Apple presenta al mondo il suo primo chip della linea Silicon che verrà inserito nei prossimi prodotti Mac, sancendo così la fine del rapporto con Intel.
La fucina in casa Apple sembra non volersi mai arrestare: dopo il recente lancio dell’IPhone 12 una nuova rivoluzione sta per prendere piede. La società creata da Steve Jobs ha infatti annunciato al mondo l’uscita del suo primo processore PC “fatto in casa”: il nuovo Apple M1. Si tratta di un tipo di SoC in grado di garantire prestazioni pari e superiori a quelle dei precedenti modelli, che prima utilizzavano una vasta gamma di componenti per raggiungere tali risultati. Questo chip sarà la nuova base per la linea Mac e verrà inserito subito nei nuovi prodotti a partire da MacBook Air, MacBook Pro da 13 pollici e Mac mini.
Rivoluzione in casa Apple
Con una mossa a sorpresa Apple ha deciso di “mettersi in proprio” nel campo delle componenti hardware. Dal 2005 la casa della mela si era sempre avvalsa della collaborazione di Intel per lo sviluppo dei suoi computer fissi e portatili, dopo la scelta di abbandonare l’architettura PowerPc. Una cooperazione che aveva dato ottimi frutti, data l’alta qualità che ha sempre caratterizzato i prodotti della società di Cupertino fin dalla seconda metà degli anni 2000. È proprio durante questo periodo che i MacBook tornano ad affermarsi sul mercato e a distinguersi per le loro performance rispetto ai semplici notebook.
Grazie all’esperienza maturata nella manifattura di processori per mobile tramite IPhone e IPad, Apple ha deciso di effettuare il grande salto e di rendersi totalmente indipendente dal punto di vista tecnologico. Il nuovo chip, primo della serie Silicon, presenta una CPU da 8 core, una GPU sempre da 8 core ed un nuovissimo Neural Engine da 16 core fusi in un unico componente. Le prestazioni derivanti da questa configurazione sono sorprendentemente buone: i dispositivi che lo montano hanno mostrato il doppio della velocità di elaborazione e un quarto dei consumi rispetto alla concorrenza. Si tratta di un risultato davvero di nota, tale da mettere Apple al di sopra della curva tecnologica nel mercato attuale.
Risorse interne e risorse esterne
La scelta di Apple di non volersi più avvalere di fornitori esterni per le componenti hardware spinge a far riflettere. Dopo 15 anni di stretta collaborazione una simile inversione di rotta apre le porte a nuovi scenari vantaggiosi per il marchio della mela. In primo luogo questa rinnovata indipendenza permette alla società una maggior libertà nello stabilire i prezzi dei propri dispositivi, grazie ai costi ridotti derivati dalla produzione interna. In secondo luogo Apple potrebbe addirittura trasformarsi anche in un fornitore, vendendo i propri processori a terze parti e incrementando esponenzialmente il proprio giro d’affari. Da qualunque lato la si guardi la mossa di Tim Cook appare vincente.
C’è da dire comunque che Apple può permettersi una mossa del genere. Parliamo di una società con risorse economiche immense ed un’esperienza pluridecennale nel settore. In quest’ottica una PMI potrebbe imparare molto riguardo le economie di scala da quest’esempio. Infatti è tramite una corretta gestione delle risorse che i grandi imprenditori riescono a costruire i loro imperi economici. Le risorse interne sono, in teoria, sempre le più vantaggiose ma nella pratica esse richiedono grandi investimenti immediati. Affidarsi a risorse esterne evita questo problema, anche grazie al fatto che il mercato oggi consente facilmente di reperire qualsiasi tipo di materiale o componente, ma non consente la stessa flessibilità ed efficienza della prima opzione.
Fintanto che Apple non è stata in grado di assicurarsi una produzione interna funzionale, la fornitura di chip di Intel rappresentava il miglior compromesso per mantenere i costi contenuti. In questo modo i Mac potevano venire fabbricati comunque mentre contemporaneamente i reparti di Ricerca e Sviluppo portavano avanti le loro ricerche. Una volta sviluppata la tecnologia necessaria l’accordo è divenuto svantaggioso e quindi Cook è passato alla fase successiva. Questa è la vera lezione di economia mostrata dal CEO di Apple: l’abilità di un vero imprenditore sta nel saper valutare il contesto e comprendere quando e quanto affidarsi a risorse esterne o sviluppare risorse interne.