguardia e la valorizzazione di quello che viene definito il “capitale naturale”. Un tesoro inestimabile che include sia la Biodiversità sia i servizi ecosistemici che aiutano la salute del Pianeta, come la rimozione di CO2, la protezione dai rischi di erosione del suolo e di inondazione, gli habitat per la fauna selvatica, l’impollinazione e gli spazi per le attività ricreative e il benessere. In pratica il capitale naturale è ciò rende il nostro Pianeta così unico e ospitale nel Sistema Solare. Risorse che la progressiva industrializzazione ha messo a dura prova ma che, finalmente, si è compreso costituiscono una componente fondamentale per la crescita dell’economia globale. La natura infatti fornisce la maggior parte del capitale di cui hanno bisogno le imprese per produrre beni e servizi: dall’acqua alle materie prime, dall’impollinazione alla biodiversità. Consapevole di quanto sia prezioso e fragile questo tesoro, Schroders, big mondiale del risparmio che gestisce un patrimonio di 641,7 miliardi di euro, ha di recente annunciato insieme a Oxford Sciences Innovation un investimento per supportare la crescita di Natural Capital Reserach (Ncr), l’organizzazione scientifica specializzata nella misurazione degli asset di capitale naturale. In particolare, utilizzando modelli all’avanguardia, Ncr consente ai proprietari terrieri e alle aziende di mappare il capitale naturale delle loro proprietà, e offre consulenza su come rafforzare tali asset. Beni che è auspicabile trovino presto posto nei bilanci aziendali, al fine di diventare una bussola per i fondi ESG e quindi per tutti i risparmiatori che vogliono davvero investire in modo responsabile.
Il capitale naturale: che cosa è e perché rappresenta una risorsa così speciale
Capitale naturale è una definizione coniata negli anni ’70, ma solo di recente è stato considerato anche un bene economico. Si tratta di una risorsa davvero speciale, “diversa da tutte le altre fonti di capitale, perché non viene prodotta”, spiega Dieter Helm, professore al New College di Oxford. Il capitale naturale va poi distinto in “non rinnovabile”, cioè utilizzabile una sola volta come il metano o i minerali, e “rinnovabile”, ma anche qui esiste una soglia critica, oltre la quale le scorte non sono più ricostituibili. Ecco perché è fondamentale un consumo responsabile, affinchè anche le prossime generazioni possano godere di tali risorse.
L’impegno di Schroders per un Pianeta sano e protetto
Guardando più da vicino l’asse con Ncr, grazie all’accordo Schroders contribuirà all’accelerazione dello sviluppo di strumenti pioneristici, come NatCap Map, per mappare il capitale naturale a livello globale, con ulteriori investimenti in intelligenza artificiale e nell’analisi spaziale. Una scelta che, dopo l’iniziativa My Stories, conferma la grande attenzione del gruppo verso la biodiversità e le emissioni zero in linea con i piani ambientali varati da Europa e Stati Uniti. “Troppo a lungo le aziende e il settore finanziario si sono concentrati sulla crescita e sui profitti contabili. L’incapacità di contabilizzare correttamente l’impatto sul capitale naturale è di reale importanza per gli investitori a lungo termine. Natural Capital Research ha il potenziale per introdurre un cambiamento fondamentale del modo in cui valutiamo il capitale naturale e di come questo cambi nel tempo”, sottolinea Peter Harrison, Group CEO di Schroders. La sfida è ora di determinare l’ubicazione e la portata delle “risorse naturali, dove e come potenziarle”, aggiunge Kathy Willis, director di Ncr. Per cambiare davvero passo occorre però il gioco di squadra.
“Aspiriamo a lavorare insieme ad altri investitori, per chiedere alle aziende di valutare, proteggere e risanare la natura”; conclude Kate Rogers, Co-Head of Charities di Cazenove Capital, del Gruppo Schroders che identifica nei “fondi azionari attivi una componente chiave dell’azione del gruppo, volta a preservare la biodiversità”. Ma anche i piccoli risparmiatori sono chiamati a fare la propria parte: solo se tutti saranno capaci di guardare oltre l’ultima riga dei bilanci, oltre l’utile immediato, sarà possibile vedere accrescere in modo strutturale il proprio giardinetto mobiliare e insieme lasciare un mondo in salute a figli e nipoti.
Perché in Borsa occorre stare attenti al capitale naturale
Il World Economic Forum stima che più della metà del Pil mondiale, pari a 44.000 miliardi di dollari, implica attività che dipendono dalla natura. Molte case di gestione e più in generale la società per lungo tempo non hanno riconosciuto nella natura un vero asset economico, tuttavia l’approccio sta cambiando anche grazie a fattori propulsivi come il nuovo sistema di contabilità System of Environmental-Economic Accounting delle Nazioni Unite e l’Economics of Ecosystems and Biodiversity, il progetto internazionale finalizzato a provare i benefici economici della biodiversità. La Banca Mondiale e atri investitori sono inoltre al lavoro su un progetto simile a quello del Climate Action 100+. “Si tratta della cosiddetta missione Nature Action 100+ e l’obiettivo è favorire il cambiamento tra le prime 100 aziende per impatto negativo sulla natura”, spiega Hannah Simons, Head of Sustainability Strategy di Schroders. Ecco perché, quando si investe, bisogna avere ben chiaro che non preoccuparsi del potenziale impatto sul Pianeta, affidando i propri soldi a fondi o aziende non responsabili, equivale ad accettare il rischio di infliggere un danno al proprio patrimonio sul lungo termine.
“Il degrado del capitale naturale, inclusa la perdita di biodiversità e l’esaurimento delle riserve rinnovabili, pone dei rischi reali per le aziende, i loro utili e gli investitori. In pratica potrebbe portare imprese, banche e investitori ad affrontare crescenti rischi assicurativi, costi di capitale più elevati e perdita di opportunità di investimento. I settori che dipendono troppo dai servizi ecosistemici e che attualmente non sono valutati o sono sottostimati potrebbero subire un contraccolpo a livello di valutazioni, una volta che verranno incluse nell’equazione queste considerazioni”, avverte Andy Howard, Head of Sustainable Investment di Schroders. Da qui il ruolo cruciale rivestito dall’industria del risparmio, che indirizza i capitali di istituzioni, famiglie e imprese verso investimenti sostenibili che tutelano il Pianeta e valorizza l’impatto sul capitale naturale delle aziende presenti nei fondi di investimento. E Schroders anche in questo caso fa da apripista.
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