Lo scorso anno il Center for Strategic and International Studies (CSIS), ha presentato una ricerca il cui titolo era tutto un programma: ‘The Geopolitics of Critical Minerals Supply Chains‘.
Nel report si evidenziava come fosse sempre più chiara e netta la posizione di supremazia della Cina in questo settore e confrontava le strategie e le azioni intraprese da Stati Uniti, Unione Europea e Giappone, evidenziandone i fattori economici, di sicurezza e geopolitici chiave per migliorare la sicurezza delle catene di approvvigionamento di tali materiali critici.
A distanza di un anno è il Giappone che alza la voce, anzi cala le ancore e dichiara di voler scandagliare le sue coste, i suoi fanghi sottomarini per recuperare “Terre Rare” da usare per la produzione interna. e a porsi di traverso rispetto ad un dominio, che si fa sempre più forte, che è quello di Cina, in primis e USA poi.
Nel 2018 una scoperta che allora sembrava straordinaria, aveva permesso al Giappone di estrarre circa 3.400 tonnellate di terre rare da fonti marittime, principalmente da sedimenti marini nella regione di Minamitori-shima, nel Pacifico meridionale.
Ma ora sembra che dal Paese del Sol Levante vogliano porsi in maniera decisamente diversa rispetto al fabbisgno di Terre Rare.
A proposito non serve che ve li presenti vero? Scandio ad esempio, Ittrio , Lantanio, Cerio, Praseodimio, Neodimio, Promezio, Samario, Europio, Gadolinio, Terbio, dDssepimento, Holmio, Erbio, Tulio, Iterbio e Lutezio. Le Terre Rare contengono questi 17 elementi.
Stranamente pur essendo cnsiderate Rare queste “terre” sono invece molto diffuse su tutto il pianeta. Tuttavia le Terre diventano rare” perché la loro è una presenza, che seppur diffusa lo è solo in piccole quantità in termini di densità. Le terre rare hanno molte applicazioni industriali, come la produzione di magneti permanenti, luci al neon, display a cristalli liquidi, batterie per veicoli elettrici e altri prodotti soprattutto di natura high-tech. Sono anche utilizzate nell’industria medica, nell’agricoltura e in molti altri settori.
Le nazioni che hanno riserve di terre rare nel sottosuolo come detto, includono la Cina, gli Stati Uniti, il Brasile, l’India, il Vietnam, il Madagascar e il Canada. La Cina è il principale produttore di terre rare a livello mondiale, seguita dagli Stati Uniti e dal Brasile.
Ci sono, però, come detto, riserve di terre rare nei fondali marini del Giappone. Ed è proprio su questo che i nipponici vogliono continuare a puntare.
Quello delle Terre Rare sarà uno dei temi di confronto più forti nei prossimi anni, addirittura nei prossimi mesi e rappresenterà un motivo di confronto e di scontro su scala planetaria. Non a caso il progetto spaziale Artemis, appena lanciato dalla Nasa, ha tra i suoi obiettivi anche quelli minerari sulla Luna, ma di questo parleremo in uno dei nostri prossimi articoli.
Leopoldo Gasbarro 29 dicembre 2022