In Italia il 13,07% (i soliti noti) paga il 58,95%; delle tasse. I dati di Itinerari Previdenziali ci raccontano che 36 milioni di Italiani non pagano le tasse. In Italia il 13,07% della popolazione, circa 8,2 milioni di contribuenti, versa quasi il 60% delle tasse. In contrapposizione il 44% circa della popolazione pari a 26,5 milioni di persone, sostiene non più del 2,44% dell’Irpef.
È così, naturalmente anche per le risorse da destinare alla sanità, all’assistenza, alle pensioni, insomma la welfare nel suo insieme. Pochi si fanno carico di molti, di moltissimi, di quasi tutti gli altri. A proposito e gli altri? Quanti sono quelli che mancano all’appello? Quanti sono quelli che dovrebbero farlo ed invece non pagano le tasse?
Tocca sempre a chi ha già pagato tanto
Eppure, nei giorni scorsi abbiamo sentito parlare di patrimoniali di ulteriori possibili prelievi dai capitali accumulati negli anni. Nessuno che si preoccupi di capire come far fronte, invece, all’enorme numero di evasori che, una volta individuati, potrebbero aiutare a saldare molto più che il debito pubblico per qualche mese. Ed invece si va a pesare sempre sui “soliti noti”. Troppo facile.
Nelle dichiarazioni la motivazione sembra nobile. Si chiede un contributo per far fronte al momento difficile che si sta vivendo, al bisogno di sussistenza che tanti hanno bisogno di avere. Tutto lecito, per carità. Ci sono già centinaia di migliaia di storie di solidarietà. E sono ancora più quelle di cui non si sa nulla, perché nessuno vuol farle conoscere. Eppure tanti aiutano tanti. In silenzio, evitando la luce dei riflettori.
Occuparsi di chi non paga dovrebbe essere la priorità. Invece si pensa alle patrimoniali. Ci si dimentica, che molti di quei patrimoni, qualunque sia la loro entità, hanno attraversato storie familiari, sacrifici familiari, difficoltà familiari. Sono passati per il giogo dell’Irpef, o di come si chiamasse anche in passato la tassa sui redditi, sono passati per il dazio delle tasse di successione, hanno subito il taglio imposto delle tasse sugli utili ottenuti da titoli di stato, azioni e immobili. Ed allora prima di parlare di qualunque genere di patrimoniale, non viene voglia di capire quanti le tasse in questo Paese le paghino davvero?
Dove finiscono i nostri soldi
E quanto versano di tasse i contribuenti riconosciuti dall’Agenzia delle Entrate e sopratutto quanti sono quelli che non pagano? In ultima analisi, dove finiscono i soldi versati all’Erario? Cominciamo dalla fine e prendiamo spunto dal report di Itinerari Previdenziali.
I dati riportati da Itinerari Previdenziali, circa gli impieghi dei versamenti in tasse così come cita la fonte dell’Agenzia delle Entrate, ci dicono che la spesa l’Irpef versata dai cittadini nel 2018 dovrebbe essere distribuita così:
1. per il 21% finanziare le pensioni; per il 20% la sanità
2. l’istruzione con l’11%; con l’8,9% la difesa, l’ordine pubblico e la sicurezza
3. il 6,09% va a sostegno dell’economia e dl lavoro
4. il 4,8% ai trasporti
5. il 2,4% alla protezione dell’ambiente
6. il 2,2% alla cultura e allo sport
Chi mantiene la baracca
Su questi numeri torneremo nei prossimi articoli per fare alcune considerazioni soprattutto sullo stato di salute dei sistemi previdenziali e sanitario.
Ma adesso proviamo a dare risposta anche alle altre domande che ci siamo fatti proprio all’inizio di quest’articolo. Quanti pagano tasse nel nostro Paese? Quanti non lo fanno? Quanto versa chi versa? Ci viene incontro sempre lo stesso documento redatto da Alberto Brambilla e Paolo Novati che evidenzia come nel 2018 su 60 milioni e 359 mila abitanti soltanto 41 milioni e 372 mila persone hanno presentato una dichiarazione dei redditi. Ma di questi solo 31 milioni e 155 mila contribuenti hanno versato almeno un’euro di Irpef.
Insomma circa 8 milioni di persone sostengono il 60% dell’intero peso dell’Irpef nazionale e stiamo naturalmente parlando di coloro che dichiarano le somme maggiori di reddito.
Questi numeri, i dati delle dichiarazioni fiscali indicherebbero che gli italiani sembrerebbero un popolo povero; se però analizziamo alcune spese e il possesso di determinati beni scopriamo che non è proprio così, anzi quanto dichiarato al fisco è in netta contraddizione con le spese e la ricchezza degli italiani.
L’Italia è al primo posto in Europa per possesso di abitazioni, autoveicoli, telefoni, al secondo per animali da compagnia. Secondo l’Istat sono oltre 17 milioni quelli che hanno giocato d’azzardo almeno una volta e 2,5 milioni quelli a rischio che giocano nei 140 mila luoghi di giochi e scommesse; siamo primi per le macchinette da gioco ubicate negli 85 mila esercizi commerciali; abbiamo una slot machine ogni 143 abitanti, la Spagna una ogni 245 abitanti e la Germania una ogni 261. E potremmo andare avanti così; quello che rileva è che l’Irpef totale vale 171,6 miliardi; mentre per il solo gioco d’azzardo legale e illegale gli italiani “investono” tra 127 e 147 miliardi (è il totale giocato al lordo delle vincite e delle imposte).